sabato 2 marzo 2013

LA MISERICORDIA DI AGLIANA, IL SUO PRESIDENTE, L’ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE E LA LIBERTÀ DI STAMPA E DI INFORMAZIONE


di EDOARDO BIANCHINI

Mentre lo Statuto e i Bilanci degli ultimi sei anni sono in arrivo

AGLIANA. Mi diceva un amico, una trentina di anni fa, che è inutile mettersi a braccia aperte nell’Ombrone quando è in piena: la piena non la fermi.
Era un modo popolare per dire quello che Lucio Battisti afferma con la sua domanda Come può uno scoglio arginare il mare: il mare supera tutto, anche gli scogli.
Non avere capito questo è stato, per Corrado Artioli, Presidentissimo della Misericordia di Agliana, un grave errore di valutazione e una macchia di arroganza non indifferente: perché, come diceva Cristo, una grande città in cima a un monte non può restare nascosta.

QUALCHE NOTA CIVICO-DEMOCRATICA

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Costituzione, art. 21

È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori.
Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori.
Legge n. 69/1963, art. 2
È solo che i cattolici, spesso, credono e presumono (erroneamente) che essere tali significhi unicamente andare a messa la domenica, buttandosi tutto il resto dietro le spalle.
Artioli – e la sua pariglia di testa – ha fatto di tutto per nascondere o non mostrare: ha puntato i piedi, ha cercato di prenderci per fame e per sete il 25 gennaio, ci ha minacciato con l’avvocato. E continua a tenere tutto stretto: dalle domande di iscrizione a socio della Mise (così si dice fra gli adepti) allo Statuto.
E invece, guardate un po’, lo Statuto ci arriva dal Notaio Regni; e i bilanci diniegati, blindati, nascosti, protetti, incassafortati – ma in compenso inviati anche a Benedetto ex XVI e all’uomo di Budapest Napolitano – ci arrivano dalla Provincia, in nome dell’interesse generale della stampa e dell’informazione.

O insensata cura dei mortali
quanto son difettivi sillogismi
quei che ti fanno in basso batter l’ali!

dice Dante, nel canto del Paradiso (XI) in cui loda San Francesco e la carità cristiana, quella stessa che dovrebbe guidare anche la Misericordia di Agliana.
Il Presidente Artioli, colpa e vergogna delle umane voglie (sempre per citare Dante), avrebbe fatto assai meglio a darsi meno da fare inutilmente, dato anche che quel che piace al mondo è breve sogno (Petrarca).
Se non altro si sarebbe risparmiato una pessima figura e la avrebbe risparmiata anche a tutti i suoi intransigenti accòliti, facendo male a sé, ma molto più alla sua Misericordia.
Ci rifletta sopra, se può, prima di lunedì prossimo, quando farà la sua assemblea

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[Sabato 2 marzo 2013 | 11:20 - © Quarrata/news]

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