giovedì 29 novembre 2012

CLAUDIA CAPPELLINI E IL PRETE SCOMODO


di Luigi Scardigli

PISTOIA. Per parlare con il dovuto distaccato trasporto di don Lorenzo Milani occorre, oltre che conoscerne opere, missioni e soprattutto parole, anche e indispensabilmente condividerne la filosofia; altrimenti, il prodotto, o il senso, se preferite, è decisamente lontano, o meglio, altro.
Claudia Cappellini, giornalista, autrice teatrale, membro dell’Assemblea dei Soci del teatro Manzoni, donna di cultura assoldata da tempo dal Comune di Quarrata, con don Milani ha sempre avuto un rapporto privilegiato: profondamente laica, o proprio per questo, forse, ha sempre rintracciato nelle sue teorie, che sono sempre coincise con la pratica, alcuni passi fondamentali della propria educazione.

Per questo, nell’ottobre del 2011, la casa editrice Settegiorni ha deciso di portare alle stampe Un viaggio lungo un mondo, sottotitolato, in copertina, racconto sulla vita e sulle opere di don Lorenzo Milani che Claudia Cappellini ha messo in ordine confidando nelle vecchie, ma non sopite testimonianze, di Mario Rosi, Giovanni Bellini, Maresco Ballini, Clemente Romualdi, Teopisto Bonari ed Ezio Palombo, ascoltati e soprattutto osservati durante i loro ricordi.
Che sono quelli della scuola di San Donato, sprovvista di crocefisso, per non urtare e condizionare i non credenti e quella di Barbiana, dove don Lorenzo Milani, mandato lì in castigo – stessa sorte, parecchi anni dopo, è toccata a don Alessandro Santoro e alle sue Piagge: i risultati, per fortuna, dice messa in un container e celebra nozze tra un uomo e una transessuale, sono sotto gli occhi di tutti e si somigliano parecchio, anche – riuscì invece a trasformare in una vera e propria officina rivoluzionaria, costringendo gli allievi a sottoporsi a dodici ore di studio per 365 giorni l’anno.
Ma non è solo sotto il profilo didattico e morale dell’insegnamento di don Milani che si muove Claudia Cappellini: il suo percorso a ritroso confida nei dettagli offertile da questi vecchi discepoli del maestro che offrono, del prete terribilmente scomodo, anche un’altra serie di particolari apparentemente distanti ma che altro non fanno che dare a quella sagoma il profilo di un vero e proprio rivoluzionario.
Il volume, piccolo, godibile, leggero, elegante, discreto, come la sua autrice, del resto, gode della prefazione di Vannino Chiti e costa appena 5 euro ed è, per la felicità di molti, alla sua seconda ristampa.
Certo, don Milani non inizia e finisce con Claudia Cappellini, ma anche il suo contributo mnemonico, didattico e paesaggistico è un’altra testimonianza, forte e utile, alla inesauribile potenza devastante di questo piccolo uomo di pace.
Farebbero bene a leggerlo anche Bersani e Renzi, questo modesto contributo storiografico, didattico, morale e cattolico di Claudia Cappellini, senza però scorgere, tra i discepoli del maestro Milani, e dunque tra i suoi appassionati lettori, qualche possibile implementazione ballottaggistica: i cristiani di don Milani, che sono quelli che ora sposano la causa di don Santoro, don Gallo, padre Zanotelli e di tutta la corrente comboniana, sono una sparuta minoranza dell’universo clericale, parecchio riluttante, tra l’altro, ai corteggiamenti.

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[Giovedì 29 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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