domenica 16 dicembre 2012

PISTOIA E L’ANOMALIA BERSANI/RENZI. SARÀ LA SOLITA MINESTRA DI PANE RIBOLLITA?

di LORENZO CRISTOFANI

Stando al mantenimento dei vertici Bruni-Niccolai, c’è il rischio che tutto resti com’è, altro che avanzata di Renzi! Le eclatanti contraddizioni di Bersani e del Pd ‘tradizionale’ E un pensiero a Bartoli…?

Roberto Bartoli
PISTOIA. Pare proprio che nella città dei crucci – così l’ha definita un professore di storia americano in una monografia dedicata alle vicende storiche e politiche di Pistoia (vedi), di cui magari il blog riparlerà diffusamente, viste le straordinarie assonanze con la politica attuale – l’imminenza delle prossime elezioni abbia innescato il solito brulichio di riunioni, telefonate ed iniziative.
In sostanza si avverte anche nei discorsi in strada o nei bar un certo fermento al riguardo.
Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è l’unico soggetto politico che al momento ha fatto le primarie per la scelta dei propri parlamentari. Le ha fatte a modo suo – come anche cantava Lucio Dalla in Piazza Grande – ma le ha fatte. Tuttavia l’attenzione generale è ovviamente completamente concentrata sulle mosse del Pd e sulla sua galassia di correnti, contraddizioni, speranze, sentimenti (ma anche ri-sentimenti…) che lo nutrono.
Gramigna e Renzi
Il Partito Democratico ha infatti fissato la data per le proprie primarie per il 30 di dicembre e solo lunedì prossimo venturo sarà chiaro chi potrà votare e chi potrà essere votato.
Personalmente non nutro affatto simpatia per un partito che a livello nazionale ha la responsabilità morale di una serie di varie amenità, che avranno purtroppo pesanti ricadute sul sistema-Paese a partire dal prossimo anno, ma trovo interessante, e forse doveroso, osservare gli sviluppi delle dinamiche locali che porteranno uno o più pistoiesi a rappresentare la collettività a palazzo Madama o a Montecitorio.
Tanto per ricordare qualche termine della serie, si può citare: la fiducia alla corsa agli armamenti (gli F35, quando invece altri, nelle stesse condizioni, hanno rinunciato), alle trivellazioni petrolifere e a una politica energetica antieuropea e antistorica, al pareggio di bilancio (dieci mesi fa Bersani lo definì una “castrazione”), l’assegno di fine mandato ai consiglieri regionali (all’ indomani dello scandalo dei vari Batman del Belpaese), il voler procedere immotivatamente con la Tav; la difesa delle pensioni d’oro per i manager pubblici; l’indifferenza omertosa verso le mille multe che l’Ue commina quasi quotidianamente all’Italia.
Leggendo però le numerose dichiarazioni ufficiali sembra che il Pd intenda dare un forte segnale di rinnovamento e inclusione, presentando alle primarie persone preparate e radicate, senza le vecchie logiche delle appartenenze.
A questo punto mi chiedo, ma lo chiedono in tanti, quale miglior figura da spendere in questa fase così dirimente se non Roberto Bartoli, colui che, tra le altre cose, ha aperto quella inaspettata e nuova stagione pistoiese di partecipazione dal basso e di impegno politico?

FIBRILLAZIONI & ARRESTI CARDIACI

Paolo Bruni
Gran movimento e grande aspettativa. Da Fagioli che mira in alto a Gramigna che pure, si sente dire, non disdegnerebbe di scendere in corsa.
Il Pd è comunque bloccato da vertici provinciali e locali irrappresentativi bersaniani (40%) rispetto ai renziani che corrono al 60.
Il problema è che, di solito, se la cava – e la storia ce lo insegna – chi ha la patente di ‘manovratore’ e non deve essere disturbato.
E poi c’è sempre il progetto di mandare in Parlamento Bruni, operaio della Breda, azienda che (vedi mo’) sta andando inaspettatamente a gonfie vele – per ammosciarsi di colpo, e magari per essere s-venduta, c’è sempre tempo nel dopo-elezioni, quando Gigi di Bettola, sorretto anche dal quel genio nell’ampolla di Fassina, smetterà di raccontar favole come Berlusca e inizierà a raccontar frottole alla Padoa-Schioppa, tassando sempre gli stessi somari e salvando sempre gli stessi purosangue ligi come Remigi ai dettami dei partiti grigi.
Ma la sinistra, quand’era al potere, l’ha mai fatta una patrimoniale…?
e.b. blogger
In altre parole, sempre in attesa di sapere la posizione del diretto interessato, che molti ritengono rappresentativo di un certo modo di fare politica e già vorrebbero trai partecipanti alle primarie, sarebbe curioso poter valutare il grado di apprezzamento degli elettori della provincia nei confronti dell’ex consigliere comunale e il contributo che egli potrebbe offrire in questa partita.
Penso subito alla riforma di quella anomala giustizia del nostro paese, che Bartoli, da penalista affermato, non ha mai nascosto di voler migliorare. Ma questo, come altri, è un elemento che verrà sicuramente fuori nei prossimi giorni.
Riccardo Fagioli
La possibilità per il professore di correre alle parlamentarie Pd sarà comunque la dimostrazione o meno della volontà del Partito Democratico di uscire davvero da quelle logiche autoreferenziali e conservatrici (quote Renzi e quote Bersani) che si legge essere state definitivamente mandate in soffitta.
Mancano in conclusione due settimane, tempo troppo esiguo per potere preparare efficacemente e credibilmente un passaggio elettorale così importante: e stando così le cose è fuori da ogni dubbio che Roberto Bartoli sia in ogni caso una garanzia, comprovata dai suoi seppur brevi trascorsi, per le aspettative dei tanti perplessi e indecisi elettori che ancora aspettano qualcosa dalla politica.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 16 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Sarebbe già molto se nel cosiddetto "listino" (quelli teoricamente sicuri di essere eletti) la dirigenza PD evitasse di infilarci i soliti noti (cioè politici di fama, locale e regionale ma anche nazionale, che - proprio perchè politici di fama - una eventuale candidatura (o ri/candidatura) al Parlamento se la dovrebbero giocare mettendosi coraggiosamente alla libera e segreta verifica dei cittadini. O no?

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  2. Preferirei Carla Bruni - ma sarebbe meglio la Bellucci che va in Brasile e lascia sia Holland che quel benzinaio di Bersani!

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  3. Mi risulta difficile pensare ad un Bartoli come al personaggio "scomodo" che rappresenterebbe l' esempio, la volonta' del cambiamento per un partito che niente lascia al caso e tutto predetermina affinche' possa sempre esercitare il diritto divino del controllo.
    Bartoli, per sua natura, e' l'uomo utile "alla bisogna", colui che, nella sua intransigenza ed originale progressismo, risulta importante affinche' tutto sembri diverso e nulla cambi.
    Siamo quindi al paradosso che cio' che sembra vecchio e logoro, sia invece legittimato dal nuovo che avanza.
    A tal fine quale puo' essere ad oggi la candidatura giusta e sincera? Ai posteri l'ardua sentenza, ma credo che vi sia ancora il bisogno di attendere il fortunato connubio di un grembo fertile e di cromosomi oculatamente mescolati.

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