martedì 5 luglio 2011

UN TEMPO ‘MODERNO’ DA VIVERE

di Luigi Scardigli



AGLIANA. Ve lo ricordate il Moderno, uno dei tre cinema che spopolò ad Agliana prima del nefasto avvento della televisione? Era così attraente, quella sala, che il termine distintivo, ossia cinema, era sottinteso quasi da tutti. «Si va al Moderno», si diceva in via Roma e nelle vie adiacenti – e nessuno si è mai sognato di chiedere di cosa si trattasse.
Sembrava dover diventare un monumento ai caduti, quel Moderno, una pagina di sterile e improduttiva memoria e invece qualcuno ha deciso di scommetterci sopra, su quelle mura, provando a trasformarlo in un contenitore che possa diventare, a sua volta, un’urna foscoliana, dove chiunque abbia eredità d’affetti ne possa e voglia trarre gioia.
Mi auguro davvero che la fortuna strizzi un occhio a Massimo Talone, Carlo Coda, Federico Fiori, Francesca Lenzi e alla collaborazione debole, perché sottile, di Massimo Paganelli. Sono loro quelli che hanno deciso di partecipare al bando d’assegnazione del rinato Moderno; lo hanno vinto, anche perché sono stati gli unici, a partecipare.
Ad Agliana – e dintorni – pare insomma che su questa ristrutturata sala di proiezione nessuno abbia voluto scommetterci un soldo bucato e ieri, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo centro sociale antagonista al buio e al nichilismo e di quello che sarà, della generale altrui diffidenza e indifferenza, i cinque pionieri, se ne sono rallegrati, compresa il sindaco Eleanna Ciampolini, che ha presieduto la presentazione.
«Non sarà solo un cinema, un teatro, una piazza di concerti, una sala di lettura, una stanza da thè, un angolo di proiezioni, un angolo di degustazione enogastronomica, un ritrovo, un circolo, un punto d’incontro e di raccordo, ma tutto questo insieme e contemporaneamente – ha precisato Massimo Talone, uno dei magnifici cinque, al quale l’associazione ha affidato la direzione artistica –. Vogliamo (ri)attivare una vita sociale, dunque culturale, attorno, dentro e a cerchi concentrici alla vecchia sala del Moderno: non a caso, come logo, abbiamo scelto questa M bianca, enorme, su uno sfondo rosso, che richiama la segnaletica delle metropolitana».
«Non siamo soli», ha precisato Carlo Coda, coordinatore amministrativo-gestionale. «Con noi, fattivamente e attivamente solidali all’iniziativa, una serie di agenti (Cna) e associazioni limitrofe sul territorio che hanno sposato, a braccia aperte, la nostra causa, che ci auguriamo divenga quanto prima la causa e la casa degli aglianesi, prima di tutto e che poi riesca ad allargarsi quanto più possibile, coinvolgendo e contaminando altre realtà, che appartengono ad altre strutture, che si sono consolidate su altri territori».
L’aggiudicazione della gara da parte dell’associazione “Il Moderno”, bandita dal Comune di Agliana, contempla un finanziamento di 105.000 euro in tre anni, somma dalla quale vanno defalcati 18.000 euro relativi all’affitto dell’immobile per i 36 mesi.
«Certo rischiamo di aprire e chiudere – aggiunge Carlo Coda –.  Dovremo far quadrare i conti con un budget di 29 euro all’anno. Ci auguriamo che le nostre proposte incontrino le curiose esigenze della gente: ci attrezzeremo per trasformare il nostro vecchio Moderno in un Moderno centro di smistamento di provocazioni, dove grandi e piccini possano sentirsi a casa loro, senza telecomando, però».
E non sono chiacchiere. Lungo l’atrio della sala ci sono già esposte una trentina di fotografie di Cristiano Martini ed è già pronto, anzi, è già partito, il programma della stagione: dal giovedì al lunedì, dalle 18 alle 24, a suon di mostre, proiezioni, concerti, teatrino per i bambini, letture, dibattiti.
Il 12 settembre è già in scaletta la seconda conferenza stampa, quella che scandirà gli appuntamenti invernali.
«Un vero work in progress – tiene a sottolineare Federico Fiori, il giovanissimo coordinatore amministrativo dark in compagnia di una darklady non da meno, Francesca Lenzi, l’unica donna del diamante culturale –, dove si sperimenteranno nuove frontiere acustiche e musicali, quel rock and roll e le sue schegge in espansione, quello che nasce dal sottobosco delle metropoli e che non ha paura di esplodere».
«Il teatro è emozione – ha sentenziato Massimo Paganelli, pregiato consulente e collaboratore esterno, che porterà in dote la sua quarantennale esperienza artistica, tra Roma e Castiogliencello –, un costante rileggere e rimodificare, uno scambio di sangue e sentimenti. È quello che ci hanno messo questi ragazzi, ai quali, da pensionato in preda a incolmabili vuoti di protagonismo, non ho potuto e voluto dire di no».
Il resto lo dovrà fare Agliana e la sua gente, casomai iniziando a  finanziare l’iniziativa con una tessera che l’Associazione ha in mente di consegnare ai suoi fedelissimi, ma anche ai suoi detrattori. La vera scommessa è contro i luoghi comuni, la pigrizia, la cecità.
È un tempo Moderno, che dobbiamo saper vivere.

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[Martedì 5 luglio 2011]

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