venerdì 29 luglio 2011

GENTE CHE STRIZZA L’OCCHIO ALL’EMILIA

di Luigi Scardigli




La musica ha un linguaggio universale e anche questo piccolo ma ‘presuntuoso’ (e soprattutto professionale) blog si adegua ai dettami delle note.

Qualche sera fa – così giustifico il racconto – sono stato a Porretta, per assistere alla seconda delle quattro serate della 24esima edizione del Soul Festival, il piccolo, ma non certo modesto e soprattutto coerente, Blues’In dell’Appennino. Con il solito scenario, il naturale anfiteatro ribattezzato Rufus Thoms Park, la medesima deliziosa gente che strizza l’occhio all’Emilia e che quando parla canta, i modici rituali prezzi (10 euro) e l’intramontabile soul, parente strettissimo del blues, genere quest’ultimo che a trenta chilometri più a valle danno invece ormai per agonizzante, tanto da non sapere come fare per conservare un filo logico tra il marchio – Pistoia Blues – e i suoi protagonisti.
Ad esempio, sotto gli occhi tranquilli e non in allerta di Silvano Martini – responsabile storico della security in piazza del Duomo e di altre manifestazioni musicali granducali – e accompagnati dal chiassoso slang di Rick Hutton, leggendario anchorman televisivo, nonché puntuale presentatore del Blues’In, fino all’avvento di Gai-Capecchi e con i pochissimi agenti dell’ordine intenti a dirimere il traffico di parecchi bykers, invece che cercare di scovare gli infiltrati, sul palco della manifestazione è salita, vestita a sera come un’inconfondibile statunitense, Melvia Rodgers-Williams, più nota con lo pseudonimo Chick Rodgers. La ragazza, di colore fuori e dentro, che impara a cantare e muoversi nelle chiese gospel, è ormai un punto fermo dell’emisfero soulblues, senza disdegnare di cimentarsi in riletture jazz, anche parecchio ardite e in solfeggi ‘vocalesi’.
Mi fermo alla sua performance e al calore con il quale il rumoroso, ma composto e allegro pubblico di Porretta ha accompagnato la sua esibizione, una mezz’ora abbondante di cinguettii tra i quali, da padrone, l’ha fatta il sontuoso tributo superstizioso a Steve Wonder, dopo un brevissimo prologo della Fondazione: Sergio Cocchi voce e organo Hammond, Isabella Casucci e Elisa Rosselli (coriste), le chitarre di Alesandro Diaferio e omonimo Usai, Andrea Lombardini al basso, Giovanni Giorgi, il batterista colpito da improvvisa colica renale e sostituito da un suo degnissimo collega di colore, la tromba di Pepe Ragonese, il sax tenore di Valentino Finoli e le keyboards di Pancho Ragonese.
Terminata l’esibizione e destrutturato il palco per il quadrumvirato successivo, Chick, con Stephanie Booth e Sharon Overton, le sue coriste di fiducia, si è mescolata tra la folla prima di andare a mangiare un boccone in un ristorante dell’amena cittadina emiliana, dove ha continuato a distribuire, degustando petto di pollo e patatine fritte, non sushimi alla luridd, ma sorrisi a quanti si volevano congratulare con lei per la poderosa, ma elegante ed easy, offerta artistica. La gente, nel parco intitolato a Rufus Thomas (a Pistoia si sarebbe potuto fare altrettanto con B.B. King e mai dire mai, speriamo), ha tracannato birre, fumato qualche innocente spinello e ha seguito, in perfetta sintonia, la serata, ripromettendosi di non volersi perdere neanche la prossima edizione.
Ah, dimenticavo: questa edizione del Porretta Soul Festival è dedicata al prematuramente scomparso Ernesto De Pascale, uno che con la musica e per la musica ha veramente fatto qualcosa di buono e giusto. Questione di feeling.
Ciao Ernesto e grazie a Porretta, per memoria, riconoscenza e ospitalità.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 29 luglio 2011]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.