domenica 7 luglio 2013

SANITÀ. «COMPAGNI, SIAMO TUTTI UGUALI! (MA IO SONO UN PO’ PIÙ UGUALE DI VOI…)»


di FELICE DE MATTEIS

Ma è proprio vero che gli stipendi dei medici-manager sono diminuiti o si tratta solo del trucchetto delle tre carte? Quattro conti in tasca all’Asl 3

PISTOIA. Gentile Lettore, l’argomento, di per sé ostico, mi obbliga ad alcune premesse di carattere generale ma anche molto esplicite. Nella vita di ciascuno il merito “deve” essere riconosciuto e ognuno ha il diritto di scegliere quali obbiettivi porsi. Poter usufruire delle stesse possibilità è l’essenza dell’Umanesimo dello Stato. Ma l’affermazione “siamo tutti uguali”, oltre che una sciocchezza, è una vigliaccheria per ridurre “verso il basso” le capacità e le competenze.

È avvenuto nella scuola, negli enti pubblici e particolarmente nella Sanità. D’altronde, a differenza di nostri vicini tedeschi, ci siamo permessi il lusso di perdere la guerra (due) ed anche la Pace (due).
I nostri generali, nei vari settori della vita pubblica, sono tutti dei Badoglio, che, sarà bene ricordarlo, fu il Generale di Caporetto e dell’8 Settembre: un fuggiasco e un furbo. Come i nostri “generali” civili, lì posizionati in virtù di tessere di partito e di logge e non certo per personali capacità, per lo meno nella grande maggioranza dei casi – e le eccezioni, purtroppo, non sono la regola.
Questo “pensare proletario”, affermatosi nei “meravigliosi” anni del 68 – come dice il mantenuto ex europarlamentare Capanna – stanno producendo “a strascico” i loro effetti, ammortizzati fino a qualche anno fa dalla mucca piena di latte infetto chiamata D.C. e da una struttura statale residuata, seria e abituata ad ubbidire per senso dello Stato, che proveniva anagraficamente da lontano.
La forbice retributiva, anche allora, trenta anni or sono, esisteva, ma non produceva, come oggi, le disparità alle quali stiamo assistendo. È un dato di fatto non contestabile, mentre oggi “che siamo tutti uguali” – e qui arriviamo al cuore del ragionamento – c’è chi è molto meno uguale di altri perché “quegli altri” sono loro, il potere politico, la seggiola politica, la competenza politica che diventa anche medica. Insomma, è nato prima l’uovo o la gallina?
Osserverete che scriviamo “politica” con la minuscola, ovviamente. Comprendiamo così che in un settore essenziale come la sanità, esiste il medico, chirurgo, ortopedico, cardiologo, diagnostico, comunque in prima linea, che riscuote la giusta mercede per la sua opera ed altri, non in prima linea, che, dichiarati “apicali”, si pappano stipendi annui che lasciano un poco perplessi. Tanto più considerando che in periodo di “vacche magre” questi signori, assurti ai vertici della Sanità, si beccano aumenti annui di svariate migliaia di euro.
Questo ci dice la cronaca del Tirreno quando non ci limitiamo alla superficie, ma confrontiamo gli stipendi di certi vertici Asl con quelli dell’anno precedente. Due esempi fra tutti: Paolini Piero (terapie intensive), anno 2011, €. 165.155,19 – anno 2012, €. 177.032 (+ 11.876,81 € – quasi mille euro al mese in più); Gherardeschi Chiara (staff. Dir. Sanit.), anno 2011, €. 128.418,67 – anno 2012, €.138.139 (+ 9.720,33 €…). E via a seguire.
Questi aumenti sono, egregi signori, degli stipendi da persone “tutte sovieticamente uguali ma normali”, di quelle che pigliano (e ne ringraziano Dio!) meno di mille euro al mese, se hanno un posto fisso simile a quelli che non garbavano a Monti perché a lui bastava riscuotere l’appannaggio (fisso) da Senatore a vita.
Domanda “politicamente scorretta”: se vi viene un attacco di appendicite o uno scompenso cardiaco, scegliete il medico ospedaliero da €. 70.000 annui, specializzato, o la dott.ssa Gherardeschi dello staff. Dir. Sanit. da €. 138.000?
Liberi di morire come preferite… Almeno questo!
Quindi, gli stipendi dei dirigenti Asl, quelli che non rischiano una mazza, non diminuiscono, aumentano alla faccia della crisi, ma sembrano diminuiti perché, nel complesso dei “poltronieri” dell’Asl di Pistoia, sono venuti a mancare una sessantina di “tesserati” e relativi congrui compensi. Il giochetto è tutto qui: alla faccia di chi presenta le situazioni senza approfondirle nel vero senso della parola e con la dovuta attenzione per il lettore che ha diritto di essere informato.
Però, signori medici, lungi da noi il voler polemizzare – un domani potremmo, volendo o no, aver bisogno delle vostre attenzioni, cercate di capirci, “teniamo famiglia” –, ma perché voi siete costretti a farvi una costosa assicurazione contro eventuali contenziosi che un paziente può crearvi per eventuali vostre umane manchevolezze, mentre i vostri capoccia (forzosamente anche nostri) sono ampiamente e politicamente assicurati da quel grande figlio della sanità che si chiama Giotto-Enrico compagno Rossi, parto podalico di Mastro Cimabue-Vannino Chiti?
Invito a rispondere rivolto ai signori Medici che non si sentono partoriti dal 68.

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[Domenica 7 luglio 2013 | 09:25 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. questa merita una sottoscrizione per il premio Nobel della letteratura "Politica". Complimento per l'incisività e, purtroppo, per l'autenticità dell'analisi!
    MDB

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  2. Anche un idiota si renderebbe subito conto che 41,3 milioni diviso 661 dirigenti (2011) fa una media di circa 62.000€ a testa, mentre 39,1 milioni diviso 601 dirigenti (2012) corrisponde ad una media di circa 65.000€ a testa, con un incremento di 3000€ medi a testa!
    E sono medie: c'è da dire infatti che lo stipendio non è affatto aumentato per tutti...
    Sarebbe interessante correlare lo stipendio oltre che alla posizione funzionale, anche alla proprietà di una tessera di (qualsiasi) partito: sono sicuro che ne verrebbe fuori una distribuzione non affatto casuale.
    Firmato, un Dirigente Medico che non ha visto riconfermato "formalmente" il proprio incarico professionale allo scadere dei 15 anni, perdendoci l'unico scatto di anzianità previsto dal contratto nazionale, ma che continua comunque a svolgere lo stesso lavoro di prima (forse con minor spirito di servizio?)...

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