di Lorenzo Cristofani (*)
Un
problema che Legambiente sottopone a tutti i candidati a sindaco – Progetti che mirino a
un ritorno positivo nel tempo e al rispetto del carattere tradizionale della città
PISTOIA. Pensiamo che le
condizioni per una articolata discussione sull’area Ceppo ci siano tutte.
Infatti si
parla di una zona che occupa una porzione vasta della città murata – quella racchiusa
dalle mura medicee – e che a breve sarà
interessata del trasferimento delle funzioni ospedaliere, lì presenti dal
Medioevo.
I primi insediamenti
risalgono a quel periodo (gli storici ricordano che le violente lotte che
opposero le fazioni di Cancellieri e Panciatichi ebbero come oggetto la carica
di Spedalingo) ma la costruzione di edifici ospedalieri si è sviluppata fino ai
tempi recenti, inglobando altri complessi storici (Monastero delle Grazie) e passando
per varie forme di organizzazione.
Nella foto
aerea – come negli altri prospetti – è ben visibile il rettangoloide che, stretto alla
base tra piazza del Carmine e piazza San Lorenzo, giunge al viale Malta. La Pubblicazione
del Comune di Pistoia, Piano particolareggiato centro storico. Un progetto
per la città storica. Comune di Pistoia giugno 2006, da cui sono ricavate
queste immagini, costituisce uno strumento di pianificazione urbanistica di
autentico pregio. Il pregio deriva dall’idea di voler recuperare l’identità di
Pistoia, quel sistema integrato di relazioni associato alla struttura urbana
della città medioevale che ha dominato per un millennio. La restituzione, in
sostanza, dello spazio pubblico per ricreare il carattere della città di antico regime, che deve
mantenere viva la propria “anima”, in quel precario equilibrio tra città
storica e città che cresce.
Non
possiamo dunque che apprezzare e sottoscrivere la seguente e attualissima
considerazione in calce all’immagine: La
foto offre una sintesi degli spazi pubblici maggiormente significativi e dei
principali percorsi prima delle trasformazioni che, seguendo logiche, in
apparenza, funzionali soprattutto alla motorizzazione privata, ne mutassero i
caratteri. Da questa immagine l’avvio di una ricerca che consenta di
ripristinare il senso profondo della città: il recupero dello spazio pubblico
in luogo dell’identità e del carattere pistoiese.
Purtroppo tali
argute analisi non sono state, ad oggi, intese e praticate dagli
amministratori, col risultato che l’immobilismo, relativo alla dimensione
urbana racchiusa dalle mura, permane e le potenzialità inespresse dai grandi
contenitori, che costituiscono il patrimonio monumentale pistoiese, non vengono
sfruttate.
In questi
dieci anni di Berti, oggettivamente di scarsa qualità su vari aspetti, anche il
dibattito sul recupero degli spazi pubblici si è caratterizzato per un assordante
e fragoroso silenzio e nel migliore dei casi si è riusciti solo a evitare i
danni peggiori (negozi e appartamenti nel chiostro di San Lorenzo).
Ma ora è
più che mai urgente portare all’attenzione del dibattito pubblico questa
questione del patrimonio monumentale, con la premessa fondamentale che sia
affrontata in maniera integrata, non frammentata ed episodica. Nel senso che
deve essere chiaro che si ha davanti tanti “ luoghi chiusi ” (ex convento San
Lorenzo, ex convento SS Annunziata, fortezza Santa Barbara, area Ceppo,
convento delle Crocifissine, solo per citarne alcuni) che devono ritrovare una
funzione nell’ottica di un disegno complessivo di città e che la vocazione non
può che essere quella pubblica. Altrettanto si può dire degli “spazi aperti”,
spesso relativi ai già citati contenitori.
A noi di
Legambiente sembra poi prioritario, nell’ottica di una rinata volontà di
valorizzare la città storica nei termini sopra detti, ripartire proprio dall’area
Ceppo. Ciò al fine di ricostruire un
organismo urbano permeabile alla città, dotato di strutture e servizi idonei
alla conformazione delle permanenze storiche e, a un tempo, funzionale all’uso
articolato dell’area come peraltro prevede piano particolareggiato.
In altre
parole partire da quest’area servirebbe per dare ossigeno al centro storico
permettendo al contempo di pedonalizzarlo e di accedervi comodamente.
Come?
Semplicissimo: anche dalle immagini si vede chiaramente che, creando un’entrata
per auto da viale Malta, con parcheggio ospedaliero già oggi disponibile o raddoppiandolo
fino al necessario, sono possibili un’uscita pedonale in piazza del Carmine e una
in piazza San Lorenzo, ovverosia due punti a tre minuti da piazza del Duomo (frecce
celesti nell’immagine).
Ci si
vuole ora soffermare sull’uscita in piazza San Lorenzo, attraverso l’antica Via del Soccorso, oggi chiusa e
dismessa, e il primo tratto di via della Crocetta (tratto viola).
Infatti
l’auspicio è proprio quello della riapertura di questo naturale e grazioso
passaggio pedonale. Potremmo anche condividere il concetto di demolire i vecchi
edifici e al loro posto costruire gli eventuali nuovi, se proprio non c’è altro
modo per l’Asl di fare cassa, ma ci preme sottolineare l’importanza di nuove
forme di utilizzo e fruizione del verde pubblico, per noi fondamentale in tutto
il comparto cittadino (http://www.legambientepistoia.it/archives/584).
Nell’area
Ceppo, quale che sarà il progetto definitivo e l’organizzazione delle funzioni,
è opportuno che le aree verdi abbiano la dignità, negata ad esempio nel
progetto delle aree ex Breda, e il ruolo di spazi di relazione e incontro,
coerentemente con le vocazioni cittadine.
Nei dieci
punti per la città (vedi) che Legambiente sottopone a tutti i candidati
a sindaco è presente il riferimento a quest’area: siamo convinti che i
competitori di questa tornata elettorale condivideranno il ragionamento di
fondo e si attiveranno per elaborare, con il maggior coinvolgimento possibile, un’operazione
che guardi al ritorno nel tempo e a rispettare il tradizionale carattere della
nostra città a misura d’uomo.
(*) - Direttivo
Legambiente Pistoia.
Cliccare sull’immagine per
ingrandirla.
[Domenica 1° aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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