sabato 19 ottobre 2013

LE RICHIESTE DEGLI ELETTORI A MASSIMO BALDI. MA PISTOIA VUOLE CAMBIARE O NO?


di LUIGI SCARDIGLI

Insolito dibattito alla biblioteca San Giorgio: dieci pistoiesi hanno indicato al candidato renziano cosa vorrebbero dalla loro città

PISTOIA. In soli cinque minuti, cronometrati, una vivaista, due medici, un architetto, una studentessa, un designer, un dirigente Uisp, un musicista, un dipendente Breda e un istruttore di tecniche di rilassamento hanno chiesto, oggi pomeriggio, nella sala della biblioteca San Giorgio, a Pistoia, al renziano Massimo Baldi, quali sono le cose che non sono più rimandabili.

L’aspirante alla poltrona della segreteria comunale del Pd ha ascoltato tutti, prendendo appunti e, in soli cinque minuti, anche lui, ha provato a riassumere, in una risposta, l’impegno che prenderà nei confronti di ogni singola rivendicazione, necessità, aspirazione.
Il titolo dell’incontro, del resto, è uno degli slogan di grande effetto che Matteo Renzi ha distribuito ai suoi seguaci su tutto il territorio, Cambia verso, un invito, una promessa, una sollecitazione affinché il partito esca dal segreto delle proprie stanze e torni dalla gente, dal proprio elettorato, raccogliendo le esigenze del popolo di centro-sinistra.
Sara Frosini, vivaista, vorrebbe che le aziende del settore nel quale lavora, competessero lealmente con i suoi prodotti; Carla Breschi, medico e consigliere comunale, gradirebbe che Pistoia lasciasse finalmente ad altre province toscane la maglia nera delle prestazioni sanitarie; Bruno Chiavacci, dirigente Uisp, crede che lo sport sia un veicolo straordinario e che occorra promuoverne al cultura; l’architetto Massimiliano Vannucci invece, citando Bilbao e il suo museo Guggenheim, vorrebbe che Pistoia adottasse la linea dei piccoli interventi di grandi qualità; Emilio Barìa, designer, gradirebbe che la città sfoderasse dal proprio cilindro delle opportunità il coraggio di intraprendere iniziative. 
Il primario Lorenzo Livi, docente universitario, è stanco di sapere e vedere che le sorti di un ospedale e di un centro studi siano in balìa di piccole sfide personali; Alagia Scardigli, studentessa al terzo anno del Liceo Pedagogico, vorrebbe che la città non concentrasse le proprie iniziative solo nei fine settimana e nei soliti posti e che l’estate non si riducesse ad un festival e ad altre iniziative collaterali in soli 15 giorni; Alberto Mariotti, musicista underground, giovanissimo, chiede alla città di supportare aspiranti artisti e fare in modo che (ri)nascano centri dove ci si possa esibire dal vivo.
Giuseppe Pino Turi ricorda con nostalgia gli anni 70 e vorrebbe che il partito erede del partito comunista tornasse alla gente e alle loro aspettative, così come Enrico Boni, una carriera in Breda, iniziata diciotto anni fa, come carpentiere, con 1.500 colleghi e oggi, impiegato come operaio specializzato, con appena la metà dei colleghi degli esordi.
A Massimo Baldi, per rispondere, sono bastati addirittura meno dei cinque minuti messi a disposizione: le singole aspettative sono comprese nel programma elettorale. Sta a quelli del Pd decidere se voltare pagina o no.
Almeno provare a farlo.














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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 19 ottobre 2013 | 19:37 - © Quarrata/news]

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