Èccole le immagini che ci immaginano, le icone che ci consegneranno alla risata che l’amico Antonio Nardi dice, sul suo blog, che ci seppellirà presto tutti.
Ed è verosimile, perché viviamo – e provate a dire di no – in mezzo a un marciume che scoppia e si diffonde da ogni parte. Mai così tanto, mai così esteso e pervicace. Inguaribile, ormai, sembra.
Ecco l’Italia nuova del 150° anniversario della sua nascita ed ecco le notizie che ci scaldano il cuore, ci rasserenano lo spirito, ci riconciliano con il mondo e con la vita, e ci fanno incamminare sulla via della speranza.
Santi, navigatori, poeti e… perduti.
Ci chiediamo perché i nostri giovani siano in crisi. E siamo proprio dei ciechi, scusate. Ciechi e stupidi. Sotto ogni punto di vista.
Dinanzi a questo, dite – se ne avete il coraggio – come si possa pensare a qualcosa di positivo in un Paese in cui le più elementari norme del comportamento vengono continuamente superate e calpestate dalle regole dell’interesse personale, della negazione della meritocrazia, del retto comportamento morale da parte della politica, del mondo della giustizia, della pubblica amministrazione – tutti ugualmente colpevoli di comportarsi da cappio al collo della gente, dei cittadini a cui si chiedono, e da cui si esigono, serietà e impegno morale e civile.
Se questo è un Paese, verrebbe da dire parodiando il titolo più famoso di Primo Levi.
Rispondete voi. Rispondete da voi.
Rispondetevi e rispondeteci, uomini della politica e degli eventi. Rispondetevi e rispondeteci, laici e cattolici, o cattolaici o laicocattolici alla Vannino Chiti.
Ma tenete presente anche ciò che diceva, in questi giorni, un amico qualunque a proposito della situazione pistoiese – Aias in prima linea e tutto il resto in fila, comprese le vicende della Società della Salute: «Vorrebbero che avessimo un pensiero positivo, ma ci cacciano lontano dalla chiarezza e dalla correttezza, smentite in ogni istante nei fatti… Vorrebbero che credessimo in Dio, ma stando a come si comportano loro, ci fanno necessariamente diventare atei…».
È la vittoria del nulla, quella che sta avanzando a grandi passi.
E nel nulla della risata di Antonio Nardi finiremo tutti. E meno male!
e.b. blogger
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[Sabato 4 giugno 2011]
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