martedì 2 luglio 2013

HARPER-MUSSELWHITE, IL FESTIVAL VA AD INIZIARE


di LUIGI SCARDIGLI

Domani sera scocca per la 34esima volta l’ora X È tutto pronto per una cinque giorni di grande musica

PISTOIA. L’augurio è che stasera, nella prima delle cinque serate della 34esima edizione del Festival Blues, in piazza del Duomo, qualcuno della sicurezza non chieda alle migliaia di spettatori, gentilmente quanto si voglia, di stare seduti.
Perché sarebbe un vero e proprio paradosso visto e considerato che sul palco ci saranno Ben Harper e Charlie Musselwhite, una coppia tutto sommato inedita, ma rodata per sangue, a presentare e portare a spasso in giro per il mondo l’ultima incisione del chitarrista creolo afro-ebreo, Get Up (alzati!).

Coppia inedita, ho detto, non tanto per gli oltre venti anni di differenza che separano i natali dell’uno dall’altro, quanto per cultura. Ben ha iniziato giovanissimo a suonare perché non avrebbe potuto fare diversamente: figlio di separati, è cresciuto con i nonni materni, che gestivano un negozio di strumenti musicali. Un destino segnato, una piacevole e meravigliosa predestinazione che ha portato Harper a diventare uno dei rappresentanti più illustri e temuti della blackmusic, soprattutto sotto un profilo di impegno sociale.
Certo, è un soulman, un bluesman, che si diverte e diverte anche nel reggae, che si porta nella sacca ematica della sua discendenza ed è proprio in virtù di questa poliedrica tradizione che Ben Harper ha deciso di mettersi a collaborare con uno dei più vecchi e meno inflazionati armonicisti al mondo, un’icona dello strumento a fiato, tanto che Big Joe Williams, nel bel mezzo delle correnti del Mississipi, lo battezzò alla pari di Sonny Boy, subito dopo il suo assassinio.
Charlie invece è uno di quelli che ha suonato per non morire di fame, ma si è andato così impreziosendo che dopo aver superato indenne i morsi più atroci è diventato un cult, dello strumento. Sì, suona anche la chitarra, ma è l’armonica a bocca, quella che ho avuto il piacere di riascoltare giorni fa da Guitar Crusher, a La Degna Tana, a Pistoia, è il suo mezzo di comunicazione preferito, prediletto, universale, quello che lo distingue e contraddistingue ovunque, nel mondo.
Il popolo del blues, almeno fino a ieri in tarda serata, non si è visto; d’accordo, sono le bancarelle e i loro effetti collaterali più immediati a scatenare l’atmosfera, ma credo che con il trasformarsi del blues, siano cambiati un po’ anche i suoi fruitori.
Il tempo, del resto, passa: il Festival, per fortuna, resta!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 2 luglio 2013 | 17:21 - © Quarrata/news]

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