PISTOIA. Con un giorno di ritardo rispetto ai mezzi informatici, come del resto era naturale, anche la stampa locale dà la notizia del nuovo organigramma della vera Aias pistoiese: quella che, resistendo a tutto e a tutti; mettendosi in rotta di collisione con l’onnipresenza roboante del mosaico Luigi Egidio; scontrandosi con un conformismo local-pistoiese massiccio quanto e più delle lamiere di una corazzata di austroungarica memoria; non abbassando la testa dinanzi a nessun profeta tonante; ignorando anatemi e minacce sparati da Tvl come da una rampa di lancio di vettori e navette per l’iperuranio, con caparbia umiltà è riuscita ad arrivare in porto nonostante la quasi totale contrarietà di tutto e di tutti – almeno quelli che contano o manovrano la vita cittadina.
Ora quest’Aias, che esce dal pasticcio in cui la aveva cacciata Bardelli stesso – nei prossimi giorni cercheremo di riepilogare i passi di quest’anno di finale calvario, ma preannunciato, da molto prima, da altri eventi –, è pronta per muovere i primi, timidi, difficoltosi passi.
Per i quali, come sembra, non pare avere alcun problema, né scoramento, pur trovandosi dinanzi a una città blindata che ha chiuso gli occhi e ha buttato giù tutto, ingozzandolo come un malato che ha creduto – con gli atti firmati Berti, Bellandi e Scarafuggi – di avere risolto un problema, di aver dato la risposta giusta a una situazione che, al contrario, e per chi riesce ancora a vedere diversamente da chi avanza con massicce fette di salame sugli occhi, appare confusa, priva di chiarezza e, in buona sostanza, torbida come un vino di fondo-botte, un olio di fondata, un’acqua di sentina.
C’è da aspettarsi che questa nuova associazione ortodossa voglia dare risposte anche ad altre istanze di assistenza come quelle degli autistici, a loro tempo respinte – a quanto ci è stato detto – da Bardelli e dai suoi, che ora, sotto le spoglie dell’Apr, stanno giocando a tutto campo minacciando azioni legali contro il commissario Bagnale per sperpero di denaro, fatto che avrebbe messo in ginocchio – e compromesso in assoluto – la vita e l’attività futura dell’Apr.
Vedremo. Su tutto questo vedremo.
Come dovremo aspettare Roma per sapere chi dei due figli dell’antica Aias sia il legittimo e chi il bastardo, l’erede e il reietto, Israele e Ismaele preso a calci e spedito nel deserto.
Per oggi fermiamoci un istante ancora sui nomi del nuovo consiglio.
E riflettiamo sul loro spessore umano e professionale, sulle vicende che li lega o li slega, come ortodossi senza macchia e senza paura, allo e dallo scismatico Luigi Egidio che, sul momento, non sembra avere ancora risolto l’intricato intreccio dei problemi scaturiti dal riassorbimento dei dipendenti ex-Aias – o, se preferite, dal passaggio dei lavoratori dal prima al dopo.
È un bel nodo gordiano. E viene un po’ da chiedersi perché.
e.b. blogger
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[Mercoledì 6 luglio 2011]
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