di Luigi Scardigli
Scorre del sangue e volano parole
grosse sulla sfida che anticipa, ormai di pochissimo, le primarie che stanno
incredibilmente incendiando il centro-sinistra.
Mai come in questa tornata, che non
distribuirà la minima suspense dal segreto dell’urna primaverile
(Alberto, Cecilia, Roberto e Samuele, il prossimo sindaco di Pistoia sarà uno
di questi quattro; di là corre voce che il centro-destra stia addirittura
ipotizzando la diserzione, invitando, nel giorno del voto, i pistoiesi ad una scampagnata
sul tanto sbeffeggiato Appennino), si era assistito ad una lotta intestina
tanto accesa.
Il merito di tutto questo bailamme – è
un dato oggettivo, che mi sarà riconosciuto da chiunque si agiti in quei
paraggi, ma anche da semplici attenti osservatori – è di Roberto Bartoli, che
ha deciso di mettersi a fare del casino non urlando dal centro della piazza, ma
sussurrando la rivolta dai banchi del Consiglio comunale, fino ad arrivare alla
sua autocandidatura tra le file degli ex comunisti, molto poco comunisti, come
lui, del resto: estrema, violenta, bella, allegra, felice, consapevole,
irriverente, toccante, commovente, certa, sicura, responsabile, dotta,
solidale. Surreale.
È così, non scherziamo! Se non ci fosse
stato Roberto ad insanguinare i preliminari, il vertice del Pd avrebbe
ammonito, imbonito e fatto inevitabilmente genuflettere i suoi amici satelliti
decidendo, con largo anticipo, tra mugugni e porte accostate, vendette
inconsumabili e inconsumate, assessorati di secondo piano e presidenze
circoscrizionali, quale sarebbe stato il Sindaco dei prossimi due lustri; il
popolo del centro-sinistra, assetato di novità vere, avrebbe delegato, per
poche settimane, come succede da circa trent’anni, le proprie speranze sul
candidato insignito per tempo, per poi accontentarsi, come i tifosi più
incalliti, di aver visto almeno perdere gli avversari.
E che dall’altra sponda non ci sia il
minimo deontologico e dignitoso interesse a provare il colpo di scena, lo si
capisce anche dalle chiacchiere che agitano, sui divani dei salotti, i deretani
degli pseudo avversari, che non stanno cercando di capire come far breccia tra
le maglie di questa babelica incertezza a sinistra segnalando un candidato con
gli attributi (non è una boutade maschista, Anna Maria) a destra; il gioco, di
là, consiste nel prevedere quanti e quali dei tre candidati battuti alle
primarie, una volta sconfitti dal popolo, proseguano, democraticamente indefessi,
a portare l’acqua al mulino del suo compagno vittorioso.
I bookmakers pistoiesi, insomma, che
non bancano lo schieramento della poltrona di palazzo di Giano, ma solo il
candidato rosso, si stanno scervellando per sapere come distribuire le
percentuali. Bertinelli, ad esempio, dato quasi alla pari fino a qualche giorno
fa, dopo l’incredibile autogol è quotato vertiginosamente: se vincesse le
primarie del centro-sinistra, la Snai verserebbe un patrimonio ai fortunati e
preveggenti borsisti; inversamente proporzionale invece è la Turco: buon chi ha
creduto in lei in tempi non sospetti, quando era bancata a 5/6. La sua
vittoria, ora, è data ad 1,25, ma chi ha puntato un cospicuo capitale la
settimana scorsa, si troverà con un bel gruzzoletto.
Bartoli continua ad oscillare tra i 2 e
i 3: l’ondata rivoluzionaria è di quelle maestose, ma all’Unibet sono convinti
che l’entusiasmo non comporti, né contempli vittoria; anche i suoi
scommettitori infatti, notoriamente squattrinati e dalle braccia non
lunghissime, con l’operatore ecologico ci vanno parecchio cauti.
Resta Niccolai, che corre voce si stia
facendo delle risate pazze e che ogni giorno punti una sommetta consistente su
un candidato diverso, soprattutto confidando nelle folli variazioni di quota.
Per la Celesti Sindaco non ci sono
possibilità: eccesso di rialzo, rien à faire!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 8 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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