domenica 1 aprile 2012

LEGA. IL ‘CASO BARTOLI’, UNA STORIA PISTOIESE


Le mie idee, i miei programmi sono decisamente moderati, ma diventano sovversivi nei confronti del regime di questa città

PISTOIA. Osservo con attenzione la vita politica della nostra città e per lungo tempo mi sono trovata disorientata e stupita da una realtà che facevo fatica a comprendere.
Ora, dopo anni di impegno e partecipazione (quando mi viene consentito, bontà loro), comincio a vederci chiaro. Ciò mi consente di partecipare alla prossima tornata elettorale con piena consapevolezza degli scenari e degli attori in campo.
Che cosa c’entra Roberto Bartoli in tutto questo? L’avventura del prof, dalle primarie alla sua conclusione, offre uno straordinario spaccato sulla vita politica pistoiese e sulla continuità di un potere che non accetta divagazioni o fughe in avanti.

Dopo aver fatto sognare le anime semplici che ancora credono che attraverso il Pd o sue emanazioni, si possa cambiare Pistoia, il cavaliere senza macchia e senza paura Bartoli manda a dire che, in fondo, aveva scherzato. Dimissioni di famiglia (lo zio Barontini), riunioni spontanee per accendere gli animi su una lista che, aveva promesso, non avrebbe mai fatto, un gran polverone. Le anime semplici si appassionavano alla saga del veramente nuovo che avanza per una città realmente diversa. Dopo un mese di tiritera, ecco il finale. Amo dannatamente (molto americano) il mio lavoro e non posso offrire quell’impegno che tale ruolo richiederebbe.
Mi ricorda tanto quello/a che vuol scaricare il/la fidanzato/a. Tu non mi meriti e intanto sta già pensando a qualcun altro/a.
La questione è ben più grave della rottura di un fidanzamento.
A Pistoia, chiunque abbia una seppur piccola posizione, aderisce ad un entourage culturale, fa parte delle famiglie storiche, mai e poi mai si schiererà contro il regime.
Conosco bene il problema, vissuto sulla mia pelle e della mia famiglia.
Quando cinque anni fa scesi in politica per Forza Italia, l’istituzione per la quale tenevo dei corsi particolarmente apprezzati dagli studenti, come reazione, non mi rinnovò l’incarico.
Da quel benvenuto, è stata una escalation di emarginazione che, da quando sono alla Lega Nord, ha culminato in comportamenti tanto radicali quanto ridicoli. Un considerevole numero di conoscenti mi hanno tolto il saluto, oppure si voltano dall’altra parte quando mi incontrano. È interessante, per la prima volta in vita mia, essere discriminata per aver aderito al terzo e più vecchio partito italiano. Le mie idee, i miei programmi sono decisamente moderati, ma diventano sovversivi nei confronti del regime di questa città. In questa cultura del monocolore comunista, si tollerano, si riabilitano si offrono incarichi a ex brigatisti, i tristemente noti compagni che sbagliano. Ma la Lega no, per quei rozzi razzisti non c’è spazio nella culla del Rinascimento.
Sono orgogliosa di questa ostracizzazione, di essere diventata un’ intoccabile, invisibile, che non merita un saluto. Vuol dire che sono sulla strada giusta.
Che dire al prof. Bartoli? Sicuramente un solidale tutti teniamo famiglia, lui poi ha anche i bambini piccoli. Come disse, con le sue lapidarie verità al vetriolo, Leo Longanesi.
Daniela Simionato
Capogruppo LegaNT
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[Domenica 1° aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

6 commenti:

