lunedì 4 marzo 2013

LA VECCHIA CLASSE POLITICA SI LEVI DI TORNO: «NON È POSSIBILE METTERE IL VINO NUOVO IN OTRI VECCHI»


di Paolo Caselli [*]

PISTOIA. In questo periodo di crisi, che molti identificano con problemi economici, sociali, politici, peraltro evidenti, credo si dovrebbe preliminarmente considerare la mancanza di “valori etici”. Sono infatti questi ultimi e solo questi che possono portare ad una reale “inversione di rotta”. Si parla ancora di rinnovamento, di riforme sostanziali, di modifiche strutturali da parte di quelle stesse persone che hanno fatto degli interessi individuali, del clientelismo, dell’arroganza, i capisaldi del loro successo.
Nessuno che, con personale sacrificio, esca da questo circolo vizioso, rompa con i vecchi schemi e dia veramente un segno profetico di novità. Novità che implica innanzitutto piena acquisizione interiore dei valori che devono regolare i rapporti con gli altri e quindi con la Società: non occorre andare troppo lontano per comprendere quali siano tali valori: Giustizia e quindi equa ripartizione delle risorse; Solidarietà, che significa concreta partecipazione ai problemi dei più deboli; Rispetto dei diversi, perché nessuno possiede “il segreto della Verità”; Collaborazione nel segno del Bene comune che deve essere analizzato e perseguito nei suoi vari aspetti. Penso che sostanzialmente ognuno di noi, ma in particolare chi è impegnato come uomo pubblico, dovrebbe condizionare a questi valori ogni sua decisione.
Nel dicembre u.s. facevo alcune considerazioni sulle condizioni del nostro Paese, pubblicate su questo sito. Mi sembra che purtroppo molte previsioni si stiano avverando. I vecchi partiti, forse non ancora consapevoli dei propri fallimenti e dell’autodistruzione cui sono felicemente pervenuti, continuano in sterili tentativi di galleggiamento facendo finta di non capire che ormai sono stati affondati. Ed ancora parlano di rinnovamento, di mutamenti sostanziali gli stessi personaggi responsabili dell’attuale situazione.
Siamo davvero “in piena follia del carnevale e non vogliono, con assurda pertinacia, gettare la maschera”. Solo questo, cioè una efficace autocritica ed un riconoscimento dei propri errori e limiti con conseguente ritiro dalla scena pubblica, potrebbe parzialmente giustificarli! Invece continuano a parlare con presuntuosa arroganza, con “assurdi sofismi”, con inutili, inopportuni, inconclusivi discorsi! Dopo il responso elettorale molti continuano ad “arrampicarsi sugli specchi” e solo pochissimi hanno perlomeno assunto la decisione di stare dignitosamente in silenzio.
“Non è possibile mettere il vino nuovo negli otri vecchi”, ed è proprio così. I vecchi contenitori clientelari, destinatari di una spesa pubblica enorme con stipendi d’oro, senza particolari rischi o responsabilità (Partiti, Regioni, Ministeri, Asl, enti pubblici in genere e chi più ne ha, più ne metta), autoreferenti, terreno di conquista per i meno meritevoli e per yes men pronti ad obbedire a qualsiasi ordine, dove i migliori e i più responsabili vengono sistematicamente emarginati, dovrebbero essere totalmente smantellati e riformati, soprattutto con notevole semplificazione.
E “il vino nuovo” lo può portare solo una classe dirigente diversa, che operi con entusiasmo, libertà, spirito di sacrificio, autocritica, rinunzia a privilegi, consapevolezza che solo un atteggiamento di ascolto e dedizione , iniziando dai più indigenti, potrà portare ad un vero rinnovamento e progresso della nostra società.

[*] – Medico ospedaliero ed ex allievo del Liceo Classico N. Forteguerri

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[Lunedì 4 marzo 2013 | 12:52 - © Quarrata/news]

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