martedì 6 agosto 2013

CARIPIT/UNISER, QUANDO COMPRARE UN CAPANNONE SIGNIFICA FARE UN VERO AFFARE

[Dalla serie Le meglio immagini in satira]

di FELICE DE MATTEIS

Un prezzo che scende in picchiata da 6 milioni e mezzo a 2 milioni e 700mila – Non male un costo inferiore a 500 € al metroquadro

PISTOIA. Finiamola. L’acquisto del capannone “Q” attualmente ospitante anche Uniser, non è un bell’esempio di amministrazione civica, fin dal suo preliminare di vendita, anche se la Legge lo prevede: cioè un preliminare di vendita sotto forma dei scrittura privata che generalmente intende il ricorso alle formalità di legge (e di registrazione con conseguenti oneri) che “fra compari” si cerca di evitare. Giustamente perché fra gentiluomini “pacta sunt servanda”: ma fra Comune di Pistoia e Fondazione Papa/Papà, meglio andarci piano, anche se le parti sono unanimemente stimate, ben viste e collocate in area – non vasta – ma comune.

Siamo al 28 dicembre 2012, quando il preliminare di vendita è redatto (all. 1).
Il prezzo, mediante meccanismi di calcolo che sono fuori “volutamente” fuori dalla nostra capacità di intendere, passano da €. 6.697.615,65 ad €. 4.500.797,72 perché il fabbricato è vetusto e un pochetto abbassato nel prezzo (0,80%). Considerando, in più, che in questo complesso sono stati effettuati lavori di ristrutturazione (da Uniser, in cui è dentro anche la fondazione Caripit) per €. 1.381.341,75, si arriva a  €. 3.1499.455,97. Poi c’è il finale: «La cifra così ottenuta sarà ulteriormente ridotta di un 10%, pari pertanto a €. 311.945,59 a fronte della particolare destinazione urbanistica e delle servitù eventuali (!! n.d.r.) che saranno costituite sull’immobile». Cifra semi finale €. 2.807.510,38: poi, ma ci siamo rotti, si fa un altro sconto (legale eh!) e si arriva a €. 2.607.113,55.
«Valutando le media delle cifre […] si può dichiarare che il più probabile valore di mercato dell’immobile risulta essere €. 2.700.000» (all. 2-3, da una determina dell’Ing. Evangelisti, dirigente dei lavori pubblici del Comune di Pistoia). E arriva Papa/Papà e la sua Fondazione che tutto comprano e che, se qualche “spicciolo” avanza, chiamano la Caritas. Business is business!
[Dalla serie Le meglio immagini in satira]
Noi diciamo che acquistare a €. 500 il mq un ambiente è un affare, però non pensiamo di essere infallibili: possiamo essere solo maliziosi e dire che in fondo “Parigi val bene una messa” anche se l’unico acquirente al bando di vendita – e a quella cifra – è stata solo la Fondazione, con i gravami di una Uniser che occupa i locali e che sta lentamente esaurendosi e che “rivorrà” circa €. 1.500.000 di spese da scomputarsi in affitto annuale per i lavori di manutenzione e altro, a suo tempo effettuati. E se Uniser, dalla quale già si è sganciata la Provincia, richiedendo la sua quota consortile e i soldi spesi per ristrutturazioni, si troverà piano, piano anche senza gli altri soci (vedi precedente post), cosa succederà?
E in ultima analisi, chi ha fatto l’affare, come ho già scritto? La Fondazione o il Comune di Pistoia? E chi ne subirà i danni? Uno dei due “ha preso il bidone”.
Sicuramente l’unica a cui tutta questa storia non interesserà, sarà la Tim che vanta un contratto per un antenna di trasmissione e quindi una servitù per gli altri non contestabile: è un impianto di telefonia che la Tim ha pure in un’area cimiteriale vicino al Viale Arcadia. E in entrambi i casi, con le dovute differenze, tutto tace, fra cimiteri e altro.
Adesso, però scusateci: non vogliamo difendere Papa/Papà/Io/Noi/etc.
Nella Fondazione esiste un Consiglio di Amministrazione che evidentemente è in tale sintonia con il Capo che, non certo per il “gettone di presenza”, ma solo per usuale e curiale acquiescenza non “dissente”, non contesta e non disapprova.
Tirino fuori i verbali delle riunioni su questo eccellentissimo acquisto, ci dica qualcuno del “gran Consiglio” se qualche voce libera ha dissentito e perché.
[Dalla serie Le meglio immagini in satira]
Non ne hanno il coraggio, i signori della Curia Caripit? Qualcuno ha provato ad alzare la voce, a proposito dei dieci milioni di titoli spazzatura, e tutto è finito lì. Ma chi sono? Donde vengono? Non tutti i signori sono “ben venuti”, donde Eugenio. Per oro Parigi non vale una Messa ma solo una pedata nei fondelli, quando non serviranno più. Lo hanno capito o no?
Il 25 luglio il Cav. Benito Mussolini, che dicono fosse un dittatore, messo democraticamente in minoranza dall’ordine del giorno Grandi, si recò dal Re a consegnare le sue dimissioni: sprovveduto, si fece anche arrestare! Alla faccia della dittatura.
La Fondazione Caripit, ovviamente, è altra cosa. Certamente il Chiar.mo Prof. Ivano non è il Cav. Benito: non confondiamo l’urina con l’acqua santa!
Comincino a chiarire ai cittadini pistoiesi, Consiglieri della Fondazione Caripit, se l’operazione Capannone “Q” delle ex Breda è stata positiva per la città e per i pistoiesi: ne hanno l’obbligo.
Altrimenti sarò costretto, per mia semplice curiosità, a contattare i Giambra, costruttori.
Loro, sì, che se ne intendono!










[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Martedì 6 agosto 2013 | 09:12 - © Quarrata/news]

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