domenica 7 luglio 2013

MISERICORDIA-AGLIANA. ANCHE NICCOLAI OBBEDISCE E NON PARLA


di ALESSANDRO ROMITI

Il Consigliere più votato preferisce mantenere il silenzio imposto dall’ultradecennale Artioli

AGLIANA. Dopo diverse telefonate a vuoto abbiamo tentato la fortuna che, questa volta, ci ha assistito. Carlo Niccolai era in ufficio, s’accingeva ad uscire ma è stato cortese, e, avvisato dalla segretaria, ci ha concesso un rapidissimo incontro.
Dopo aver acceso il microfono, ho avviato una serie di domande, inutilmente (ma non del tutto, in realtà): Niccolai ha cercato di non rispondere.
Il nuovo e indemocratico Cd della Mise ha intanto stabilito una cosa: i rapporti con la stampa saranno tenuti da un addetto stampa all’uopo dedicato (ci è balzata sùbito agli occhi la commissione degli esaminatori che dovrà valutare il candidato – vedi); poi abbiamo cercato di immaginare quanto il fortunato vincitore dovrà anche essere, elastico, ma soprattutto comprensivo con i dirigenti.

Niccolai – dicevamo - è stato gentile e non ha fatto come gli altri suoi confratelli che ci hanno sbattuto il telefono in faccia, qualcuno con delle imprecazioni  e delle espressioni d’insofferenza.
Con Niccolai ci siamo subito dati del “tu” e ci ha ispirato immediata fiducia a pelle; è stato per questo che ingenuamente – direte voi – lo abbiamo esortato a tenere alto il controllo sulla gestione dentro il nobile consesso misericordioso. Niccolai ci ha chiesto di fare una “tregua”, perché il Cd intende mettersi a lavorare e, comunque, ha còlto l’occasione per rimproverarci per le note dedicate ai nuovi consiglieri, farcite di commenti biografici: peccato che nessuno dei coinvolti nell’operazione Misericordia-Agliana, voglia capire (nonostante la presenza della sbandieratissima vicepresidente avvocata penalista Ilaria Signori) che chiunque si dedica alla vita pubblica è, giustamente,  più di altri soggetto alla lente d’ingrandimento e all’analisi. Dal che viene da chiedersi cosa insegnino agli avvocati nelle aule delle facoltà di Giurisprudenza!
L’intervista ha una certa rilevanza proprio per quello che “non è stato detto”.
Il Cd, ha deliberato intanto d’evitare ogni contatto con il mondo dell’informazione e così i soci si sono impegnati a non fare commenti di alcun tipo: e cominciamo subito bene, sul piano della trasparenza e della libertà personale, con questa coercizione limitativa grave, che, a nostro giudizio, offende i consiglieri e ribadisce l’intrinseca insicurezza e ambiguità delle attività del consiglio (l’opacità è “pericolosa” per il danno all’immagine che induce nei confronti di chi la esercita?) e garantisce l’affermazione più indemocratica dell’asse artioliano negli indirizzi di Confraternita, Unimise e Fondazione.
Ecco alcune delle domande rivolte al consigliere Niccolai:
– Come mai il consigliere più votato non è stato eletto presidente?
– Alcune impressioni sulle vicende emerse a seguito dell’inchiesta giornalistica, le puoi formulare?
– Come giudichi la bocciatura della signora Adele all’iscrizione a socio?
– Che mi dici della imbarazzante posizione dei coniugi Vagnozzi, esclusi dal novero dei soci?
– E delle note espresse dal Dott. Santini, cosa pensi?
Nessun commento, ma il volto del consigliere ci è parso imbarazzato.
Prima di spegnere il microfono che ha registrato il “niente”, abbiamo fatto la domanda da un milione: «Avete designato il nuovo correttore morale?».
Ma di questo ne parliamo in post a parte…


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[Domenica 7 luglio 2013 | 12:27 - © Quarrata/news]

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