venerdì 18 ottobre 2013

L’ONOREVOLE ACHILLE OCCHETTO STASERA OSPITE A MONTALE, PER PARLARE DEL SUO LIBRO “LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA”


MONTALE. Sarà stasera a Montale, ore 21.15, l’ultimo segretario nazionale del Partito Comunista Italiano, che guidò la svolta storica del congresso della Bolognina con la trasformazione del partito in Pds, ovvero l’on. Achille Occhetto, storico rivale di Massimo D’Alema, per presentare presso il circolo Arci il suo libro “La gioiosa macchina da guerra, veleni sogni e speranze della sinistra”, scritto assieme a Pierpaolo Farina e pubblicato da Editori Riuniti.
Modera Aldo Fedi, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, con la presenza di Farina e di Michele Ventura componente della direzione nazionale Pd. Nell’opera Occhetto parla della svolta del 1991, che sancisce la fine della politica italiana intesa come epopea collettiva, lasciando spazio progressivamente ai partiti-persona degli ultimi vent’anni, e della lunga fase di incertezze affrontata dalla sinistra post-comunista alla ricerca di un “nuovo inizio”.

Con la mente fredda degli anni trascorsi, il politico torinese analizza le tappe del percorso intrapreso e le cause degli avvenimenti conseguenti. Parla anche della sua biografia politica, dell’approdo al Pci da giovane di famiglia borghese, unendo agli ideali marxisti ed a una visione di classe il radicalismo democratico dei borghesi antifascisti di stampo gramsciano e gobettiano, con un doppio azionismo tra Azione Cattolica e Partito d’azione comune a moltissimi italiani di quell’epoca.
Sullo sfondo della sua formazione lo scenario spirituale, psicologico e politico di Torino, la realtà editoriale Einaudi dove lavorava suo padre, gli scrittori amici di famiglia. Anche con una rilettura critica della natura “chiesastica” del Pci, Occhetto da un contributo per capire la ragione storica della svolta, secondo lui non frettolosa ed improvvisata come alcuni a suo tempo gli rimproverarono, ovvero riunire le varie matrici culturali del progressismo italiano, rendendo il partito permeabile al movimentismo di una società in evoluzione, con una libertà d’introspezione non comune in un leader politico, favorita dal suo distacco dalla politica attiva.
Come ha osservato il giornalista Michele Serra, dal volume emerge di Occhetto una personalità impetuosa ed emotiva, non “tutta d’un pezzo” come vorrebbe la retorica del comando, conscio dei dubbi avuti e delle contraddizioni vissute, le cui caratteristiche personali forse proprio lo aiutarono a dare una speranza a milioni di suoi compagni, nonostante la parodia bellica della “gioiosa macchina da guerra” addossatagli dai suo detrattori.
[Leonardo Soldati]   
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[Venerdì 18 ottobre 2013 | 15:55 - © Quarrata/news]

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