domenica 8 gennaio 2012

UN SINDACO PER PISTOIA. MAI UNA LOTTA COSÌ ACCESA


di Luigi Scardigli

Scorre del sangue e volano parole grosse sulla sfida che anticipa, ormai di pochissimo, le primarie che stanno incredibilmente incendiando il centro-sinistra.
Mai come in questa tornata, che non distribuirà la minima suspense dal segreto dell’urna primaverile (Alberto, Cecilia, Roberto e Samuele, il prossimo sindaco di Pistoia sarà uno di questi quattro; di là corre voce che il centro-destra stia addirittura ipotizzando la diserzione, invitando, nel giorno del voto, i pistoiesi ad una scampagnata sul tanto sbeffeggiato Appennino), si era assistito ad una lotta intestina tanto accesa.

Il merito di tutto questo bailamme – è un dato oggettivo, che mi sarà riconosciuto da chiunque si agiti in quei paraggi, ma anche da semplici attenti osservatori – è di Roberto Bartoli, che ha deciso di mettersi a fare del casino non urlando dal centro della piazza, ma sussurrando la rivolta dai banchi del Consiglio comunale, fino ad arrivare alla sua autocandidatura tra le file degli ex comunisti, molto poco comunisti, come lui, del resto: estrema, violenta, bella, allegra, felice, consapevole, irriverente, toccante, commovente, certa, sicura, responsabile, dotta, solidale. Surreale.
È così, non scherziamo! Se non ci fosse stato Roberto ad insanguinare i preliminari, il vertice del Pd avrebbe ammonito, imbonito e fatto inevitabilmente genuflettere i suoi amici satelliti decidendo, con largo anticipo, tra mugugni e porte accostate, vendette inconsumabili e inconsumate, assessorati di secondo piano e presidenze circoscrizionali, quale sarebbe stato il Sindaco dei prossimi due lustri; il popolo del centro-sinistra, assetato di novità vere, avrebbe delegato, per poche settimane, come succede da circa trent’anni, le proprie speranze sul candidato insignito per tempo, per poi accontentarsi, come i tifosi più incalliti, di aver visto almeno perdere gli avversari.
E che dall’altra sponda non ci sia il minimo deontologico e dignitoso interesse a provare il colpo di scena, lo si capisce anche dalle chiacchiere che agitano, sui divani dei salotti, i deretani degli pseudo avversari, che non stanno cercando di capire come far breccia tra le maglie di questa babelica incertezza a sinistra segnalando un candidato con gli attributi (non è una boutade maschista, Anna Maria) a destra; il gioco, di là, consiste nel prevedere quanti e quali dei tre candidati battuti alle primarie, una volta sconfitti dal popolo, proseguano, democraticamente indefessi, a portare l’acqua al mulino del suo compagno vittorioso.
I bookmakers pistoiesi, insomma, che non bancano lo schieramento della poltrona di palazzo di Giano, ma solo il candidato rosso, si stanno scervellando per sapere come distribuire le percentuali. Bertinelli, ad esempio, dato quasi alla pari fino a qualche giorno fa, dopo l’incredibile autogol è quotato vertiginosamente: se vincesse le primarie del centro-sinistra, la Snai verserebbe un patrimonio ai fortunati e preveggenti borsisti; inversamente proporzionale invece è la Turco: buon chi ha creduto in lei in tempi non sospetti, quando era bancata a 5/6. La sua vittoria, ora, è data ad 1,25, ma chi ha puntato un cospicuo capitale la settimana scorsa, si troverà con un bel gruzzoletto.
Bartoli continua ad oscillare tra i 2 e i 3: l’ondata rivoluzionaria è di quelle maestose, ma all’Unibet sono convinti che l’entusiasmo non comporti, né contempli vittoria; anche i suoi scommettitori infatti, notoriamente squattrinati e dalle braccia non lunghissime, con l’operatore ecologico ci vanno parecchio cauti.
Resta Niccolai, che corre voce si stia facendo delle risate pazze e che ogni giorno punti una sommetta consistente su un candidato diverso, soprattutto confidando nelle folli variazioni di quota.
Per la Celesti Sindaco non ci sono possibilità: eccesso di rialzo, rien à faire!

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[Domenica 8 gennaio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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