giovedì 10 ottobre 2013

ANAS, UN PATRIMONIO IN ROVINA (E IN ANGHERIE)


di FELICE DE MATTEIS

L’incredibile e triste storia della villetta della famiglia di Ivano fra Mammiano e San Marcello

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Potrebbe apparire vicenda di poco conto, quella che andiamo a narrare: invece è cosa grave ed offre la giusta misura, oltre che della sensibilità umana, anche del criminoso uso della cosa pubblica da parte di certi “ burocrati” della pubblica amministrazione, della quale l’Anas (di Pistoia? Di Firenze?) è parte attiva. Per Anas lavoravano in Montagna i cosiddetti “stradini”, lavoratori che per poche lire al mese tenevano puliti i fossetti e curavano i tratti di strada di loro competenza; a qualcuno di loro l’Anas dava, in affitto, anche locali abitativi.

Di questi importanti lavoratori non c’è più traccia sulla nostra Montagna e gli effetti e gli schiaffi che la natura, giustamente, riserva a chi non la tratta bene, si possono ampiamente osservare viaggiando per le nostre disastrate, strade con l’acqua che invade tutto, i boschi ridotti a giungle ricoperte di arbusti con tutti i disastri che questa incuria produce.
Questa nobile attività, modestamente retribuita e quindi non soggetta a “mazzette” e “percentuali” non esiste più. In compenso esistono ancora i fabbricati, una volta abitati, di cui l’immagine allegata è prova esauriente (sulla ex Statale 66 davanti al complesso “il Bamboccio” fra Mammiano e San Marcello).
In uno di questi fabbricati Anas abitava, fino dal 1972, il mio amico Ivano e la sua famiglia; la curava, la “teneva bene”, come cosa sua, da vero pater familias. Ivano, dopo una vita di lavoro, “se ne va” nell’agosto 2010 e già prima della sua partenza l’efficiente Anas arriva con i suoi “tecnici” e gli comunica che deve andarsene dall’abitazione vissuta fin dal 1972.
Triste ma ineccepibile necessità, perché un altro stradino, più giovane e in servizio, necessita dei locali, penserete. Sbagliato: nessuno ha necessità di occupare quei locali perché “i  burocrati” dell’Anas non metteranno nessuno al posto di Ivano: meglio qualche bella frana e lavori da centinaia di migliaia di euro, dove si può “manovrare” come sta annualmente e ricorrentemente accadendo! Questa è l’Italia, amico lettore. Questo non è il servizio alla collettività che richiede anche dolorosi sacrifici di abbandono e subentro: è solo sporca e squallida burocrazia. Senza anima, senza cervello e senza comandanti; i comandanti non comandano, ubbidiscono ed in cambio hanno stipendi di lusso e falsa supponenza. L’Italia di oggi. Proseguiamo.
Ivano muore nell’agosto del 2010 e la sua famiglia è costretta a “sloggiare” con pressioni e con richieste di pagamenti retroattivi e riguardanti l’affitto, con minacce di intervento addirittura dei Carabinieri e sgombero coatto. Davanti a tale insistenza, nel marzo 2011, dopo trentanove anni di vita vissuta a La Lima, la Famiglia di Ivano trova altra sistemazione.
Resta il fatto che questa casa cantoniera sta morendo anche se dalle immagini esterne sembra un bella villetta: come sarà dentro dopo quasi tre anni di abbandono?
Resta il fatto che altre case cantoniere sono ancora fruite, giustamente, da vedove di stradini, non essendoci più ricambi.
Resta il fatto che i “ burocrati” dell’Anas ci devono spiegare il perché ed il per come di questa decisione: la casa “faceva gola” a qualcuno?
Resta il fatto che se in tanti si stanno impegnando per “mandare a rotoli l’Italia”, partendo da questi piccoli episodi, si sbagliano.
Mi auguro che il blogger, con i suoi mezzi, faccia pervenire il presente post all’Anas: anche da Capostrada fino al traforo della Collina è un susseguirsi di manufatti Anas crollati e in disuso. È uno schifo.
Qualcuno può spiegarci? Sono soldi nostri, nostri, nostri. Chiaro, signori burocrati?

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 10 ottobre 2013 | 09:44 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. io come cittadino italiano spesso mi vergono di esserlo e quello che è riportato qua sopra in questo articolo è veramente una storia vergognosa e inaccettabile la storia di Ivano e la sua famiglia ci fa capire che tipo di persone ci amministrano le quali pensano a farsi stipendi e pensioni da favola e lasciano a noi di combattere la vita di tutti i giorni con i denti e con le unghie spesso senza lavoro o con pensioni da fame è una Italia che va a rotoli che preferisce far cadere il patrimonio come in questo caso la casa cantoniera dove Ivano viveva con la sua famiglia dopo tanti anni di servizio e che tenevano in perfette condizioni come fosse stata sua [ora sta' cadendo]bello il risultato ottenuto in perfetta linea dell'Italia di oggi ciè solo una parola che posso pronunciare in merito VERGOGNA

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.