Prepariamoci al disastro della “bad
company” senza mettere il capo sotto la sabbia
PISTOIA. È mai possibile che nessuno voglia parlare fuori dei denti?
Che si debba per forza e comunque dire senza dire, accennare senza esprimere?
Queste preoccupazioni della Breda sono
soltanto dei poveri, miseri tamponi perché non si ha il coraggio di prendere il
toro per le corna e dire «ma che casino questa azienda»
che fa acqua da tutte le parti e ha, ogni anno, guasti da diverse centinaia di
milioni di euro. E certo che onora gli impegni: perché finora non ha speso una
lira delle sue, ma ha sempre ricaricato i fallimenti sulle spalle dei
lavoratori italiani, di tutti quelli che pagano le tasse.
Questa uscita così callettata,
calibrata, aggiustata altro non è che la risposta al nostro post Ansaldo-Breda,
ma dietro Belgio e Olanda ora in coda anche gli svedesi di Göteborg? letto
e perfettamente soppesato in Breda (ne abbiamo la prova).
E allora perché non chiamare le cose
con il nome che hanno e non ammettere che sta andando tutto a rotoli, senza
farla tanto lunga e senza dare fumo negli occhi a nessuno?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 6 settembre 2013 | 18:44 - © Quarrata/news]
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