venerdì 6 settembre 2013

PUNTO DI RACCOLTA ABETONE. IL CASO (IRRISOLVIBILE?) DI SAURO ARMANO, CHE NON HA MEZZI PUBBLICI PER RAGGIUNGERE LA SUA SEDE DI SERVIZIO


di GRILLO PARLANTE

Ma se non esegue le direttive impartìtegli rischia il licenziamento La Provincia gli dia una mano

PISTOIA-MONTAGNA. La vicenda di Sauro Armano, operaio forestale da 30 anni dipendente della soppressa Comunità Montana Appennino Pistoiese (ente passato alla storia per gli ammanchi e per la disinvolta ed allegra amministrazione peraltro favorita dalla mancanza di controlli), è sfociata sul nostro blog e sulle cronache della stampa locale. Per comprenderla a fondo dobbiamo cercare di inquadrare i fatti che la hanno determinata.

Com’è noto il fraudolento ammanco registrato nelle casse della Comunità – coraggiosamente denunciato da alcune dipendenti di basso livello – ha attivato una inchiesta interna, la scesa in campo della Procura della Repubblica e la coraggiosa denuncia di alcune dipendenti ha fatto emergere infinite negligenze di amministratori, dirigenti e sindaci revisori sfociate nello scioglimento sancito dalla Regione Toscana di questo assai discusso ente.
Lo scioglimento comportava la cessione delle competenze e deleghe o alle Unioni dei Comuni montani o alla Provincia. A questo punto una sciagurata e frettolosa decisione della Giunta della Comunità (formata da tutti i sindaci del territorio di riferimento) di non dar vita all’ Unione dei Comuni ha fatto sì che la Provincia di Pistoia divenisse destinataria di tutte le competenze e deleghe già assegnate alla Comunità. L’inerzia dei sindaci della montagna e tutti gli assessori in Comunità e la colpevole (o voluta?) ignoranza sullo stato delle casse comunitarie ha privato la montagna di uno strumento che, ove gestito con le qualità di un buon padre di famiglia, avrebbe potuto essere davvero il volano per il rilancio del territorio.
Ma, meritevoli di attenzione sono altre considerazioni che vanno dalle nebbie sparse da quei partiti politici che nel tempo avevano espresso presidenti, assessori e dirigenti della Comunità Montana; dalla sospetta attività sfoderata da uno sparuto gruppo lobbysti che a tutti i costi vogliono non l’Unione dei Comuni ma il Comune Unico (il Comunone Dynamone sostiene la gente) formato a forza dai Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello pistoiese; alla non del tutto interamente conosciuta azione per l’accertamento degli ammanchi e delle responsabilità perseguita dalla Procura della Repubblica di Pistoia.
Un coacervo di fatti che ha comportato la messa in soffitta del criterio della sussidiarietà e l’avvento del centralismo (il turismo tolto alla gestione dei montanari ed accentrato nelle mani della Regione e della Provincia; il passaggio delle strade regionali alla Provincia; la pratica dismissione dell’Ospedale L. Pacini di San Marcello pistoiese; la discesa in piazza della maggioranza dei montanari uniti nell’Associazione “ Zeno Colò” in difesa dell’Ospedale di San Marcello e la libera costituzione del Movimento delle Pettorine su cui alcuni partiti cercano di infiltrare loro agenti.
Tornando “ab ovo” e cioè alle peripezie di Sauro Armano, delle ex guardie forestali istituite dalla Comunità Montana, dei suoi dirigenti, dipendenti e di quelli provenienti dalle disciolte Apt e confluiti nel ruolo della Provincia di Pistoia che si dice essere anch’essa destinata allo scioglimento. Ebbene la Provincia ha sciolto (o dovuto sciogliere) la Polizia forestale istituita dalla Comunità senza rispettare le dovute regole di formazione e trasformare questi dipendenti in operai; i due dirigenti per i quali la Commissione propose il licenziamento sono ancora in attesa dell’accoglimento del loro ricorso da parte del Giudice del Lavoro e quindi mantengono il loro posto; gli altri impiegati sono utilizzati nelle loro mansioni; per il gruppo degli operai forestali è uscita una ordinanza del dirigente di settore, il dottor Giovanni Ariberto Merendi emessa in data agosto 2013 ma portata a loro conoscenza con il passaparola il successivo 14 agosto e cioè in pieno periodo feriale.
