di EDOARDO BIANCHINI
Quant’è bella la città, quant’è grande
la città (e la provincia)…
IERI SERA ho sinceramente tremato ripassandomi, pagina per pagina,
seppur romanzata, la vicenda che timbrò l’Italia di allora come quella di oggi,
di qui.
E mi hanno ferito e offeso le parole
del direttore del giornale che legittimano l’opinione secondo cui “quando tutti
sono colpevoli nessuno è colpevole”.
C’è solo un grosso equivoco in quel tutti:
tutti sono solo tutti quelli che possono, che hanno il potere e si
permettono di sberleffare gli altri tutti, quelli del popolo, che non
hanno nessun diritto, perché quei primi tutti calpestano tutti i loro
diritti.
È una delizia, perciò, morire: perché
morendo non si va in Paradiso o all’Inferno, ma “in culo a tutti”; a quei tutti
che sono diversi e differenti da tutti gli altri che non sono tutti, ma
un tutti fatto di singoli individui che mangiano ogni giorno la cacca dei
tutti che contano.
Permettetemi, signori: altro che
credere in Dio! Altro che credere nella giustizia e nella legalità!
Mi vengono in mente – solo a titolo di
esempio istantaneo – le ruberie in Comunità Montana, il processo degli Untouchables,
la storia (assurda e indefinibile) di Aias/Apr, certe vicende di certi Comuni
della Piana (Agliana, con il suo comandante dei Vigili; Quarrata, con la sua
piscina di Vignole), lo stoccaggio delle ceneri sotto il piazzale dell’inceneritore
di via Tobagi, con a fianco le lotte contro le mafie di Libera o
Bertinelli il legalitario o anche Chiti il sensale della Breda e… giù giù.
Tenete d’occhio queste situazioni e
rivedetevi la fiction televisiva. Può esservi scomodamente utile, alla
Papa Francesco.
Alla fine dell’800 politica, affari,
chiesa (quei cardinali dei palazzi romani pignorati dalle banche!),
magistratura dipinsero un affresco indelebile.
Tanto indelebile che ancor oggi – mutatis
mutandis – è qui, in mezzo a noi. E ci tocca ingoiarlo non solo dai
Berlusconi, ma anche da una miriade di anti-Berlusconi fedeli della democrazia
di provata fede.
Cosa ci può essere, dunque, di meglio del
morire per liberarsi da tanti bravi difensori dell’umanità?
O siamo punibili per reato di
pessimismo e quindi condannabili con le peggiori pene dai pensa-positivo
di turno?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 6 settembre 2013 | 18:21 - © Quarrata/news]
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