  1. Gentile D.ssa Simionato. La leggo con piacere, la sua analisi è davvero corrispondente alla Verità sostanziale. La citta è afflitta da un feudalesimo culturale che trova sorgente nell'animo di gran parte de dei suoi cittadini, gretti e certamente collusi al sistema: anche io posso sottoscrivere la sua diagnosi.
    Un interessante aneddoto: quando circa 10 anni fa il negozio di porcellane e articoli per la casa Dogliosi effettuò la "svendita totale" per cessazione di attività, negli ultimi giorni di svendita, v'era la fila dei pistoiesi, allineati sotto l'ombrello, nostante la pioggia battente e il persistente maltempo. Tutto questo per acquisitare qualche tazzina pregiata a 50 centesimi e soddisfarsi del risparmio conseguito. L'episodio appartiene dimostra non solo la tirchieria dei pistoiesi, secondi forse solo ai genovesi (che però hanno saputo ribaltare il Partito Dominante alle loro elezioni primarie), ma anche il loro carattere certamente individualista.
    A pistoia, se qualcuno indica un problema, puntandolo con il dito, ecco che viene richiamata l'attenzione sull'unghia del dito medesimo, aprendosi dei prolissi e retorici dibattiti sulla pulizia e igiene di chi avrebbe mancato di pulirlo correttamente. Intanto, il problema cade nel vuoto e viene insabbiato. Le porgo la mia completa solidarietà e l'abbraccio con stima invitandola a resistere: quei pochi che l'ammirano sono qualitativamente maggiori rispetto ai più che la dispregiano.
    Grazie per il suo impegno a nome di questa minoranza!

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  2. Gentile Signora Simionato, dopo aver letto questo suo post, sento il dovere di chiederLe subito un chiarimento. Quale motivazione personale la muove per scrivere un articolo dai toni così irriverenti e canzonatori e che sanno tanto di attacco personale.
    Vedendo il suo nome all'inizio ho pensato che, nella sua qualità di rappresentante di un partito di opposizione e adesso anche di candidata Sindaco, avrebbe utilizzato questo Blog per dare il suo contributo fattivo alla vita cittadina, formulando proposte concrete e fattive.
    Rimango invece profondamente deluso leggendo questo intervento totalmente a-politico. Un'opportunità sprecata.
    Io posso comprendere che Lei è in campagna elettorale, ma utilizzare il nome Bartoli per avere un pò di visibilità mi sembra una bella mossa e, da persona intelligente quale Lei è, Non Le fa onore, mi creda.
    Saluti,
    Mario Bonesi.

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  3. La Dott.ssa Simionato ha certamente la mia umana comprensione quando dice che, da quando ha deciso di impegnarsi in politica, le è stato addirittura tolto il saluto da persone che credeva amici. Questa si chiama semplicemente maleducazione.
    Per lo stesso motivo, allora, come dovremmo chiamare il sentimento della Dott.ssa Simionato nel momento in cui scrive questo post, dal sapore tutto personale e, come dice Bonesi, senza un briciolo di spessore politico?
    La Signora Simionato, avendo sperimentato direttamente sulla propria pelle quanto è difficile esporsi in prima persona nella politica ed in particolare in quella pistoiese (con le sue antipatiche ritorsioni, le piccole calunnie, etc.) dovrebbe avere nei confronti di chi subisce il medesimo trattamento, la stessa comprensione che la Signora Simionato, indirettamente, pare chiedere per se stessa.
    Invece si lancia in una serie di discorsi e di attacchi anche canzonatori assolutamente sensa senso.
    Signora Simionato, un consiglio spassionato. Non sfoghi la propria rabbia su Bartoli perché si aspettava che completasse, a Pistoia, il lavoro che spetterebbe all'opposizione politica che, tra l'altro, Lei rappresenta, altrimenti commetterà lo stesso errore delle persone che Le hanno tolto il saluto divenendo esattamente come loro.
    Michele Moncini

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    1. Dopo essere stata trattata da intoccabile e invisibile, eccomi oggi accusata di "iconoclastìa".
      Un deciso passo in avanti, non c'è che dire.
      Come dire, scherza coi leghisti, ma lascia stare i santi.
      Cari amici, nel ringraziarvi per avermi presa in considerazione, vorrei ribadire quello che da sempre è il mio stile di lotta. Io attacco, se necessario, anche con impeto, sempre le idee. Mai le persone.
      Bartoli non ha portato a compimento quello che non ha mai cominciato. Se cambiamento radicale doveva essere, ben altro avrebbe dovuto essere il suo percorso politico.
      Bartoli sarà senz'altro un ottimo insegnante, che dilettandosi di poesia, manifesta anche un animo sensibile. E' educato e mi saluta sempre con un sorriso. Ricambio la simpatia.
      Ma le sue idee sono e restano assolutamente inadeguate a produrre il benché minimo cambiamento nella nostra città. I fatti mi danno ragione.
      Distintamente,

