venerdì 9 dicembre 2011

WALLACE. DUE ‘LILIUM’ CASABLANCA E DUE ROSELLINE CORAGGIOSE


di Luigi Scardigli



Sono stato l’ultimo ad annunciarlo, questo è vero, ma anche il primo a recensirlo, sono pronto a scommetterci, il concerto che ieri sera la chitarra e la voce di Nick Becattini hanno voluto offrire alla platea pratese del Wallace deliziando i presenti con due strumentisti degni di plauso e merito – Marco Polidori al basso e Valentyne Bartoli all’organo Hammond – e un collega par suo, Enrico Cecconi alla batteria.

Ne parliamo volentieri, molto volentieri, della band sopracitata, perché è un’audace composizione floreale, con due lilium Casablanca sbocciati da tempo, ma che continuano ad emanare profumi inaudibili, sempre nuovi e due roselline coraggiose, fabbricate e coltivate in serre diverse, ma che sembrano avere l’intenzione e i numeri per ambire alla grande distribuzione.
E mentre Valentyne, ad occhi fissi sulla tastiera del suo Hammond, tenero, educato, cresciuto in una famiglia dove si rispettano e temono le gerarchie, ma non per questo timido, anzi, con una personalità già di rilievo, cerca, come il basso di Marco Polidori, promosso a pieni voti, nella circostanza, rassicuranti e incoraggianti conferme dai due maestri, questi ultimi – ringalluzziti, come al solito, dall’insopprimibile voglia di suonare e stupire –, si sono presi alcune licenze tattiche, sfidandosi in più di una circostanza in chiusure allungate, un guanto lanciato da Nick a Enrico che si è guardato bene di non lasciar cadere a terra. Il risultato di queste bisettrici ritmiche vicendevolmente intersecanti è stato un piccolo, grande tripudio live, accolto con la voglia e l’allegria dal pubblico del pub di piazza Mercatale, abituato sì, a performance di rilievo, ma sbalordito per la grazie, il groove e la forza penetrativa della musica, una discesa con bombole e una risalita in apnea nel magico mondo del blues.
Ha ragione Silvano Martini – seduto al mio fianco, anzi, io seduto accanto a lui –: il pugile lo fa il cazzotto; il chitarrista lo fa la mano. Nick l’ha pesa, si sente, fa spesso male, arriva fino in fondo, ci resta, perlustra la situazione e poi, con calma serafica, risale verso la superficie; una volta emersa, decide di tornare a vedere e allora giù, di nuovo in picchiata verso gli abissi, illuminati dalla sua sapienza e sorretti dai tempi di Enrico, che istiga il leader alla disobbedienza, sapendo perfettamente quali saranno le strade alternative e contromano che prenderà il suo collega. Marco e Valentyne stentano a capire che cosa stia succedendo e soprattutto che cosa possa succedere da un momento all’altro, ma sanno, entrambi, che dei due timonieri è cosa buona e giusta fidarsi ciecamente; e allora osano anche loro, arrivando dove fino a ieri pensavano di non poter scendere.
Non so se abbia reso l’idea di quello che è successo al Wallace, ieri sera: se vi dovessero capitare a tiro, quei quattro, la prossima volta, vi consiglio di andarli a sentire.
Vi divertirete, se avete cuore e anima, per capire.

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Foto di Giuliana Monti.
[Venerdì 9 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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