mercoledì 7 agosto 2013

SANITÀ TOSCANA, QUANDO LO SFASCIO È FATTO

Sant’Antonio da Padova

PISTOIA. Stamattina arriva questo tragico comunicato del C.R.E.S.T., il Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana – Rete dei Comitati e dei Movimenti Toscani.
Meditatelo con attenzione.

DOCUMENTO PER LA DIFESA
DEI PICCOLI OSPEDALI E DELLA SANITÀ PUBBLICA

Preso atto che in tutta la stampa, attraverso le cronache locali delle varie province, si evidenzia l’obiettivo della Regione Toscana – attraverso il suo assessore Marroni – di applicare il principio dei tagli alla sanità, sopprimendo i piccoli presidi ospedalieri per pure esigenze di spesa, uscita fuori controllo per gli sperperi e la mala gestione della medesima, Massa in primis.

Sant’Antonio Abate
NEL PUNTO PIÙ BASSO

SOLO qualche considerazione, di buonsenso e di aritmetica elementare.
Abbiamo definito tragico questo documento, perché fa la radiografia di una situazione sostanzialmente irrecuperabile.
Da una parte la gestione della sanità toscana, alla Rossi, sbandiera impegni economici – a carico della povera gente – per:

  1. 600 milioni di € per 4 nuovi ospedali che costeranno
  2. 1 miliardo e 520 milioni di manutenzioni (20 milioni l’anno per ciascun ospedale per 19 anni? – vedi Pistoia…)
  3. 420 milioni di € per tappare il buco-Rossi di Massa (Rossi perché era lui l’Assessore Marroni dell’epoca Scarafuggi & C.) e spalmarlo – come disse Gianfranco Venturi – su tutti i toscani
  4. 2 miliardi e 540 milioni di € in 19 anni in totale-parziale (mancano infatti gli interessi del buco di Massa…) – salvo errori & omissioni, come si scrive in calce alle fatture. Questa però è una fattura peggiore di quelle delle fattucchiere.

Dall’altra parte si passa a corsa a una serie di tagli lineari – come piace dire ai pol(l)itici nostrali – che stronca letteralmente la gente che, da decenni, ha pagato e paga, sempre più salato, il proprio “diritto alla vita”, più che alla salute.
Se questa è una politica di sinistra, signori borgheso-aziendalisti del Pd, non ci resta che rivolgerci a Sant’Antonio da Padova per chiedere un miracolo.
Perché agisca su Sant’Antonio Abate, protettore dei politici che, come tutti i sereni animali che avvicinano a Dio (è una citazione da Saba, il poeta), non sanno l’aritmetica e quindi non riescono a calcolare i danni che fanno.
Ed è per questo che ci hanno ridotto in miseria e povertà.
Sia noi vecchi che, soprattutto, i giovani: per almeno altre quattro generazioni.
e.b.
[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
Preso atto che questa strategia “minimalista” intacca pesantemente l’art. 32 della Costituzione ed il diritto alla salute nelle sue varie forme, riducendo tale diritto ad una economicistica equazione costi/ricavi senza le implicazioni di carattere etico/morale che un servizio di tal genere comporta, tanto più se lautamente coperto da tasse ed addizionali che il cittadino è tenuto a pagare.
Preso atto dai documenti contabili delle varie Aziende che la spesa sanitaria relativa ai costi del personale dirigente (amministrativo e sanitario), tutto di nomina politica, sale annualmente in modo direttamente proporzionale alla diminuzione di tutto il personale sanitario e comunque a diretto contatto con l’utenza.
Considerato che premeditatamente si penalizzano realtà ospedaliere efficienti, collocate nel territorio e idonee alle sue immediate esigenze, senza tenere conto del bacino territoriale di utenza distribuito geograficamente in zone disagiate, ma non per questo penalizzabili e di fatto, escludendole da una parità di trattamento con situazioni metropolitane ad alta densità urbana e già dotate di strutture ospedaliere congrue.
Considerato che tutta l’operazione “dismissione piccoli Ospedali “ e relative creazioni di Case della Salute (esperimento in alcuni casi già dichiarato superato e fallito dalla stessa Regione Toscana) serve a giustificare, su una riscontrabile linea viaria di neppure cento chilometri, quattro nuovi complessi ospedalieri, costosi, doppioni l’un l’altro senza eccellenze specifiche al loro interno, se non quelle già preesistenti.
Si chiede al Presidente della Regione Rossi ed al suo assessore alla Sanità Marroni, un incontro con i Comitati estensori della presente onde definire la immediata cessazione di dismissione incontrollata di presidi e servizi, senza preventivo assenso degli organi territoriali istituzionali, espressione della popolazione interessata e idonea e reale esposizione dei vantaggi che tali operazioni, già attuate in alcuni presidi (Ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese) comporterebbero.
Si richiede, inoltre, urgentemente l’approvazione del Piano Socio Sanitario nel quale trovi spazio il capitolo che tuteli la continuità assistenziale delle zone montane e insulari della Regione pianificato in comune accordo con le amministrazioni locali e dalle forze sociali di ciascun territorio.
06 agosto 2013
Associazione difendiamo l’ospedale di Volterra,
SOS Volterra
Comitato Elba Salute
OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano
Comitato per la Sanità nella Valle del Serchio
Associazione Zeno Colò e Montagna Pistoiese – È qui che voglio vivere

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[Mercoledì 7 agosto 2013 | 09:55 - © Quarrata/news]

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