venerdì 19 agosto 2011

RIVOLUZIONE PROVINCE. «ORA SÌ ORA NO…»



PISTOIA. Ogni mattina mi alzo e non ringrazio affatto Dio per avermi fatto nascere e vivere in Italia.
Per ringraziarlo di questo, dovrei appartenere ad alcune categorie specifiche: in primo luogo quella dei politici – di qualsiasi livello, perché dal consigliere comunale in su, è tutto un lucro, fino a giungere ai massimi gradi della casta: con deputati e senatori che succhiano i quattrini della gente come Vlad Ţepeş il sangue in Transilvania, nelle notti da pipistrello.
Non ringrazio Dio anche perché a guardare certi politici – in questo caso di piccolo cabotaggio, ma con grandi (e forse fin troppe) aspirazioni – mi viene in mente la famosa barzelletta dell’auto dei Carabinieri e del maresciallo che chiede al brigadiere di mettere la testa fuori del finestrino e guardare se la freccia funziona. E mentre guarda lampeggiare la lampadina arancione, il brigadiere ripete compulsivamente: «Ora sì ora no…».
Così stamattina, semplicemente guardando la pagina della Nazione qui riprodotta, mi viene in mente – e non posso farci nulla, pur se molti si augurano che io possa schiantare da un istante all’altro – quanto ha detto Federica Fratoni in questi ultimi giorni proprio riguardo alla Provincia: che era d’accordo con la sua abolizione, ma poi che non lo era; ma anche che sarebbe stata perfino più radicale del governo, ma poi anche no; ma in séguito ancora sì e oggi… oggi no, è meglio di no. No no.
Che palle, signora Federica che non sa togliersi il classico dito… dall’orecchio – come dicono gli inglesi!
Per paura, ovviamente, di rinunciare al cerume – un cerume da 75mila euro all’anno di appannaggio-indennità di carica che sono sempre un bel reddito per 5 anni, no?
Torna in mente anche la barzelletta che raccontava Andrea Fusari, il Verde, durante certi collegi-fiume dei docenti del Liceo Forteguerri in pieno periodo stalinista; quella della prima notte di nozze in cui la giovane sposa, irritata, esclama al marito appassionato: «Ma insomma, decìditi: o dentro o fuori!».
Oggi ci siamo accorti che, per poter restare Provincia, a Pistoia mancherebbero solo 7mila abitanti.

Speriamo che non venga in mente a nessuno di reiscrivere all’anagrafe 7mila morti o di regolarizzare, di colpo, 7mila clandestini!
 e.b. blogger
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[Venerdì 19 agosto 2011 – © Quarrata/news, 2011]

1 commento:

  1. è una situazione penosa...per noi e per loro. Quando è chiaro che ci manca tutto, che la rovina è già qui, che serve tutto meno che perdere tempo e denaro ci si balocca tra la difesa strenua di enti inutili e proposte alternative oscene e capziose...diamogli dei libri da leggere...

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