sabato 9 marzo 2013

«LAVORIAMO ONESTAMENTE PER INTEGRARCI E PER CRESCERE E FAR CRESCERE QUESTA PROVINCIA»

di LUIGI SCARDIGLI

La comunità albanese di Pistoia irritata e delusa per certe espressioni che rischiano di innescare l’insofferenza razziale – Incontro al Circolo Arci delle Fornaci su “Informazione irresponsabile o pregiudizio consapevole?” – Gli interventi di Darien Levani e Aferdite Shani

PISTOIA. Alla comunità albanese, che conta, sul nostro territorio – che è anche il loro, che è di tutte le donne e di tutti gli uomini di buona volontà, diamine –, 1038 aziende, più o meno floride, il titolo sparato sulla prima pagina di un quotidiano locale lo scorso 8 febbraio a proposito di un crimine, non è andato giù. Affatto.
«Non si può criminalizzare un’intera comunità – dice sconsolato, ma non certo arreso, Darien Levani, avvocato, scrittore e giornalista albanese, uno dei relatori del dibattito svoltosi, nel pomeriggio, preso il Circolo Arci delle Fornaci, Informazione irresponsabile o pregiudizio consapevole? – perché la banale, gratuita, dannosa, letale demagogia di quel titolo (Al “turista” albanese piace il furto) rischia di ripercuotersi, nel tempo, su tutti noi, sugli oltre 11mila albanesi residenti in questa Provincia.
È assurdo, ingiusto, fazioso, stupido, ma soprattutto pericolosissimo e anche illegale, etichettare un’intera comunità, numerosissima e ricca di persone che rispettano, scrupolosamente, tutte le leggi, sotto l’egida accesa dall’attività delinquenziale di alcuni soggetti».
«Ci dispiace molto, moltissimo – afferma Aferdite Shani, in rappresentanza della Comunità AssoAlbania – che a questo incontro non siano presenti giornalisti de Il Tirreno e de La Nazione. Non siamo qui per cercare lo scontro. Anzi. Ci preme l’integrazione, ma non possiamo permetterci il lusso di soprassedere al cospetto di certe affermazioni, di certi titoli; si creerebbe un precedete, pericoloso: per questo ci siamo già rivolti all’Ordine dei Giornalisti e ci siamo affidati ad alcuni legali per capire e stabilire se ci siano gli estremi per esporre una denuncia per incitamento all’odio razziale».
L’indignazione prosegue grazie alle testimonianze di altri relatori invitati. Si parla soprattutto di cittadinanza invisibile, di una memoria corta e asfittica, legata alla storia di venti anni fa, quella degli sbarchi clandestini, delle emergenze.
L’articolo riferito al titolo che tanto ha fatto arrabbiare la comunità albanese, in realtà, non è così irresponsabile. Ma chi ha fatto il titolo, quella sera, ha pensato bene che un titolo corretto sarebbe passato in cavalleria; un titolo forte, invece, avrebbe probabilmente reso, alle edicole, qualche centinaia di copie in più.
Il problema di fondo è e resta l’ignoranza: quella che domina, incontrastata, in questo Paese piccolo piccolo. Ed è contro questa piaga umana, che da noi gode di un’eco enorme, che occorre, immediatamente, alzare le barricate e fare la guerra; contro i luoghi comuni, contro le dicerìe, contro la disinformazione, che generano, tra le altre cose, anche e soprattutto l’intolleranza, il razzismo e certi titoli ad effetto dei quali qualcuno si nutre e che ha bisogno di leggere, la mattina, per trovare la forza per come vivere la giornata, accusando l’invasore di essere il responsabile delle frustrazioni e dei fallimenti degli italiani veri.
Sì, il tempo per la diplomazia, siamo onesti, è scaduto.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 9 marzo 2013 | 19:12 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. A proposito di furti. Ma che fine ha fatto la vicenda del notissimo politico pistoiese beccato in un supermercato cittadino in un taccheggio?

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  2. in quanto "affetto da cleptomania" non è punibile....

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