domenica 17 marzo 2013

‘TICKET & TAC’, LA TRAGICA MALASANITÀ IN CHIAVE COMICA

di LUIGI SCARDIGLI

Katia Beni e Anna Meacci
CASALGUIDI. Hanno voluto dare un piccolo colpo alla botte – velando di politicamente corretto uno spettacolo assolutamente ironico e carino –, prima di congedarsi dal pubblico, che le ha applaudite, divertendosi parecchio, costantemente. Ma sarebbero bastati quelli inferti al cerchio, per oltre un’ora e mezzo, per ricevere il passaporto della comicità e andare avanti.

Anna Meacci e Katia Beni, artefici esilaranti, ieri sera, al teatro Francini di Casalguidi con la messa in scena di Ticket & Tac, del resto, con le risate ci vivono e convivono da parecchi anni, ormai. Senza strafare, questo è vero, ma senza nemmeno mai scadere e decadere. Sono state parecchi anni in silenzio, ad osservare e ora hanno tirato fuori dal loro cilindro questa serie innumerevole di micro gag, quasi radiofoniche, con le quali consentono e autorizzano i visitatori dei loro show di sganasciarsi.
La falsariga sulla quale camminano in punta dei piedi, senza mai urlare, è quella della malasanità, ma da un punto di vista tragicomico, che prende spunto dal cronico disservizio sanitario e dalla secolare dislessica preoccupazione dei pazienti. Italiani. Che subissano di telefonate inutili, spesso incredibili, parecchio grottesche e molte volte comiche nemmeno fossero studiate, i centralini ospedalieri. Quello di Careggi, è quello al quale le due attrici comiche toscane fanno riferimento, una sfilza di Pronto, ospedale e via con una serie di inesattezze e storpiature attinte dai registri del nosocomio fiorentino, dunque, reali ed altre frutto della fantasia, possibilista, degli autori dello spettacolo.
Ci voleva, però, un tuffo nella sana comicità dell’accoppiata Beni-Meacci, che nelle circa due ore di spettacolo a ritmi asfissianti si concedono solo qualche parolaccia, ma di quelle che non stonano, che non offendono, che possono sentire anche i bambini, sorridendo e senza avvertire poi la necessità di ripeterle.
Le conosco da tempo, entrambe, ma non ci vedevamo da molto e alla fine della rappresentazione, dopo essersi messe in posa sul palco durante l’ultimo scroscio di applausi, ho aspettato che si riprendessero un po’ dalla fatica della diretta per salutarle e complimentarmi con loro. Sia Katia che Anna, stringendomi la mano, mi hanno detto, come se si fossero messe d’accordo, ci conosciamo, ma non ricordo dove ci siamo visti.
Nemmen io ricordo dove ci si sia visti, ma è successo in un posto qualsiasi, dove voi eravate sul palco a provare, riuscendoci, a far sorridere il vostro pubblico ed io, confuso tra gli spettatori, a prendere appunti da trascrivere ai lettori. Mi auguro di somigliarvi un po’, con il mio lavoro, che faccio con immensa passione, la stessa che muove le vostre recite, ma senza prendermi troppo sul serio.
Proprio come voi due.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 17 marzo 2013 | 09:23 - © Quarrata/news]

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