      Daniela Simionato

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  4. Gentilissima Dott.ssa Simionato, La ringrazio innanzi tutto di aver avuto la cortesia ed il tempo per avermi risposto. Anche questo è un passo in avanti.
    Detto questo, però, continuo a non comprendere la Sua avversione verso Bartoli (non mi piacciono neppure i toni canzonatori usati, che lasciano sempre il tempo che trovano nelle critiche politiche). Mi permetto di spiegarLe, allora, alcune cose che forse non sa. Bartoli ha corso le primarie da candidato ufficiale del PD - non c'era solo Bertinelli - avversato da tutto, ma proprio tutto il suo partito (cosa più unica che rara e che solo nel PD può accadere; su questo magari saremo entrambi d'accordo). Ha combattuto coraggiosamente ed onestamente quella battaglia con le sole proprie forze e senza alcun aiuto esterno, se non quello dei molti amici e sostenitori che lo hanno seguito fino in fondo (a differenza di Bertinelli che ha potuto contare sull'appoggio di Rossi, Bini, Belliti, Bruni, Niccolai, Fragai etc. etc.). Bartoli ha perso le primarie, riuscendo però a portare in dote al proprio partito 3.500 voti freschi. Il partito, per tutta riconoscenza poi, nel momento in cui si apriva una giusta richiesta di rappresentanza democratica nelle liste per il Consiglio Comunale (ovviamente compreso Bartoli, non poteva essere diversamente), con una feroce lettera del segretario Bruni attaccava Bartoli con termini come "inappropriato", "inopportuno", "inaffidabile", "capocorrente"..., espellendolo (epurando, dico io) di fatto dal partito. Bartoli, a quel punto, sarebbe stato politicamente legittimato a fare qualsiasi scelta, anche fare una lista civica, cosa che forse, dai toni che usa, avrebbe voluto anche Lei, pur appartenendo ad uno schieramento opposto a quello di Bartoli stesso. Tutto legittimo. Tuttavia Bartoli, con grandissima serietà (riconosciuta da tutti), ha deciso, perché così aveva detto in campagna delle primarie, di non costituire la LC, tornando (per il momento, mi creda) al suo lavoro ed alla famiglia (delitto gravissimo, lo comprendo, ma così è fatto l'uomo Bartoli). Ed ora Lei, criticando una battaglia combattuta in solitudine da altri, ci viene a dire che Bartoli non ha terminato il proprio lavoro? Mi sembra sinceramente un'analisi grossolana. A questo punto io Le chiedo, Dott.ssa Simionato: come rappresentante della Lega Nord che cosa vuole esattamente da Bartoli? Forse è andata a votare alle primarie per Bartoli e, dopo quello che è successo, è rimasta delusa dal fatto che non abbia costituito la sua lista civica? Perché da tutto quello che dice e da come lo dice, Lei appare più come una cittadina delusa.
    Sinceramente,
    Michele Moncini

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  5. Anche io non capisco, come gli altri prima di me, che cosa Bartoli dovesse portare a compimento. Io non ho votato alle primarie. Ma ho seguito Bartoli e le vicende politiche pistoiesi d questi mesi e mi sono fatto un'idea ben precisa di quello che è successo, soprattutto negli ultimi tempi. Bartoli ha corso le primarie ed è arrivato secondo (ha prso le primarie). Alla sua legittima richiesta di rappresentanza pluralistica in Consiglio Comunale è stato cacciato a male parole dal Partito cosiddetto Democratico (un bel partititino davvero). Quindi, non potendo entrare dalla porta principale in Consiglio Comunale, ha deciso di non rientrare neppure dalla finestra. D'altronde non aveva detto così anche in campagna elettorale? Io lo trovo molto coerente. Che si aspettava facesse allora Bartoli, la Sig.ra Simionato? Che desse l'assalto armato al Palazzo di Giano o al PD? Queste mi sembrano più boutade da Lega Nord che di un politico moderato. Che cosa c'entra poi dire che Bartoli è un ottimo professore, educato, che saluta sempre? Il fatto poi che le sue idee non producono il benché minimo cambiamento in questa città, siamo d'accordo(nel senso che forse sono ancora troppo avanti per questa città), ma almeno 3.500 cittadini l'hanno pensata diversamente. Il fatto poi che quelle idee non abbiano, al momento, trovato degno sbocco, mi sembra più una colpa di che quelle idee ha fatto di tutto per umiliarle (come ha fatto questo PD) piuttosto che di colui che le ha partorite.
    Saluti, Tiziano Bencini

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