sabato 30 luglio 2011

CHITI. UNA RICETTA INFALLIBILE



PISTOIA. È meraviglioso assistere alla formulazione delle diagnosi che si fanno ai letti degli ammalati da parte di illustri clinici – per lo più sani e per lo più lucidi, ben vestiti e ben nutriti –, per dare una svolta decisiva alle malattie croniche che affliggono il popolo e gli umili.
Tanto più meravigliosa è la cosa, se viene da chi, da quel popolo e da quegli umili, si è sollevato, riscattato ed emancipato in maniera brillante.
Sono lontani i tempi in cui il nostro vicepresidente del Senato rinunciava a comprare il panino della merenda – mentre era studente a Pistoia – e, con quei soldini, acquistava i libri che gli hanno permesso di farsi una ferrea cultura.
Su questo tema rileggetevi – se ne avete voglia e tempo – un interessante servizio che La Nazione dedicò a Chiti venerdì 20 marzo 2009 (Caro Chiti, raccontaci la tua scuola. Gli alunni di oggi intervistano l’illustre ex allievo della Da Vinci).
Oggi Vannino ci indica come il suo partito (se ancora lo è un partito) intende risolvere i mali che affliggono la gente comune, il popolo da cui lui discende, pur essendosene, in qualche modo, accomiatato e distinto.
Ma a noi, che della gente comune facciamo ancora parte, resta difficile ascoltare ciò che, con stupita meraviglia, il cronista accoglie e beve dalle labbra del vicepresidente del Senato.
A noi, gente comune, viene in mene che Vannino per il 2010 ha dichiarato 190.752,00 € lordi; e che la moglie, Manuela Nunziati, ne ha dichiarati altri 105.592,30. In tutto 296.344,30 €, corrispondenti a 573.802.578 delle vecchie e gloriose £ire. Certo lorde: ma chi di noi non amerebbe pagare le tasse su cifre di questa portata annua?
Quello che ci stupisce di più è che al cronista non venga in mente di fare una domanda scomoda e inopportuna al politico. Ma soprattutto che la gente del popolo stia a sentire di queste esternazioni senza ricordarsi di due date famose: il 1789 e il 1917. A Parigi e a San Pietroburgo.

Non ce ne voglia Vannino che, da buon 1947, ha condiviso con noi due anni di lingua francese al ginnasio del Liceo Forteguerri. E che può sempre dire che siamo i soliti scemi del villaggio che parlano senza sapere quello che dicono…
e.b. blogger

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[Sabato 30 luglio 2011]

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