martedì 8 maggio 2012

AMMINISTRATIVE 2012. UN POPOLO DI SANTI, NAVIGATORI E VOTANTI


di Edoardo Bianchini

Non una vittoria del Pd, ma la disfatta dei non-votanti

L’impressione che si ha guardando i risultati elettorali è che quello d’Italia sia un popolo di santi, di navigatori e… di votanti.
Ormai, molto realisticamente, le categorie del famoso detto vanno un po’ riviste e corrette; occorre – direbbero certi brillanti politici di oggi – ‘fare innovazione’.

Ma il famoso aforisma, innovato, torna tutto e torna appieno.
I santi non sono quelli che si guadagnano il cielo e gli altari: sono invece quei poveri Cristi che subiscono da sempre l’oppressione della politica e l’ingiustizia dell’equità dei politici, a partire da quelli tradizionali, che ci hanno tradizionalmente tradito – e fra costoro vanno messi anche i profeti della sinistra, senza esclusione.
I navigatori sono quelli che, succeda quello che succeda, navigheranno e resteranno sempre a galla o in sella. Un esempio lo ha rappresentato, nelle elezioni pistoiesi, l’eterogeneo trasversalismo di certe moltiplicate liste bertinello-sostenenti.
I votanti, infine, sono coloro che nascono con l’ideologia del voto ad ogni costo nel loro Dna e che, mai e poi mai, si lascerebbero prendere la mano – e men che meno la testa – da un’idea di innovazione e di cambiamento.
Di questa ampia categoria, da qualche tempo in qua, fanno parte non solo i tradizionali ex-Pci oggi Pd, ma anche gli avventizi dell’area, quei cattolici ferventi che hanno sbagliato la politica per la Chiesa o che, alla Chiesa, hanno sostituito la politica. La loro Giovanna d’Arco è, simbologicamente completa, Rosy Bindi, piena di fervori e di assolute certezze (buon per lei).
Sono loro i veri manovratori della realtà: quest’ultima categoria che rappresenta non più i milites Christi del Medioevo, ma i milites Populi et votationis. La loro forza è inarrestabile: sono una falange macedone perché la loro fede è incrollabile, e andrebbero a votare anche se avessero perso l’uso degli arti inferiori, trascinàndovisi in qualche modo.
Sicché, in queste elezioni, a mio parere, non hanno vinto le sinistre e/o il Pd, e neppure i 5 Stelle: in questa tornata – ma, credo, anche nelle altre che seguiranno da qui all’eternità – hanno perso tutti quelli che non fanno parte di questa ‘invincibile armata’ della jihād del P(artito) D(ominante).
Loro si alzano la mattina e pregano ascoltando, ancor oggi, il salmo del muezzin dal minareto delle segreterie provinciali e comunali: e poi, nel segreto delle cabine, tracciano le loro croci dove hanno sentito che devono metterle.
Oggi a Pistoia abbiamo Bertinelli, a Quarrata Mazzanti, a Serravalle Mungai, a San Marcello Cormio: è probabile che, per i prossimi 5 anni, sentiamo gli stessi elettori Pd (o loro alleati-associati: com’è successo, ad esempio, con Musumeci a Quarrata) lamentarsi dei loro stravotati paladini Pd, ma, stiamone certi, nel 2017 rivoteranno per loro, perché il Pd è grande e Dio lo vuole.
E a Marliana, allora, dove ha vinto il centrodestra?
A Marliana?
Beh, lì stato solo per errore!

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[Martedì 8 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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