sabato 8 dicembre 2012

TRENO DEI MERCATINI. UN FREDDO POLARE E QUALCHE PICCOLO DISAGIO

di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA-MONTAGNA. Temo, davvero, che la gente di Pracchia (sono stato solo lì, oggi, per questa gelida scampagnata del Treno dei mercatini) si sia davvero disabituata all’idea, dunque alla realtà, che qualcuno osi far visita al piccolissimo e ameno paese delle prime pendici appenniniche.

Da quelle parti, comprese le frazioni coinvolte in questo percorso natalizio e cioè Piteccio, Castagno e San Mommè, lo sapevano da tempo che l’8 dicembre si sarebbe consumato un avvenimento che li avrebbe coinvolti, anima e corpo.
E invece, da come hanno gestito i punti ristoro, ad esempio, ho avuto netta la sensazione, ma non solo io, che la riqualificazione della montagna sia davvero un’opera pia e non attuabile.
Non sono le stazioni ferroviarie abbandonate e dismesse a rendere l’idea della totale disillusione, ma la tenera disorganizzazione delle strutture ancora in piedi, gestite, anche oggi 8 dicembre con un evento preannunziato in pompa magna, da anziani volontari, del tutto inadatti a gestire, sorridendo, un magma umano di tale portata. Però non era certo difficile mettere in conto che le oltre mille prenotazioni, tra le 12:30 e le 14, avrebbero gradito mangiare un boccone e non era certo non pianificabile che molte di queste lo avrebbero fatto in coincidenza dell’ultima delle quattro stazioni di questa piccola scampagnata, Pracchia.
Verissimo, nemmeno i vecchi indigeni, probabilmente, abituati ad avere con le bizze atmosferiche un rapporto ombelicale, che è quello che ha suggerito loro, nel tempo, di seminare o rimandare, avrebbero potuto lontanamente immaginare che l’8 dicembre sarebbe stata un’indimenticabile giornata invernale, con bufera di neve e temperature esagerate.
Insomma, sono fortemente convinto e dunque decisamente intristito dall’idea che nemmeno queste grandi piccole manifestazioni possano rendere a quelle zone la linfa per sopravvivere e riprendere, orgogliosamente, il coraggio di continuare.
I giovani sono ormai da tempo scappati e i loro anziani genitori e i loro vecchi nonni aspettano, sereni, che venga il loro turno, quello che li riconsegnerà tutti alla letizia, chiedendo al possessore delle chiavi dell’eternità di non far entrare, in loro compagnia, buona parte degli odierni visitatori: alle ore 14:40, quando sul binario 1 della stazione di Pracchia è giunto l’Etr 232, classe 1939 che avrebbe riportato a Pistoia, con partenza alle ore 15, la prima parte dei turisti, si è scatenata la ressa, solo e soltanto perché per tutti, sul meraviglioso vecchissimo ma ancor tosto convoglio, posto a sedere non ce ne sarebbe potuto essere.
È bastato questo rischio, poi consumatosi, a far perdere a parecchi papà e mamme, in compagnia dei rispettivi pargoli, il lume della ragione e, appena consentito a chi arrivava di scendere, tra non poche difficoltà, dal terno, si è iniziato a spingere coloro i quali stavano davanti: un rischio enorme, ingigantito dalla scivolosità del marciapiede ferroviario, trasformatosi, con la neve ghiacciata, in una lastra di sapone.
Pensate cosa potrà succedere il 21 prossimo dicembre, alle stazioni di Pracchia, Castagno Piteccio e San Mommè se la profezia Maya fosse tassonomicamente corretta!

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 8 dicembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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