Un nostro attento lettore ci scrive:
Lunedì ho letto su La Nazione che un ciclista ricoverato al Ceppo a seguito di una rovinosa caduta avvenuta in via Pieve a Celle, pur in presenza di gravi ferite, difficoltà respiratorie e trauma toracico, veniva trasferito nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Pescia per essere sottoposto ad una TAC che a Pistoia non era possibile eseguire. Far affrontare ad un paziente in quelle condizioni un viaggio di oltre 30 km. oltre che rischioso può rivelarsi anche fatale. Ma al di là di questo mi chiedo e domando come sia possibile che l’ospedale di un capoluogo di provincia, perlopiù in un periodo particolarmente intenso come quello estivo, non disponga continuamente di un servizio così importante e prezioso. Intanto i lavori per il nuovo ospedale vanno avanti, le montagne di terra a ridosso della superstrada sono sempre più imponenti così come lo saranno i costi della variante necessaria (?) alla nuova viabilità che sono stati inizialmente stimati in 4 milioni. Nel frattempo chi ha veramente urgente bisogno di un certo esame deve gioco forza andare altrove. Questa è la vera sanità toscana, quella che fino a qualche tempo fa veniva tanto reclamizzata dal Governatore Rossi che arrivò a definirla come il nostro fiore all’occhiello. Complimenti, complimenti davvero!
Sandro Angelino
***
Caro signor Angelino,
questo non è ancor nulla. Le vorremmo ricordare che il pronto soccorso di Pistoia è stato recentemente bocciato per la sua inefficienza. Ma le vorremmo rammentare anche altri due freschissimi episodi della buona sanità toscana. Due esempi direttamente noti a chi scrive.
La sera del 7 luglio scorso una signora con un polso fratturato in tre punti si è presentata al pronto soccorso di Pistoia verso le 21. È stata messa lì ad aspettare come al parcheggio, in una baraonda micidiale di persone e di bambini saltanti, di gente che mangiava e di gente che strillava. Il braccio le era gonfiato paurosamente.
Col passare del tempo – e forse grazie a Dio – il braccio è iniziato a sgonfiare. Ciononostante, verso la mezzanotte, quella anziana signora di 89 anni ha mostrato tutta la sua stanchezza e se n’è dovuta/voluta tornare a casa perché non stava più in piedi.
E uno, diremmo.
Ieri stesso – 19 luglio – un anziano signore (91 anni) che aveva avuto un appuntamento all’ospedale di Pescia per problemi di natura urologica, si è presentato digiuno alle 7.30-8 del mattino.
Dopo quasi due ore di attesa, gli è stato detto di andare dal reparto a gastroscopia (se non abbiamo capito male).
A mezzogiorno questo signore, accompagnato dalla figlia e non ancora visitato, si è rivolto al personale che… con sommo disappunto (pensi!) ha confessato candidamente che i medici non c’erano più e che di quel paziente se ne erano dimenticati!
Cosa vuole? I popoli mediterranei hanno il governo che si meritano, a prescindere da tutto e da tutti.
Anche a Pescia verrà costruito un ospedale nuovo. O almeno questo si sente dire negli ambienti della politica.
L’importante è spendere milioni di euro in opere: il paradiso può attendere.
E possono attendere anche i servizi alla persona, non crede?
e.b. blogger
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[Mercoledì 20 luglio 2011]
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