lunedì 9 giugno 2014

«LIBERTÀ DI STAMPA = LIBERTÀ DI STATO»



Franca Selvatici


di Alessandro Romiti – Edoardo Bianchini


O si attua questa equazione o qualsiasi forma della giustizia farà pena e sarà inefficiente. Riflessioni su una lezione di giornalismo giudiziario della collega Franca Selvatici. Una pericolosa tendenza a reprimere i contenuti dell’articolo 21 della Costituzione



LIVORNO. La collega Franca Selvatici è una vera maestra-cronista della “giudiziaria” e ci propone una visione davvero inquietante sulle criticità della società contemporanea, sostenendo la necessità di profonda riforma del sistema giudiziario. Ma una riforma che sia tale e non apparente, come emergeva dalle precedenti iniziative di legge, dimostratesi del tutto inutili: la democrazia indiscutibile si fonda sulla informazione; quella vera, libera e non controllata dai signori magistrati. Si sappia e si ricordi.

È impietosa la Selvatici quando tiene la sua eccellente lezione, pervasa da uno stato d’animo indignato di fronte alla platea dei colleghi giornalisti, attòniti e inquieti per tante incredibili nefandezze esposte, analizzate e commentate.
L’argomento trattato è di quelli che ti fanno vergognare di essere italiano: il clientelismo e il nepotismo consolidati a livello di sistema negli apparati universitari, ad esempio. Ma il tema della lezione è, più generalmente, quello della giustizia, e l’insigne collega espone il più emblematico caso del prof. Quinto Paris che, per aver denunciato una sistema di malaffare, consolidato nella organizzazione dei concorsi universitari, anziché essere premiato, plaudito e incoraggiato, verrà perseguitato da querele per diffamazione e richieste esorbitanti di risarcimento per i danni.
Dopo due lustri di processi, il prof. Paris, uscirà indenne dalla accuse di ingiuria, e la giustizia dispone che siano i querelanti a risarcire l’esimio cattedratico che, intanto, ha lasciato il paese-Italia, per insegnare in California. Ma il risarcimento vede accogliere una “sospensione”…
Il Paese soffre di un male caratteristico che lo rende “non competitivo”, corporativistico e clientelare, perciò frenato nello sviluppo. Si tratta di malattie note, propriamente riconducibili all’omertà e alla reticenza, mista alla diffusa dabbenaggine che si accompagna a ogni forma di competizione tra cittadini, poche volte distinti per merito e capacità.
La collega Selvatici si dichiara “obtorto collo”, una giustizialista sfegata: e lo dice con il rimpianto di chi sa di non aver rispetto per dei principi costituzionali di tutela, ma che comunque, vedono la giustizia dei tribunali afflitta da una continua negazione del fondamentale articolo 21 della Costituzione, ampiamente calpestato dalla comunità dei politicanti e affini e – non di rado – in aula anche dai magistrati.
La lezione si conclude con alcuni richiami alla corporazione dei magistrati, che non potranno essere certamente apprezzati per aver dato qualche scossone al sistema, ma altresì essersi conformati – in modo certamente auto protettivo – a un indirizzo del sistema che è mancante di trasparenza, partecipazione pubblica e liberalità dell’azione sempre necessarie: e tutto questo nonostante le reiterate feroci reprimende provenienti dall’Unione Europea che ci invita e ci richiama a non conculcare la libertà di critica e di informazione.
La comunità dei giornalisti deve avere riconosciuto e indiscusso il diritto di pubblicare anche gli atti “coperti da segreto” e vedersi assolutamente assicurati la tutela sulla riservatezza delle fonti: perché la democrazia si fonda sulla informazione, quella vera, libera e non controllata.
Si sappia e si ricordi.

L’AVVOCATO DEL DIAVOLO

E LA DOMANDA è questa: se la cultura universitaria è in mano alla sinistra, se quella della scuola e dell’amministrazione è in mano alla sinistra, se la sanità è in mano alla sinistra, se i poteri dello Stato – anche quelli che dovevano essere autonomi e indipendenti – sono principalmente in mano alla sinistra; e se il nepotismo dilaga, la corruzione dilaga, il faccendismo dilaga, il freghismo dilaga… Ma gli italiani che hanno dato il 41% a Renzi e alla sinistra, che credono di avere fatto di bello, di santo e di grande?

Pensano forse che con l’arroganza del 41% il popolo della sinistra sentirà nascere dentro di sé il giglio della purezza e della redenzione?

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