sabato 17 dicembre 2011

MANZONI. ‘DUE DI NOI’ ED È SOLD OUT


di Luigi Scardigli
 
Il teatro somiglia terribilmente alla musica: tutto vecchio. La vera, unica, grande difficoltà, per riuscire a fare sold out, come è successo ieri sera al Manzoni di Pistoia, è saper rileggere, con gusto e leggerezza, tutto quello che è stato scritto, pochi anni fa o duemila, non importa.
Leo Muscato, regista traduttore del testo del sin troppo inglese di Michael Frayn, che si è avvalso di uno staff affiatatissimo, composto da Antonio Panzuto (scene), Barbara Bessi (costumi), Alessandro Verazzi (disegno luci), oltre al direttore di scena Giovanni Coppola, al macchinista Dario Maria Nicali, Michele Forni capo elettricista, la sarta Sara Costarelli, le due amministratrici di compagnia, Elena Patruno e Barbara Bedrina, con la produzione di Roberto Toni, ci è riuscito alla perfezione.

Certo, il compito, arduo e rischioso, visto il totale e disincantato disimpegno, di riportare in scena Due di noi, è stato nobilmente e allegramente facilitato da due pezzi da novanta del palcoscenico, Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi, mattatori solitari e rumorosi dei tre atti attorno ai quali ruota, in modo apparentemente slegato, l’intera impalcatura scenica.
Tre coppie diversamente scoppiate, ma perfettamente e trasparentemente abili, alle prese con difficoltà non certo insormontabili, ma che generano, se distrattamente coltivate e lasciate letalmente crescere, vere e proprie manìe, che solo l’insostenibile leggerezza dell’esistenza riesce a trasformare in inscindibili e insostituibili legami, così forti ed identificativi che nessuno delle vittime/protagonisti riesce più a liberarsene.
Lunetta ed Emilio sono riusciti, con una professionalità carica di studio matto e disperatissimo, ma con sorrisi smaglianti che mai, dico mai, hanno tradito la tensione che nello staff invece si tagliava con il coltello per una promossa e ben augurante prima nazionale, ad entrare nei panni dei vari personaggi con quella semplicità che solo due (bravi) come loro avrebbero potuto incarnare e farsi poi catapultare al di là del palcoscenico per farsi prendere al volo tra le braccia aperte del pubblico. Una platea, quella pistoiese, che non si è risparmiata nemmeno una delle battute e delle macchiette sparate a raffica durante la rappresentazione, salutandole con esplosioni di motivata ilarità e applausi a scena aperta.
Due micro rappresentazioni d’apertura, una molto italiana, l’altra troppo anglosassone (ma l’ha scritta Frayn, onore al merito e ai tempi precorsi, almeno qui da noi), prologo di un terzo lungometraggio nel quale Lunetta ed Emilio crescono esponenzialmente nei loro singoli e rodati ruoli, in una (con)fusione di personaggi, abbigliamenti, umori e culture che sprigionano la commedia dell’equivoco, che non può che felicemente concludersi con un inevitabile vissero tutti felici e contenti, vera giustificazione di ogni accidente tassonomicamente considerato e contemplato.
Oggi, in una delle sale dell’immobile artistico, come adorabile, navigato e consumato canovaccio, il regista, i due protagonisti e parte del loro entourage teatrale si presenteranno al pubblico, in borghese, ma non certo in modo serioso, anzi, più comici e rilassati che mai, a battesimo avvenuto, per confrontarsi con gli spettatori di ieri e lusingare quelli di stasera e domani pomeriggio.
Se avete voglia di trascorrere un paio d’ore scarse in compagnia delle vostre paure che siete riusciti a vincere o ad evitare o che vi stanno condizionando e dunque lacerando le festività natalizie alle porte, vi consiglio calorosamente di non perdervi questi due personaggi del palcoscenico, due di noi, vero, ma facenti parte di quella ordinaria, umile, divertente , divertita, rispettosa del gioco e delle sue regole e profondamente seria schiera di umanità in pericolosissima via d’estinzione. Con un invito, rivolto alle avvenenti hostess alla soglia della sala: ieri sera distribuivano cioccolata; vista l’influenza in corso, con quel fastidiosissimo effetto collaterale della tosse (a teatro insopportabile), suggeriamo alla direzione del Manzoni un cucchiaino di sciroppo per ogni spettatore: non sarà elegante, ma credetemi, efficace; tanto per gli influenzati, che per quelli che gradirebbero non soffrire irritanti sottofondi polmonari.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 17 dicembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.