Stamattina Giuseppe Turani (anche lui
un bocconiano, colà laureato e quindi con il cuore che ‘batte a Monti’),
su La Nazione, in Il segreto di Pulcinella, fra le altre cose
scrive che resta il fatto che:
«… questo è il Paese con una delle più alte evasioni fiscali
del mondo. E che siamo in emergenza finanziaria. E questi sono due buoni motivi
per dire, serenamente: il Fisco vada pure a monitorare i nostri conti.
Credo che per il 90 per cento degli
italiani il Fisco scoprirà solo che stanno sempre sul confine fra il rosso e il
nero: i loro conti correnti, cioè, risulteranno esattamente lo specchio della
loro vita, che di questi tempi non è affatto semplice e nemmeno tanto rosea. Il
10 per cento che ha qualcosa da nascondere si sbrigherà a ‘sparire’ dai propri
conti correnti e troverà altri modi per far girare il proprio denaro. Ma, se
non altro, gli si renderà la vita un po’ più difficile. Dovranno spostare
ingenti somme (mazzette e tangenti) in contanti e questo è proibito: esiste
quindi una certa possibilità che vengano sorpresi e colpiti. Insomma, la
maggior parte degli italiani è solo infastidita all’idea che si scopra quanta
fatica fanno a vivere. Ma, a parte questo, che il Fisco si accomodi pure.
Una sola preghiera: che queste
ispezioni non finiscano poi sui giornali. E che non si costruiscano ‘teoremi’
investigativi sui soldi che uno passa alla vecchia zia bisognosa».
Ogni opinione è lecita, pur se sciocca.
Ma dire al Fisco si accomodi pure è la dimostrazione più lampante del
non capire niente anche per un genio della Bocconi: e Turani può essere un
genio, ma qui ‘dà di fuori’.
Serviva proprio questo, la
tracciabilità e la violazione del segreto bancario, per beccare i delinquenti?
Serviva guardare gli sciagurati che non hanno più potere di acquisto perché i
loro salari sono fermi da anni? Serviva vedere quanto denaro (in termini di 100
euro alla volta) muovono i pensionati per pagare lo scontrino della Coop, o i
lavoratori dipendenti per regalare i pannoloni alla mamma inferma o pagare un
bimestre di gas alla vecchia zia? O sarebbe stato più necessario ed efficace fare
immettere – come si diceva ieri – tutto lo spendibile e lo speso all’interno
delle denunce dei redditi con la conseguente detrazione fiscale?
Non basta dire, come Turani, male
non fare, paura non avere. Ragionare in questi termini e invitare il Fisco
ad accomodarsi, non è affatto prova di intelligenza: è, al contrario, sintomo
di una debolezza strutturale e letale sui princìpi della libertà che mai è
stata così bassa come oggi da dopo la caduta del basso impero romano.
Siamo giunti al paradosso per cui i
liberali ragionano con i parametri dei comunisti e i comunisti si aprono alla
finanza selvaggia del peggior mondo falsamente liberistico.
E quando si giunge a questo, ha ragione
Marco Pannella per come si è espresso ieri al congresso radicale: la libertà è
finita ed è stata calpestata e ammazzata proprio da quello Stato che dovrebbe
garantirla.
e.b. blogger
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[Lunedì 12 dicembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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