martedì 8 ottobre 2013

TRENI-DISASTRO E CITTADINI BECCHI E BASTONATI PER MANCANZE NON LORO MA DELLE FERROVIE


di EDOARDO BIANCHINI

Studenti fatti scendere dal treno e un significativo filmato tv di Roberto Prioreschi

PRACCHIA-MONTAGNA. Non è bello (non è affatto bello) che per rappresentare un macroscopico danno ai cittadini sorpresi senza biglietto, ma solo perché la biglietteria automatica a Pracchia non funziona da mesi (e neppure le macchinette che timbrano il biglietto), si adoperi il verbo beccare, parola di senso e connotazione assolutamente negativi. Se di becchi si deve parlare, se ne deve parlare, con grande compatimento, solo nei confronti dei giovani che, impossibilitati a munirsi di biglietto e non colpevoli, sono stati scaricati a terra alla stazione dopo Pracchia.

Becchi e bastonati loro, dunque, non beccati senza biglietto: ritenuti rei di una infrazione non commessa se non per negligenza e colpa delle FS. Ma l’Italia, e certa Italia (l’Italia, ad esempio della Regione rossa più bella e democratica del mondo: quella di Rossi), è questa e non altra: una “cosa” dove nessuno che sbagli o induca in fallo qualcuno, paga. Tutt’altro.
La storia dei giovani di cui parla il Tirreno di oggi è successa domenica scorsa. Ed è precedente al tardo pomeriggio, alle 17:30 che compaiono sulla ripresa tv inviataci dalla stessa persona (l’architetto Roberto Prioreschi) che l’ha segnalata – da quando abbiamo capito – anche al Tirreno.
Guardatevi il filmato: è estremamente significativo. Si scopre che la biglietteria automatica di Pracchia non funziona; che le obliteratrici non vanno. E non da ora, ma da mesi.
Eppure il treno va, la gente deve andare: anche se non sa come andare perché da Pracchia per Pistoia o per Bologna non ci sono altri mezzi di comunicazione né tantomeno in grado di poter trasportare gente con facilità e in orari cristiani.
Ripenso a mie personali esperienze. Per più di tre anni sono tornato in treno una volta alla settimana da Perugia a Firenze: per più di tre anni il controllo sul biglietto mi sarà stato fatto non più di quattro volte. Ho pagato il biglietto solo perché, essendo vecchio, mi hanno abituato, fin da bambino, a non fare il portoghese. Ma vi sembra una situazione accettabile?
Per altri tre anni sono poi andato su e giù con il treno da Pistoia a Firenze e da Firenze a Pistoia: e quante volte credete mi sia stato fatto il controllo sul biglietto? Il 5% dei viaggi è sin troppo. Da Firenze a Pistoia non parliamone nemmeno un po’: se il controllo arriva, arriva solo dopo Prato-Porta al Serraglio. Non prima.
Secondo voi è possibile? È normale? È accettabile? È ammissibile?
Alla fine, sull’Appennino, uno si sveglia e non sente ragione: prende tre studenti e, a calci nel sedere, li scarica in montagna.
La risposta è la rabbia. Di Prioreschi che filma e di me che rifletto su cos’è questo Paese.
Viva il liberismo sfrenato delle sinistre che hanno iperprotetto il popolo fino alla Seconda Repubblica per farlo infine insaccare come salsicce dalla signora Merkel e dall’Europa in nome della competitività dei mercati!

Per vedere il filmato cliccare sull’immagine

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 8 ottobre 2013 | 17:49 - © Quarrata/news]

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