giovedì 8 novembre 2012

LA DEMOCRAZIA DELLA REPRESSIONE DELLE IDEE


AGLIANA. All’incontro del Sindaco di Agliana con i ragazzi del Capitini per parlare del bilancio del Comune, erano stati invitati tutti, dalla stampa ai cittadini (vedi).
Ma c’è solo e sempre un inghippo, quando ci si avvicina al potere, quello apparente e politico, quello autoreferenziale, quello che gode di sé e si pavoneggia: il problema, per chi non è organico e allineato, di essere trattato come un lebbroso, di essere malvisto perché… non rispetta le regole dell’ossequio, non si mette in ginocchio e non canta le lodi del Signore.

È successo al nostro Alessandro Romiti, che noi avevamo mandato a seguire l’incontro: non gradito al ‘regime’ perché troppo libero e… reo di aver distribuito un post pubblicato su questo blog; un post in cui si evidenziava quanta poca trasparenza ci sia nell’amministrazione di Agliana.
Ma fermiamoci qui, per ora. Con il Sindaco Ciampolini e con il Preside avremo, se mai, modo di chiarirci in seguito.
Intanto leggetevi cosa ha scritto Luca Benesperi e… viva l’articolo 21 della Costituzione, ben applicato, oggi, nella Santa Sede dell’istruzione statale: quell’area sacra in cui si lavora per sviluppare il senso critico e la capacità di ragionare della nostra gioventù.
e.b. blogger
CRITICA E POTERE

“L’unico modo per il popolo di provocare un qualsiasi cambiamento è di parlare e parlare chiaramente. Le proteste fanno un mondo di bene. La stessa cosa fa candidarsi per un incarico. La stessa cosa fa insegnare la verità nei licei, nelle scuole a casa propria, nei colleges e nelle università. Lettere, seminari, articoli, talk shows, tutte queste attività per provocare cambiamento politico. Informarvi voi stessi è il primo passo”. Inizio con un passo tratto dal libro “Abolire la Banca Centrale” di Ron Paul, già candidato repubblicano per il Congresso degli Stati Uniti d’America, per esprimere alcuni pensieri semiseri sul difficile ed eterno conflitto tra potere e critica.
L’idea di scrivere queste poche righe mi è sovvenuta oggi pomeriggio mentre, in qualità di consigliere comunale di opposizione, assistevo ad una interessante iniziativa organizzata dalla Giunta del Comune di Agliana all’Istituto Capitini, sul bilancio partecipato.
Non sto a dilungarmi sui dettagli del progetto che ritengo positivo in quanto incentiva i ragazzi delle scuole a prendere contatto con la vita reale con la quale dovranno fare i conti crescendo né tanto meno voglio in questa sede dilungarmi su valutazioni di merito, ma semplicemente riflettere e far riflettere su alcuni concetti.
Nel corso del pomeriggio un cittadino, Alessandro Romiti, presente all’incontro, ha chiesto la parola ed ha evidenziato alcune faccende che secondo lui l’Amministrazione comunale aveva gestito non ottemperando a quei principi di trasparenza, legalità e partecipazione che invece in questo progetto avrebbero dovuto trovare la loro massima espressione.
Riconosco a questo signore, al quale non sono legato da nessun vincolo se non la conoscenza (avendo collaborato con lui professionalmente per un progetto editoriale), le doti di gran rompiscatole e spesso di provocatore. Condivido alcune delle sue battaglie, meno altre e, per dirla tutta, ne sono pure politicamente distante. Eppure ho sentito l’esigenza di scrivere questo post e non me ne voglia Romiti. Non certo per venirgli in soccorso o per ergermi a suo difensore d’ufficio: è grande e vaccinato e non avrà certo bisogno del mio aiuto quando e se vorrà rispondere alle critiche che eventualmente gli piovono addosso per questa sua attività di contestazione. Lo faccio semplicemente perché non mi è piaciuto l’atteggiamento dei relatori che non solo non hanno risposto alle critiche rivolte (fondate o meno, non sta a me dirlo), ma hanno liquidato la cosa come lo sproloquio del solito contestatore di circostanza che cerca solo visibilità.
È sempre il solito vizietto, che nella storia collega come un filo rosso, tutte le esperienze di potere (di destra, di centro e di sinistra), quello di non rispondere per non dare alle critiche la certificazione di proteste legittime che meritano una spiegazione.
Il vizio di liquidare le proteste in maniera un po’ pilatesca con “non è la sede opportuna, non è questo il momento”. È la solita repulsione di chi governa (di nuovo, di destra, di centro e di sinistra) nei confronti di tutto ciò che è critica, diverbio, anche provocazione che, piaccia o non piaccia: è anche questo il sale della democrazia. Chi governa non solo deve fare buon viso a cattiva sorte nei confronti delle critiche (anche le più feroci e strumentali, ne so qualcosa!) ma deve assumerle su di sé come la dote imprescindibile di chiunque viene mandato a rappresentare tutti i cittadini (anche coloro che non lo hanno votato).
Un giorno lessi di un episodio, che mi è rimasto in mente, accaduto durante la visita del Presidente americano (se non ricordo male Johnson) al Quirinale in piena guerra del Vietnam.
Di fronte al palazzo presidenziale si era riunito un piccolo gruppo di contestatori che urlavano slogan contro il presidente degli Stati Uniti. Al che il Presidente della Repubblica (penso Saragat) chiese all’ospite se doveva provvedere a sgombrare la piazza per garantire la tranquillità dell’incontro. Il Presidente Johnson, forse un po’ stupito da tanto zelo e abituato al clima vivace americano, scosse la testa rispondendo: “No, that’s democracy!”, No, quella è democrazia!
Certo Romiti oggi un po’ se l’è cercata, forse scegliendo il momento meno adatto per rinfacciare all’Amministrazione le proprie carenze: però è pur vero che il cittadino, come il cliente, ha sempre ragione! E se il suo show mi è piaciuto poco nei modi e nei tempi, ancora meno mi è piaciuto l’atteggiamento dei rappresentanti dell’Amministrazione e gli appellativi con cui è stato etichettato Romiti nella chiosa finale al termine dei lavori uscendo dalla stanza.
Vedete, non esiste critica giusta e critica strumentale, non esistono argomentazioni valide e argomentazioni pretestuose, non esiste un diritto di critica legittima e un diritto di critica ingiustificato, non esiste “il momento giusto della protesta” perché solo la critica, la protesta, la gente che s’incazza, sempre e comunque, sono l’ultimo baluardo rimasto tra la sovranità popolare e chi ci governa. Sarà la storia poi a dare ragione agli uni o agli altri.
Diceva Voltaire: “Detesto ciò che dici, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa dirlo!”.
Luca Benesperi
Consigliere Comunale Pdl Agliana
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[Giovedì 8 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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