Questa ordinanza che ha per oggetto Cantieri forestali in amministrazione diretta. Logistica dei centri di raccolta che modifica la precedente organizzazione; e sono istituiti infatti i centri di raccolta in Abetone; al Melo di Cutigliano; a Maresca; alla Macchia degli Antonini; all’Acquerino. La squadra autisti ha centri di raccolta ai Casotti di Cutigliano; al parcheggio pubblico de Le Piastre, al parcheggio pubblico di Candeglia con alternativa ai Cantieri Comunali di Candeglia. I servizi di supporto Vigilanza e supporto delle attività forestali coincidono con quelli dei centri di raccolta delle squadre Abetone, Melo, Acquerino e con la sede di progetto sita nella frazione Campotizzoro del Comune di San Marcello pistoiese.
Ed è proprio questa riorganizzazione che ha creato il caso di Sauro Armano il cui centro di raccolta è stabilito in Abetone, località peraltro non servita da bus pubblici che ne consentano l’accesso nelle ore di inizio lavoro.
“Risiedo a San Marcello pistoiese, ho fatto presente che non ho un mio mezzo privato per raggiungere Abetone ed ho chiesto al dirigente di assegnarmi alla squadra di Maresca ricevendone peraltro un rifiuto e l’avvertimento che in caso di non presenza all’Abetone sarebbe scattato il licenziamento. Al momento sono in ferie ma sento sopra di me pesare questo grosso pericolo. Ho investito della questione anche la presidente della Provincia, Federica Fratoni e il quotidiano La Nazione ma, dalla risposta che la presidente ha inviato al giornale, penso che forse non mi sono spiegato a sufficienza”. Così scrive Armano.
In effetti, leggendo la risposta, si evince che Armano non chiede l’auto di servizio ma di essere assegnato ad una squadra (quella di Maresca) ben servita da mezzi pubblici. Una cosa semplicissima e possibile già praticata – per evitargli eccessive penalizzazioni–  a favore di un dipendente residente in Pescia.
E, poi, non è credibile che un Presidente espresso da un partito che ha sempre innalzato bandiere a favore dei lavoratori, possa davvero licenziare un dipendente impedito da ragioni obbiettive a lui esterne di raggiungere un posto di lavoro diverso da quello assegnato in precedenza…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 6 settembre 2013 | 08:50 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Vedi,Grillo: Sauro che io conosco bene, ha un maledetto difetto: è un Uomo che dice ciò che pensa e che vive il suo lavoro con partecipazione nell'Ente in cui opera e che non le manda a dire dietro.
    E' quindi persona scomoda e come tale da eliminare.In Montagna di Sauro ce ne sono molti e pronti a muoversi.
    Sono curioso di come finirà la vicenda.

    RispondiElimina
  2. Sauro per risolvere il suo problema, bastava che andasse dal predecessore della Fratoni, Gianfranco Venturi a chiedere il favore, non aspettava altro. Avrebbe mandato ogni mattina un taxi, o una luccicante BMW come minimo un 330 dell'Associazione Dynamo Camp con i requisiti in regola per essere riconosciuta come ONLUS,
    - organizzazione non lucrativa di utilità sociale http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_non_lucrativa_di_utilit%C3%A0_sociale -
    a prelevarlo da casa per portarlo sul posto di lavoro.
    Quindi, risolto il problema per Sauro, la Procura ha da farci sapere qualcosa sul nostro denaro sperperato e rubato? Ma Quello che ha scritto Eller, sono tutte balle? A quando queste risposte.
    Signori della Procura, non credo che questo faccia crescere la Vostra credibilità e, grazie anche a Voi, in generale in questo nostro sgangherato paese.

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.