domenica 15 aprile 2012

IL PD, I BIZANTINISMI E IL RINNOVAMENTO DEI GIOVANI CONSERVATORI


PISTOIA. Appena il 12 aprile scorso, il Pd pistoiese, ancora frustando e mazzolando Bartoli, scriveva (vedi): «Se mettere uno stop a questi comportamenti è per qualcuno un titolo di demerito, siamo a ricordargli che questa non è certo “buona politica” ma una politica vecchissima e logora, sicuramente non più credibile. Fatta questa precisazione […] dovuta viste le affermazioni mosse contro il partito che rappresentiamo e le nostre persone, ritorniamo con la serenità e l’entusiasmo di sempre a lavorare per la campagna elettorale, discutendo con i cittadini non dei bizantinismi della politica ma dei problemi concreti che li riguardano da vicino. È questo che ci chiedono i nostri iscritti ed i nostri elettori. Le polemiche continueremo a lasciarle ad altri».

Erano Bruni a Niccolai a parlare così, e a relegare lo ‘strappo bartoliano’ all’interno del termine – piuttosto improprio, direi – di bizantinismi. C’è poco da bizantinare con quasi 200 iscritti che se ne vanno – perché tanti, più o meno, alla fine saranno, fra noti e segretati.
Mi torna in mente la famosa barzelletta del sorpasso sull’autostrada. Un signore distinto e calmo sta guidando una 600 e sta andando a 60 all’ora, mentre un giovinastro – che assomiglia molto al Gassman, appunto, del Sorpasso – lo supera per l’impazienza, e gli fa le corna, mentre il signore, compostamente, apre il finestrino e sventola il fazzoletto bianco a chi lo ha insultato.
Al casello si ritrovano, ma il giovinastro ferma il signore con la 600. «Perché mi ha mostrato il fazzoletto?» gli chiede. E il signore distinto, quasi inglese: «Perché, vede… Ognuno mostra agli altri quello che ha».
Bella battuta che non farà ridere, ma che è significativa.
Leggere stamattina i due quotidiani locali sul problema ‘esodo-in-massa’ dei bartoliani, ripropone lo stesso tema dei bizantinismi: ben noti al Pd, ma anche a tutta la sinistra che proviene dal Pci.
Si pone l’accento su due nomi errati fra i rifiutatori della tessera, e si va oltre a parlare di chi – fra assessori e nominati in compartecipate – fa il cosiddetto portoghese e non paga la tessera.
I bizantinismi, cari Bruni e Niccolai – ma anche caro Bertinelli e caro Pd e cari tutti – non sono il problema sollevato da Bartoli e che Bersani, da buon postcomunista imborghesito, ha liquidato con tre battute secche e seccate, come ho scritto ieri. I bizantinismi stanno in tasca e in casa di chi, dinanzi a un 28% di gente del Pd, si mette a discorrere non del come armonizzare con una mediazione, ma del come castrare mozzando le teste.
Non credo che Bartoli non sappia quello che fa; non credo che sia un traditore; non credo che sia un arrivista. Insomma non credo nulla.
Sono però convinto che a Pistoia nessuno vuole rinnovare un bel niente.
Fa troppo comodo far sì che tutto cambi – indicando un giovane di buone speranze come sindaco –, perché tutto resti com’è.
Edoardo Bianchini
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[Domenica 15 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. GIOVA RICHIAMARE la citazione di Zagrebelsky, tanto cara alla sinistra e presa da un post di un mese fà: anche Bersani ha osservato che Bartoli, doveva restar nel PD e parlare. Con chi?
    'ndiamo avanti
    MDB


    Sì, ho chiesto i posti anche perché meglio chiedere i posti che spettano
    che sottrarre quelli che non spettano» – Ovvero la perenne favola dell’agnello e il lupo nelle campagne di Praga
    PISTOIA. «Sono regimi corruttori delle coscienze “fino al midollo” quelli che trattano i fatti come opinioni e instaurano un relativismo nichilistico applicato non alle opinioni ma ai fatti, quelli in cui la verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male […] la menzogna intenzionale, cioè la frode […] dovrebbe essere considerata il peggior crimine contro la democrazia, peggiore anche dell’altro mezzo del dispotismo, la violenza, che almeno è manifesta.
    I mentitori dovrebbero considerarsi non già come abili, e quindi perfino ammirevoli e forse anche simpaticamente spregiudicati uomini politici, ma come corruttori della politica».

    G. Zagrebelsky

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