sabato 27 novembre 2010

WAITING FOR GODOT




Aspettando Godot  – un Godot, ovviamente, che non arriva o, se lo fa, lo fa da ultimo e per forza.
Rispose Gesù: «Sta pure scritto: “Non tenterai il Signore Dio tuo”», dice il Vangelo.
Ebbene confesso: ho tentato i quotidiani di cronaca con la notizia che ho dato il 22 novembre scorso. Una notizia pubblicata anche per vedere quanto l’informazione ufficiale ci avrebbe messo a decidersi di decidere di arrivare al pezzo o a dama.
E bisogna dire che 5 giorni sono effettivamente un po’ troppi per chi il mestiere lo fa di mestiere.
Dunque tornano a palla le considerazioni che avevo già fatto nel post Fare cronaca e farla male, perché ormai non si fa più cronaca, ma solo attenzione alle voci ufficiali e istituzionali, alle veline e non alle notizie cercate, raspate e trovate – anche per caso, se vogliamo, ma sempre con gli occhi bene aperti e le orecchie dritte.
Torna a palla il discorso di Alberto Ciullini, che bisogna parlare con la gente. Torna a palla il precetto che, negli anni dell’apprendistato alla Nazione di Pistoia – allora sotto la Galleria Nazionale, in una delle case della Famiglia Bardelli, proprio quella dell’inquieto presidente dell’Aias anche direttore responsabile di TVL –, non si stancava mai di ripetere e di ripetermi Valeriano Cecconi: che la cronaca è contropotere, che la cronaca è rompere le scatole, che la cronaca è sapere ascoltare anche l’erba che cresce sulle fosse, o avvertire perfino il rèfolo di vento che entra impercettibile da uno spiraglio di finestra.
Ma questo non si fa quasi più, perché è più facile stare al comodo preconfezionamento dei cibi. Gli storici – e io dico i cronisti – si rivolgono più facilmente a ciò che è già pronto e scontato: così Tucidide all’inizio della sua opera.
E allora guardiamo meglio il caso in questione; la Nieri in crisi, i timori e i tremori di molta gente:

  1. Nieri nega che ci siano pericoli. Ma conferma che la sua azienda sta parlando con i fornitori.
  2. Nieri nega che si parli di concordato. Ma di cosa discute, allora, con i suoi fornitori?
  3. Nieri tranquillizza tutti e ci fa immensamente piacere. Ma perché parla di voci malevole? In fondo tutto ciò che è stato detto e scritto, è puntualmente confermato dal pool di esperti che dovranno occuparsi della ristrutturazione dell’azienda nei prossimi mesi. Ed è lui stesso a dircelo.
Se tanto ci tanto (la terza persona del verbo dare, , in italiano si scrive con l’accento; e ai, preposizione articolata per a + i, si scrive senza la h – nota antipatica, ma doverosa, per La Nazione), se tanto ci tanto, gli allarmi della gente, raccolti in questo modestissimo blog, sono tutti più che giustificati e reali. Ristrutturazione di una azienda vorrà pur dire qualcosa, no?
E fa impressione che di tutto questo non se ne sia manco accorto il sindaco Sergio Gori, sempre così attenta a ricercare nell’altro il volto del fratello; o l’assessore Dalì, che pure guida con grande sovietica solennità, come il trattore nei suoi vivai, la radiosa locomotiva della ripresa del mercato del mobile quarratino, soprattutto dopo la great idea del tavolo tecnico – come scriverebbe la segreteria politica del sindaco – fortemente voluto da chi deve portare la città sana e salva fuori della crisi.
Dio ci scampi! Waiting for Godot, appunto. Aspettando un Godot che… campa cavallo che l’erba cresce. Prima miliardi di piste ciclabili, di balene a bocca aperta, di Querciole che non funzionano ma costano un paio di miliardi, di Màgie con cazzute fontane di Buren etc. etc. etc.
Bentornati tutti ora, all’improvviso, se pur sempre in gran ritardo!
Bentornata cronaca, bentornata CGIL – anche tu finora muta, calma e placida come il Piave al passaggio dei primi fanti il 24 maggio.
E speriamo che si sveglino anche il comune e il sindaco – pur se ’mbriàghi, come direbbe l’Albertone nazionale, per i successi ottenuti di recente: un premio Città Ideale dei nostri augusti stivali; un pasticcio che discende non dalle stelle, ma dalla protervia con cui sono state approvate le aree APD del regolamento edilizio; la soddisfazione di aver concluso felicemente, anche quest’anno, il meeting della legalità, quella rappresentazione di come dovrebbe essere – mentre in molti casi non è – quel comune di Quarrata che Dante non esisterebbe a definire una nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello.

E che nessuno si azzardi a scandalizzarsi – ma cominci, piuttosto, a prenderne doverosa e pentita coscienza.

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