PISTOIA. È freschissima la notizia che il ricorso presentato dal commissario nazionale Aias, Francesco Bagnale, al tribunale di Roma, contro l’Apr-Bardelli, è stato notificato nella mattinata di oggi 18 giugno.
Come dicevamo in un post di qualche giorno fa (esattamente il 13 giugno scorso; vedi), «ci potrebbero essere nuove mosse, in tutta questa tormentata vicenda, con la presentazione di un ricorso d’urgenza, al tribunale di Roma, per chiedere l’immediata sospensione del riconoscimento della Apr (l’associazione pistoiese per la riabilitazione di Bardelli) come unica e legittima destinataria dei finanziamenti regionali attribuìtile dalla convenzione firmata pochi giorni fa dal direttore generale dell’Asl 3, dottor Alessandro Scarafuggi. Sì, avete capito bene: a Roma. Perché è là che ormai si trasferisce il terreno dello scontro e della battaglia in questa guerra di successione che sembra non avere mai fine».
Come vi abbiamo detto, quindi, non solo le nove mosse ci sono state, ma stamattina il ricorso sarebbe stato notificato al patron di ex-Aias/Tvl/Apr.
E ora – se ripassiamo bene gli avvenimenti e le ultime dichiarazioni pubbliche di Bardelli – iniziano a profilarsi all’orizzonte alcune difficoltà legate al bilancio della nuova associazione e al mantenimento del personale che Bagnale aveva tenuto in servizio senza problemi nell’ultimo anno.
Già in alcune occasioni Bardelli ha fatto intendere che la gestione Bagnale è stata, per così dire, pericolosamente scriteriata, tanto da mettere in seria difficoltà il futuro della nuova Apr e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Starà ora ai sindacati vigilare con la massima attenzione che non vi siano scossoni e ripercussioni negative in questo settore.
Come ricorderemo, Bardelli aveva ventilato, come ipotesi per mettere in ginocchio e togliere di mezzo il commissario nazionale Aias, una proposta secondo cui tutti i suoi dipendenti si sarebbero dovuti licenziare per poi essere riassunti nella struttura del cui nome (Giovanni XXIII) vi abbiamo parlato di recente.
Dinanzi a questa ipotesi i dipendenti – ben guidati, si dice, dai sindacati – risposero con un secco no. Ora la terra inizia a tremare sotto i piedi.
Sarà solo uno spauracchio o un’inquietante realtà che si approssima?
e.b. blogger
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[Sabato 18 giugno 2011 - 20:44]
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