giovedì 8 dicembre 2011

LA NAZIONE DELLE PAROLE


Un lettore scrive:

Caro blogger,
l’altra sera fra gli ospiti di Gad Lerner nel programma l’Infedele era ospite Eugenio Scalfari il quale non ha mancato di rivelare che nonostante avesse già fatto richiesta per rinunciare al vitalizio di € 2.500 mensili, a lui spettante per essere stato parlamentare per una legislatura, ciò non era stato possibile.

Il Questore della Camera gli avrebbe addirittura detto che in caso di suo rifiuto sarebbe stato costretto ad aprire un conto a suo nome dove effettuare gli accrediti diversamente avrebbe potuto devolvere le sue spettanze in beneficenza, ma questo gesto non era gradito a Scalfari che voleva che fosse lo Stato a beneficiarne.
Poiché ho ascoltato in Tv che il Professor Monti ha rinunciato al proprio stipendio di Presidente del Consiglio, ritengo ci sia qualcosa che non quadra. Forse qualcuno non ce la racconta giusta.
Com’è possibile che il Premier possa rinunciare a gli emolumenti mentre Scalfari deve per forza percepirli?
E se è così, non si può trovare una soluzione? Mi aiuta a capire? Grazie.
Cordialità
Sandro A.

Caro lettore,
in realtà non c’è molto da capire. La verità la sta dicendo Scalfari. È capitato anche a me – mentre lavoravo in una scuola – che, dopo avere informatizzato la biblioteca, mi fu chiesto di dire quante ore avevo fatto perché dovevano pagarmele.
Risposi che con l’incentivo che ci davano – se lo immagina? – sarei rimasto il solito povero e il solito ricco: perciò intendevo regalare quelle ore e quel lavoro all’istituto.
Non ci fu verso. E alla fine dovetti per forza riscuotere 200mila lire, restando il solito povero e il solito ricco.
E così anche i buoni propositi di Supermario resteranno, credo, sulla carta e basta.
Parole.

Perché questa è la Nazione delle parole, delle Costituzioni inapplicate, dei Vangeli solo annunciati…
e.b. blogger
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[Giovedì 8 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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