domenica 15 aprile 2012

IL CALCIO, LA MORTE, L’IPOCRISIA


di Luigi Scardigli

Il mondo del calcio si è fermato. Per paura, siate onesti, perché in un attimo, sul rettangolo di Pescara, si è consumata un’insindacabile verità: siamo nulla. E basta. Ed è per questo incontrovertibile principio che avremmo il dovere di dare un altro senso alla vita, quella che si può interrompere in un istante, quella che si è improvvisamente interrotta a Piermario Morosini, giocatore bergamasco di appena 25 anni che nel calcio credeva di aver trovato la via per come provare a cancellare la maledizione che lo ha perseguitato. Da sempre.

Ha barcollato il Moro (lo chiamavano così, i compagni di gioco), come se fosse ubriaco, per poi cadere, senza più vita, a terra: fine. Infarto fulminante, quello che nemmeno gli attenti controlli della Federazione riescono a preventivare, prevedere, evitare.
E siccome l’emozione, in diretta, è stata troppo forte, quella fabbrica di illusioni e sogni, merda e illeciti, la fabbrica del calcio, insomma, ha preferito prendersi un fine settimana di ipocrite riflessioni.
Ci si ferma davanti alla fatalità, contro la quale nulla si può, ma non al cospetto dell’illegalità, che è una variante impazzita e delittuosa: quella fabbrica di ipocrisia che finge di piangere il giovanissimo calciatore che è morto con indosso la maglia amaranto, prosegue però imperterrita a fingere che i presupposti sui quali è stata costruita siano quelli del suo antenato Pierre de Coubertin; l’importante è partecipare!
Si dimenticano, in Federazione, che le carte processuali dell’inchiesta di Calciopoli 2 stanno sentenziando che gli ultimi sei campionati siano stati viziati da illeciti: partite combinate prima, vittorie, sconfitte, retrocessioni, scommesse fantasmagoriche alla Snai, dove un giro planetario di soldi luridi, più che sporchi, ingrossano e ingrassano uomini senza scrupoli.
Di fronte a questa sporcizia però, che non ha bisogno di alcun elettrocardiogramma per venire individuata e prevenuta, la fabbrica del calcio non si è mai fermata, non si ferma e non si fermerà, perché se dovesse farlo una volta, si fermerebbe come ha fatto il cuore di Piermario Morosini.
Per sempre.

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[Domenica 15 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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