Si rischia di varare un progetto
obsoleto deciso e imposto solo dall’alto – Meglio creare una struttura
destinata alle fiere per il vivaismo – Perché non fare un referendum consultivo?
PISTOIA. Sul problema della costruzione della centrale Repower di
Bottegone, Roberto Bartoli scrive:
Ha senso costruire la centrale elettrica Repower? La
mia opinione è no. Non solo perché si tratta, purtroppo come spesso avviene in
Italia, di un’ennesima imposizione dall’alto, di una scelta che non è del
territorio e della sua comunità che lo abita, ma di altri soggetti che con il
territorio alla fin fine hanno poco a che fare. Non solo perché vi sono rischi
per la salute e la risposta alle esigenze occupazionali è assolutamente scarsa.
Non solo perché l’insediamento richiederebbe l’ennesima variante urbanistica, a
dimostrazione che non c’è una linea politica consapevole, ma un assecondare
interessi che di volta in volta emergono, la cui considerazione contrasta con
le previsioni e le visioni precedenti.
Ma soprattutto non ha senso per altre due ragioni di
fondo.
La prima: ma davvero il territorio di Bottegone,
Canapale, Badia, Ramini ha una vocazione industriale? Oppure non ha piuttosto
una vocazione vivaistica? Io penso che abbia una vocazione vivaistica che deve
essere non solo sostenuta, ma anche tutelata, protetta, salvaguardata.
La seconda: l’impianto che verrebbe costruito, oltre a
essere obsoleto, sarebbe anche in totale contraddizione con le politiche
energetiche nazionali e internazionali. Ed infatti: negli ultimi anni il nostro
Paese ha avuto un calo della domanda di energia elettrica (-2,3 nel 2012); la
produzione di energia da fonti rinnovabili ha priorità su quella prodotta da
fonti non rinnovabile (protocollo di Kyoto), e il dato è che la produzione di
energia da fonti rinnovabili è aumentata (+71,8 nel 2012), mentre quella delle
energie non rinnovabili (come sarebbe anche quella della Repower) è diminuita
(-6,3 nel 2012). Quindi in sostanza si andrebbe a costruire un impianto che non
è strategico o che addirittura non serve, considerata anche l’area non
industriale su cui viene a gravare.
Altre due questioni. Il Comune ha sicuramente le sue
buone ragioni per sostenere il progetto, tuttavia, considerata la vera e
propria sommossa popolare mi domando se non sia venuto il momento di attivare
un istituto della partecipazione come ad esempio il referendum consultivo
previsto dagli artt. 30 ss. del Regolamento sugli istituti della
partecipazione. Si deve avere il coraggio di un confronto sereno e leale con le
istanze che provengono dai cittadini.
Inoltre, si deve avere anche il coraggio di non
limitarsi a dire di no, ma di fare delle proposte. Da parte mia sono convinto
della necessità di realizzare nei luoghi della ex Radicifil una struttura
destinata alle fiere per il vivaismo. Fino a che il vivaismo non ha avuto
crisi, non se ne sentiva il bisogno. Ma forse oggi le cose sono cambiate, per
cui occorre creare una sorta di terziario a sostegno del vivaismo. E così si
verrebbe a rispondere anche all’esigenza di creare nuova occupazione.
Roberto Bartoli
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[Lunedì 4 marzo 2013 | 10:34 - © Quarrata/news]
Il referendum consultivo l'ha proposto il MoVimento 5 Stelle all'assemblea indetta dal comitato Badia Bottegone Agliana, siamo d'accordo con la posizione del signor Bartoli a breve inizieremo la raccolta firme.
RispondiEliminaRicordo sempre al signor Bartoli che stiamo raccogliendo firme per modificare lo statuto comunale ed inserire il referendum deliberativo di inziativa popolare senza quorum, dato che ha così tanta voglia di far partecipare il cittadino alle scelte del comune potrebbe venire al banchino del MoVimento (ogni sabato mattina al mercato di Pistoia in via Roma) e firmare la petizione, magari potrebbe anche appoggiarla apertamente.
cordiali saluti
Alessio Biagiotti
Un lettore commenta l’intervento di Roberto Bartoli:
RispondiEliminaGentile signor Bartoli,
non sono d’accordo con lei, per vari motivi, alcuni oggettivi, altri politici, inizio con i primi:
1) Non è vero che l’Italia non necessita di apporto energetico, importiamo infatti il 15% di energia da altri paesi, inoltre l’85% da noi prodotto, è frutto di centrali obsolete che hanno fatto dell’Italia, il paese con il + alto costo energetico d’Europa.
2) Mi meraviglio che un politico come lei, parli di “vocazione del territorio”, come se ad essa fosse delegata l’unica possibilità lavorativa del territorio stesso, questa se mi permette, è una sorta di situazione monopolistica e da cittadino non mi fa certo piacere.
3) Da che fonti asserisce che l’impianto è obsoleto, quando la regione stessa, afferma che sono state usate le migliori tecnologie?
4) I rischi della salute li stabiliscono gli enti deputati, i quali li hanno esclusi.
5) I rioccupati non sono così pochi, a meno che lei per pochi non intenda 35 lavoratori interni e oltre 100 occupati nei 2 anni di costruzione.
6) Le rinnovabili non sono la soluzione, ma un supporto alla soluzione, dal momento che non potranno mai coprire il fabbisogno energetico e che non sono competitive a livello economico.
7) Una fiera vivaistica in quella zona, che aldilà del suo pensiero è sempre stata zona industriale, è una scommessa persa in partenza.
E VENIAMO ALLE CONSIDERAZIONI POLITICHE
8) Chi comanda deve sempre ascoltare i cittadini, ma poi deve decidere per loro, talvolta difendendoli da loro stessi.
9) La politica deve agire con forza, senza sottomettersi a nessuna forza, né interna, né esterna e tenendo comunque conto di tutte le componenti, siano economiche, politiche e territoriali.
10) In soldoni, se si desse sempre ragione a chi protesta, saremmo ancora ad accendere il fuoco con i legnetti, giusto quindi ascoltare, ma valutando con la forza e la serenità, di chi deve prendere giuste decisioni per il bene comune.
Un saluto Francesco A.