È presto detto.
Basta osservare queste poche notizie che appaiono oggi, 8 giugno, su Tirreno e Nazione, ed èccoci ritrasportati automaticamente all’interno dell’atmosfera che respiriamo come poveri cittadini-sudditi della realtà che avrebbe dovuto redimerci dal marciume di un tempo.
La Seconda Repubblica non si presenta (e provate a negarlo) con una prognosi favorevole, almeno stando a quello che vediamo e viviamo ogni giorno.
Se una volta c’era l’età dell’innocenza, oggi le certezze sono del tutto tramontate.
E la strada corre da Berti e Venturi, che vanno per loro conto in ogni direzione (Berti lo abbiamo visto così disinvolto anche sul caso Aias-Bardelli); alla lotta feroce che dobbiamo ogni giorno intavolare coi poteri amministrativi (vigili come inflessibili sceriffi e multe alle badanti per la Tia: ma chissà quante altre angherie dovunque…); alle contraddizioni di una politica che vuole salvare il mondo con le energie rinnovabili, ma dice di no a qualsiasi progetto ecologico, perché le pale e le torri sono brutte e deturpano il paesaggio (ma verrebbe da chiedersi, con un proverbio di Lagacci, se i politici italiani vogliano avere l’uovo, la gallina e il culo sano…); alla chiesa che, traviata in mille rivoli terrestri, dimenticate le vie del cielo, si fa spettacolo in diretta al posto delle omelie; a Vannino Chiti, infine, che, oltre che indicarci cosa fare e come farlo in un dialogo fra chiesa e non-chiesa, laicità e fede, regala ai ragazzi delle scuole gli opuscolini infiocchettati della legge più importante e più negata della nostra vita, la Costituzione.
Icone, sì, fondamentali, del nostro tempo.
Che non va.
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Mercoledì 8 giugno 2011]
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