Gli vogliono tutti bene. Lo
riveriscono, lo pregano, lo osannano, lo sostengono, lo appoggiano, lo
sorreggono, lo adorano, lo invocano, lo fotografano, ne fanno santini da
collezione e da preghiera, gli accendono candele, hanno fatto suonare la
campane per lui e, forse, hanno fatto recitare Te deum di ringraziamento
per il suo arrivo in periodo di avvento natalizio.
Destre (tranne Lega), Centri (che forse
starebbero meglio a centro-tavola con un bel vaso di fiori sopra), Sinistre
(tranne Idv), prima indiavolate contro i provvedimenti di Tremonti e del
Cavaliere ed oggi scodinzolanti (ah, Bersani, che figura!) come Fido Bau
dinanzi alle manovre di un Tremonti moltiplicato per 10, fanno pena nel loro
abitino double-face indossato per l’occasione del «Governo istituzionale dei tecnici» che ha da salvare l’Italia.
Ma da chi, mi chiedo, se non da se
stessa e dai suoi inefficienti, spendaccioni e inutili politici?
Tutti hanno scoperto che Monti riesce anche
a manifestare una qualche forma di umorismo.
E vi prego di notare quell’anche
che dice tutto, che è parola-chiave.
In realtà sono perfettamente d’accordo
con Crozza e con la rappresentazione che l’arguto comico fa di Supermario come
robot.
E dunque, come può, un robot, capire e
fare dell’ironia?
Se volete una prova che Supermario non
può né fare né capire l’ironia, leggete ciò che scrive oggi La Nazione:
«Non ho niente in contrario
all’etichetta di governo tecnico, ma un governo tecnico resta pur sempre un
governo fatto di persone: efficacemente rappresentate in televisione come robot
ma pur sempre persone». A sorpresa, durante la conferenza stampa di fine anno,
davanti ai giornalisti, il premier Mario Monti ha citato la parodia del comico
genovese, Maurizio Crozza, che rappresenta il presidente del consiglio dei
ministri come un robot.
Non solo Supermario non ha il senso
dell’umorismo, cosa che avrebbe richiesto, se mai, se non una risata (ma i
robot hanno movimenti pur realistici ma incompleti) almeno un sorriso: ma il
volerci spiegare, con ripetuto puntiglio, che il suo governo è fatto di persone
(noi siamo stupidi: non ce ne eravamo ancora accorti che forse la Fornero
sapeva lacrimare…), altro non fa che indicarci – in sottofondo – il non-gradimento
dell’ironia di Crozza. Non è una battuta, quella di SuperEmme: è una sanzione.
Per questo credo che, se potesse, e –
beninteso – sempre per salvare la Patria, il cattolisissimo farebbe un
decreto che vieta l’ironia, l’umorismo e la satira politica.
Siamo alla censura, cari miei. Altro
che il regime-Berlusca!
e.b. blogger
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[Venerdì 30 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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