venerdì 2 novembre 2012

«QUESTE FONDAZIONI S’HANNO DA CAMBIARE»

di Felice De Matteis

Luigi Zingales e l’intervista di David Allegranti sul ‘Corriere Fiorentino’ – Un sistema arcaico di finanza e potere che la Terza Repubblica dovrà mutare se non si vuole finire nell’abisso – «Ma la sede della Fondazione Caripit di via de’ Rossi ha l’agibilità del Comune?»

PISTOIA. Cari lettori di Q/n, mi è capitato sotto gli occhi un articolo del Corriere Fiorentino, a firma di David Allegranti, del 19 ottobre, con una intervista a Luigi Zingales, economista e docente alla University of Chicago, Booth School of Business, dal titolo: In Italia la politica ha fallito etc.
Questo eminente economista discetta ed esprime un severo giudizio sulla gestione delle operazioni del Monte dei Paschi di Siena e soprattutto della sua Fondazione.

A una precisa domanda sul fatto pernicioso assai che il Mps non ha mai tenuto distinte finanza e politica, con l’una ad influenzare l’altra, il Prof. Zingales risponde testualmente: «Siena è l’emblema dell’Italia: una commistione tra potere politico e bancario che non è mai venuta meno in Italia ed è stata causa dell’inefficienza del sistema italiano, con prestiti dati agli amici e non a persone competenti».
Ci dice anche, il Prof. Zingales, che «le fondazioni bancarie hanno cristallizzato il potere bancario nelle mani dei politici della Prima Repubblica, che si sono trasformati in esponenti della società civile. Queste Fondazioni non sono mai uscite dal controllo delle banche e adesso hanno potere decisionale perfino nella Cassa Depositi e Prestiti». Ma il Prof. Zingales sta parlando di Siena o… di Pistoia?
Dunque, Pistoia, la sua Cassa di Risparmio di Pistoia e – adesso anche – Lucchesia nonché la Fondazione Caripit di Papa/Papà Ivano Paci sono altro rispetto a quella di Siena?
Parrebbe di no, andando a vedere (fatelo da voi, per cortesia), l’entità di azioni della Cassa di Risparmio in mano alla Fondazione, e – questo ve lo diciamo noi – le n. 2.100.000 azioni privilegiate, pari allo 0,6% del capitale sociale per €. 21.006.970,00 investiti nella Cassa Depositi e Prestiti Spa.
Pura speculazione ma d’altro canto la Fondazione di Papa/Papà ha investito questa somma perché – ce lo spiega a pag. 67 della nota integrativa al Bilancio 2011 – «la Cassa Depositi ha la missione istituzionale di favorire lo sviluppo di investimenti pubblici e di opere infrastrutturali, assicurando un adeguato ritorno economico e la tutela del patrimonio ambientale».
Pura filantropia, come sancito dallo Statuto della Fondazione, o speculazione ingorda e incontrollabile?
Fate voi. Voi che leggete, esprimete il vostro giudizio e poi domandatevi in quali opere pubbliche, specialmente nell’area Breda, si sia attinto alla Cassa Depositi e Prestiti; chi ne abbia usufruito; quali ditte vi abbiano pescato e quali commercialisti prestato la loro augusta consulenza.
Per adesso il terreno è seminesplorato: le operazioni eventuali, tecnicamente e giuridicamente ineccepibili, senza nessuna ombra – proprio come diceva ieri sera De Magistris alla trasmissione di Santoro su La7…
Però, guarda caso, a me va di essere scettico e pensieroso.
Anche perché se da un lato si investe a man bassa in azioni, titoli e quant’altro per acquisire il giusto ritorno economico, figlio di questo sistema spregiudicato dove prospera – speriamo per poco ancora – un capitalismo selvaggio senza più regole e con l’unico obbiettivo del profitto sulla pelle della povera gente (perché, che piaccia o no, tali sono la Borsa ed i suoi scopi), dall’altro si crea inevitabilmente un circuito di amicizie, favori, collusioni, legali o meno non sta a noi dire, che poi portano a ciò che questa estate abbiamo visto accadere in Pistoia con gli Untouchables.
Io mi domando (e se anche voi ve lo domandate siamo in più d’uno) perché solo “certe” ditte lavorano sul territorio “alla grande” e perché altre sono costrette a chiudere. Io vi domando e mi domando quali siano gli studi commerciali che fanno da riferimento a certe operazioni edili/finanziarie, con la giusta percentuale di guadagno, mentre altre debbono nutrirsi solo di parcelle di amministrazioni condominiali.
Il metodo della scrittura “sospettosa” ci è imposto perché la controparte, con i nostri soldi, è agguerrita, ma non ha compreso il mutare dei tempi e l’insofferenza di chi vuole “giocarsela a carte pari”. Senza trucchi.
Allora, tanto per restare sul concreto, vorremmo sapere se il pertugio di via de’ Rossi, sede ufficiale della Fondazione Caripit, ha il permesso di agibilità. Cioè se è uno stabile a norma. È possibile saperlo da Papa/Papà? Altrimenti andremo direttamente in Comune a chiederlo. Noi, proprio noi che allattiamo la Fondazione non essendo niente ma, forse molto di più di certuni che si autoincensano per il bene fatto al popolo – con i soldi del popolo – ma non con i propri.
Un tempo lo chiamavano culto della personalità. Noi ve ne proporremo un esempio tramite quella che a noi appare come una autointervista del Papa/Papà Ivano Paci che, sappiamo, ci legge, e che è comparsa sul notiziario della Fondazione n. 34.
Sempre secondo il parere del modesto scrivente, l’intervista o autointervista rappresenta la farisaica esposizione di principi etici che mal si conciliano con l’ingordigia parentale di certe parrocchie con “il sociale”, camuffato da operazioni benefiche che “Società & Territorio” notiziario della Fondazione – voce ufficiale della medesima – rappresenta e che nel prossimo pezzo andremo a proporvi, integralmente. Questa intervista merita valutazioni a parte che, siatene certi, faremo per il bene e la completezza dell’informazione.
Tutto quanto scritto non ha alcun nesso di causalità: sono sensazioni personalissime, riflessioni ad alta voce da articolo 21 della Costituzione, che non coinvolgono il responsabile di questo blog. Sono fatte solo, così, tanto per fare capire che tutti arrivano al capolinea. Basta non arrivarci imbalsamati e sbatacchiati su un cartello con la dizione “responsabile dei lavori”.
Se non ci siamo intesi, sono graditi gli interventi. Possibilmente, diretti, sul blog- che pubblica tutto e le voci contrarie senza battere ciglio.
Per gli altri, “ghe pensi mi”.
A proposito, ma la sede di via de’ Rossi ha l’agibilità del Comune?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 2 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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