lunedì 9 luglio 2012

UNTOUCHABLES. ANCORA QUALCHE ALTRO SPUNTO DI RIFLESSIONE


di Edoardo Bianchini

Più che chiedere astratti impegni, sarebbe necessario azzerare la riforma Bassanini – L’aberrazione istituzionale dei ‘dirigenti’ e il comportamento della Procura della Repubblica

Gli interventi, del Pd ieri e dell’Udc oggi, sulla vicenda degli intoccabili di Pistoia e sul terremoto che ne è seguito, mi spingono a proporre ai lettori alcune nuove riflessioni.
Premesso che non sono un giustizialista, voglio assolutamente sottolineare che la giustizia la pretendo: in primo luogo come cittadino in nome del quale proprio la giustizia viene amministrata.

Comprendo assolutamente la preoccupazione dei politici per quanto riguarda il settore delle costruzioni: so cosa significa essere disoccupati e senza stipendio, perché, se qualcuno ancora non lo avesse saputo, se lo ficchi in testa che anch’io, per 4 anni, sono stato disoccupato e senza stipendio grazie al Provveditore di Pistoia – Cesare Angotti – che, anziché controllare i miei requisiti pensionistici, prima mi fece il provvedimento di uscita dalla scuola (di cui avevo la nausea soprattutto per la politicizzazione estrema di marca rossa), e solo dopo 4 mesi mi avvertì che, per godere della pensione, mi mancavano mesi 5 e giorni 10 di contribuzione.
Eppure la mia era stata una domanda contestuale: e cioè lui, il solerte rappresentante dello Stato e delle sante istituzioni patrie, avrebbe avuto l’obbligo di verificare, prima di agire e prima di ledermi. Ma questa è un’altra storia.
Io vorrei ricordare a tutti – dalle sinistre in là e fino a tornare alle destre – che, se oggi siamo qui, è perché, grazie alle riforme degli anni 90 e della gloriosa Seconda Repubblica delle banane, non si sa più chi comanda e chi dirige; chi deve e chi non deve fare. E tutti fanno come vogliono.
Bassanini (che non è un mio beniamino) prese la palla al balzo e creò quella mostruosità istituzionale dei Dirigenti che sono diventati nostri padroni assoluti, con le loro oscene e ingiuriose determine, malsane e spesso fonte di auto e di etero-corruzione.
A questa categoria di salvatori appartengono i vari Evangelisti, Meoni, Mazzoni, Napolitano; ma anche Pancari, che Bertinelli e la sua Giunta hanno ‘assunto in cielo’ inserendolo nella supercommissione che dovrà setacciare la struttura del Comune di Pistoia per tenerla sotto controllo: quel Pancari che – provi a dire qualcosa in contrario, se può – non è stato in grado di controllare un bel niente mentre Evangelisti seguiva puntualmente i lavori della sua filanda; mentre il vigile urbano Lucarelli, pluricondannato per truffa, continuava a svolgere più o meno le sue funzioni; mentre il capo archivista di Pistoia, Lucarelli, adoperava la scolorina e la gomma per sistemare le faccende di Del Santo e del Copit; mentre il consigliere Mazzotta continuava a restare in Consiglio indisturbato nonostante i suoi problemi giudiziari.
È per questo che io – e credo che con me molti altri cittadini senza voce siano d’accordo – chiedo con forza non che si faccia presto, ma che si faccia bene: perché si sta trattando di interessi generali comuni e protetti e non di noccioline da portare agli elefanti o alle bertucce dello zoo di Pistoia.
C’è poi un altro aspetto che emerge, con grande evidenza, da quello che l’Udc scrive riguardo alle lotte interne della Procura di Pistoia, e anche da ciò che un amico mi scriveva con un sms qualche giorno fa, dopo l’arresto di Napolitano: «Aggiungerei anche la considerazione che, in queste ore, la Procura ha mostrato di non avere riguardi particolari».
E proprio su questo, cari lettori, vorrei dire che era l’ora che la Procura agisse senza «avere riguardi particolari»: perché se andiamo a vedere come e quando la pentola è scoppiata, è un dato di fatto che questo sia accaduto solo dopo gli eventi che hanno traumaticamente riguardato la conduzione dell’ufficio della Procura di Pistoia. E mi domando – anche se ciò non piacerà – perché la sequenza fattuale sia avvenuta solo in questi termini e con queste scansioni. Ma soprattutto mi chiedo se sia giusto, per 200mila abitanti di quest’area, che la realtà sia stata affrontata così tardi e – forse – così male.
Non sono un giustizialista, lo ripeto. Ma la pentola a pressione di cui tutti siamo a perfetta conoscenza, è scoppiata solo da ultimo e per forza. Era giusto così o i cittadini della provincia avevano altri diritti che non sono mai stati opportunamente e giustamente soddisfatti?
E porsi delle domande in questi termini, dirette e chiare, sconvenienti e irritanti, è consentito dalle libertà protette dell’articolo 21 della Costituzione solo a Santoro e/o a Travaglio e pochi altri, o è un reato da perseguire?
Che ci sia detto a chiare note.
Perché così ci renderemo finalmente conto – e lo faremo presente anche al grande Pd legalitario e che dal dopoguerra ci ha portato a questi livelli – se viviamo in un Paese libero in cui la stampa è libera, o se, invece, dovremo iniziare a pensare seriamente che è l’ora di scendere in piazza per difendere libertà e diritti in un nuovo assalto alla Bastiglia, dato anche che il 14 luglio si sta avvicinando a grandi passi.

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[Lunedì 9 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Aggiungerei, in generale, il grande problema rappresentato dalla fine dei controlli.

    Un tempo, quand'ero impegnato nei Consigli Comunali, esisteva il CORECO (Comitato Regionale Controllo) con le sezioni provinciali.
    Non è che tutto funzionasse in modo perfetto, per carità, ma almeno si sapeva che esisteva un filtro giuridico.

    Oggi, e da un pezzo, ogni sistema di controllo è stato eliminato con l'aggravante che la cosiddetta "separazione" fra livello politico e livello tecnico ha finito per creare situazioni spesso mostruose (una dirigenza iperpagata, ma comunque dipendente dal livello politico, e anch'essa priva, nella sostanza, di controlli. Una classe politica che, in teoria, avrebbe dovuto lasciare ai tecnici gli aspetti ... tecnici limitandosi solo agli indirizzi politici, ma che in realtà controlla comunque tutto.
    E la dirigenza che, a sua volta, si crea suoi livelli interni - le "fasce" dirigenziali che pesano di più, quelle che pesano di meno - per cui la responsabilità sugli atti si affievolisce fino a sparire in giochi da scaricabarile.
    Per non parlare dei semplici dipendenti "di comparto": sempre più sottopagati e sempre più alienati).

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