venerdì 6 settembre 2013

SEMPRE UN PARLARE A BOCCA MEZZA CHIUSA. LA BREDA E L’INDOTTO


Prepariamoci al disastro della “bad company” senza mettere il capo sotto la sabbia

PISTOIA. È mai possibile che nessuno voglia parlare fuori dei denti? Che si debba per forza e comunque dire senza dire, accennare senza esprimere?

Queste preoccupazioni della Breda sono soltanto dei poveri, miseri tamponi perché non si ha il coraggio di prendere il toro per le corna e dire «ma che casino questa azienda» che fa acqua da tutte le parti e ha, ogni anno, guasti da diverse centinaia di milioni di euro. E certo che onora gli impegni: perché finora non ha speso una lira delle sue, ma ha sempre ricaricato i fallimenti sulle spalle dei lavoratori italiani, di tutti quelli che pagano le tasse.
Questa uscita così callettata, calibrata, aggiustata altro non è che la risposta al nostro post Ansaldo-Breda, ma dietro Belgio e Olanda ora in coda anche gli svedesi di Göteborg? letto e perfettamente soppesato in Breda (ne abbiamo la prova).
E allora perché non chiamare le cose con il nome che hanno e non ammettere che sta andando tutto a rotoli, senza farla tanto lunga e senza dare fumo negli occhi a nessuno?
                                                                   
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[Venerdì 6 settembre 2013 | 18:44 - © Quarrata/news]

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