di Roberto Bartoli
Ma vi rendete conto che dalla scena
politica sono spariti i partiti? Si può far finta di nulla? Si vuole davvero
pensare che è la politica la responsabile della crisi? Io penso di sì e penso
di no. È dimostrata l’incapacità di chi ci ha governato negli ultimi vent’anni.
Più o meno. È la conseguenza del voto, non della cabala. E la conseguenza della
cosa più importante che abbiamo in mano per porre rimedio al voto. Io son qui
per fare della politica il meraviglioso strumento in cui credo e di cui mi
metto a disposizione.
Seguo da anni la vita amministrativa
del mio Comune: Pistoia. Sono consigliere eletto nelle liste del Pd. Sono un
consigliere della maggioranza del governo uscente e questa esperienza è quella
che mi ha spinto a propormi come candidato a sindaco.
La mia candidatura e la mia
determinazione nascono dalla insistenza con cui amici, compagni, decine,
centinaia di cittadini, mi hanno detto che ora tocca a noi, che gli accordicchi
hanno fatto il loro tempo; che Pistoia ha voglia di correre, di battersi, di
immaginarsi, per provvedere a costruire una città viva, moderna, ospitale. Cose
che sono il senso vero di un impegno politico: fuori dal teatrino, dentro le
cose da fare perché le riteniamo giuste, perché è l’ora di provvedere,
piuttosto che aspettare che la manna cada dal cielo. La manna sono le idee e la
volontà per vederle realizzate.
Il mio partito e con lui l’intera
alleanza di centrosinistra hanno indetto le primarie che si svolgeranno il 29
Gennaio e con cui si sceglierà il candidato al ruolo di sindaco.
Dalle mie parti si fa così: ci si
confronta, si discute, si spiegano le ragioni e gli obiettivi e poi si vota
alla luce del sole, aperti al giudizio e al contributo di tutti. Già questo mi
pare straordinario e non è un caso che i nostri avversari non riescano a fare
altrettanto. Sono abituati a portare obbedienza. Pazienza.
Saremo in quattro a correre ma la
sintesi la faranno gli elettori. I loro voti produrranno il risultato migliore.
Per me è urgente che si mostrino le differenze raccontando le cose, il perché e
il come si possano realizzare. Che si dica con chi intendiamo governare, come ci
apriamo alla società, alle istanze. Ho idee e magari altri ne hanno diverse.
Noi dobbiamo dirlo con serenità e determinazione, poi i cittadini potranno
scegliere.
Mi pare ovvio e comunque evidente,
mettiamoci gli uni di fronte agli altri e confidiamo nel risultato delle urne.
Io ci sono.
[Fonte: Il Corrirere
Fiorentino, 11 gennaio 2012]
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[Mercoledì 11 gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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