di EDOARDO BIANCHINI
Il percorso di Artioli verso l’Unimise Srl
di Vono – La mail di un volontario molto deluso
AGLIANA. Tutti coloro che fossero attaccati all’idea che Agliana poteva
disporre di una Confraternita ispirata a valori cristiani e caritatevoli,
dovranno farsi una ragione del fatto che, tutto questo, pur risalente all’inizio
del secolo scorso e con un glorioso trascorso, è ormai acqua passata.
La cosiddetta Misericordia di Agliana
(ma si può ancora chiamare in questo modo?) è, oggi, a far data dal 1° gennaio
2013, un guscio di cicala che ha ceduto se stessa a una Srl con
dichiarati scopi di lucro (carta canta) e quindi, un’azienda commerciale a
tutti gli effetti e, per questo, assolutamente estranea ad ogni buon fine di…
misericordia cristiana. Ecco, forse, perché anche la figura del ‘correttore
morale’ non serve più e don Paolo Tofani può dimettersi liberamente.
Tutto il percorso storico-benefico
della Misericordia di Agliana in cento anni di vita, è stato passato, dal
geometra Artioli, all’ingegner Vono e alla sua Unimise (Uni non
sta, come dovrebbe, per Università, ma per unificazione dei servizi
della fu Misericordia).
Siamo insomma – a quanto pare – dinanzi
a una serie di scatole cinesi (o davanti a una matrioska russa) in cui
il guscio esterno, di sola carta velina, è ancora presentato come una ‘Misericordia’,
ma il resto è fatto da veri e propri contenitori produttivi di proventi, profitti
e guadagni che finiscono… e dove finiscono ce lo dirà la stessa Unimise
di Vono alla fine del 2013 quando il suo bilancio sarà inviato alla Camera di
Commercio e, da lì, chiunque lo voglia potrà vederlo, osservarlo, studiarlo e
controllarlo a suo libero piacimento. In tutta trasparenza e senza possibilità
di divertirsi a nascondere come ha fatto Artioli con i bilanci della defunta
Mise.
Abbiamo avuto – noi giornalisti
cattivi, scorretti, depistanti, insinuatori – la colpa di aver turbato l’assestamento
del nuovo corso progettato e preordinato dal Presidente Artioli: un nuovo
corso che cominciava a muovere i suoi passi proprio nel momento in cui, da
veri diavoli, noi cronisti abbiamo aperto l’indagine sul versante del mezzo
milione di euro sprecati dal Presidentissimo con delle cause civili
inimmaginabili e inammissibili che hanno tagliato, alla vera e ormai fu Misericordia
(quella, cioè, non ancora transgenica creata con la cessazione del
31.12.2012) un fottìo di quattrini (circa mezzo milione di euro) che le
sarebbero potuti essere più che utili: soldi dovuti e da ben amministrare.
Spiacenti per i volontari della
ex-Misericordia e per i soci, se non sono stati avvertiti da Artioli di quello
che il Presidente stava facendo!
Spiacenti ancora di più se, essendo,
volontari e soci, stati pienamente avvertiti (come qualcuno di loro potrebbe
dire), non hanno capito, o voluto capire, che questa mossa della cessazione
era – e resta – un percorso anomalo e che niente ha a che fare con i veri fini
e scopi di una Confraternita che si rispetti e che sia ligia alle sue origini,
ai suoi fini, ai suoi scopi e agli alti ideali a cui dovrebbe ispirarsi.
E a proposito di questo terremoto
che ha cambiato la “mappa misericordiosa” della non più esistente onlus,
ecco cosa scrive un volontario che intende rimanere anonimo e al quale – per i
principi giuridici che ci vincolano come giornalisti rispettosi della professione
– dobbiamo garantire un’assoluta protezione.
Il volontario deluso dice:
From: ***
Sent: Monday,
March 04, 2013 11:39 AM
To: romitilegno@***
Le notizie di ieri sono di una gravità
estrema, anche se ormai non ci si debba meravigliarsi di niente avendo a che
fare con un vulcanico manager e CD.
Alcune domande su aspetti
apparentemente piccoli ed estranei ma molto esemplari, proprio perché
riguardano la modalità e considerazione dei volontari nei confronti dei
volontari e dei cittadini.
Come mai in questi anni, la
Misericordia di Agliana non ha MAI promosso un solo progetto rivolto al sociale
(coperto da autofinanziamento esclusivo)? Come mai nel locale ove – per decisione di tutti – doveva essere realizzato un
cucinotto per i volontari in servizio, è oggi presente un distributore bancomat
di BPV?
Come mai in Misericordia esistono dei
distributori per snack (unico sollievo per i volontari impegnati) con bevande a
prezzi alti e peraltro affidati alla gestione del barista che li regola a suo
piacimento e tornaconto?
Come mai la sala convegni è intitolata
a una fondazione bancaria e non a una figura “misericordiosa” qual è stata
Madre Teresa?
Sono solo tre domande di apparente poco
conto, ma le risposte che potrebbero essere date saranno di grande
comprensione.
Ci fermiamo qui e lasciamo a tutti il
tempo di scaricare
la visura camerale da cui si potrà capire di più su quello che è
successo.
Nel frattempo stiamo scansionando i
bilanci della fu Misericordia di Agliana, che metteremo in linea con
calma e su cui faremo le nostre impertinenti, ma legittime riflessioni perché
tutti siano informati.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 5 marzo 2013 | 10:44 - © Quarrata/news]
In teoria non dovrebbe esistere ambiente più trasparente di una Misericordia. A occhio e croce (e spero di sbagliarmi) la dirigenza della Misericordia di Agliana - invece di temere i giornalisti che fanno il loro dovere - avrebbe potuto e dovuto dare tutte le informazioni richieste: a maggior ragione per la natura stessa di una Misericordia e per la sua "mission" di servizio a chi ha bisogno. E una maggiore trasparenza, forse, sarebbe utile anche a proposito di quanto si legge nella visura Camerale.
RispondiEliminaCoraggio, blogger: andate avanti a raccontare quello che succede ...