domenica 18 settembre 2011

IL FLOP DEL SENATORE VICEPRESIDENTE




Succede a tutti. Si vede che a Vannino succede di più.
Già un po’ di tempo fa si era preso un Tapiro d’oro per aver detto qualcosa di non conveniente all’indirizzo di una collega.
Ora sembra che il Tapiro gli tocchi anche per quel che gli è sfuggito di bocca sulle aziende dell’indotto della Breda. Così forse: tanto per rigettare sugli altri le dure osservazioni che Manfellotto ha rivolto alla Breda?
Duro attacco – scrive Il Tirreno. Ma se poi leggiamo bene, il direttore della Confartigianato, Patrizio Zini, è morbido in chiusura: non pretende che il senatore si scusi, ma solo che si informi…
Incazzature e salamelecchi, stop and go – o, meglio, go and stop. È la cifra di Pistoia.

Purtroppo.

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[Domenica 18 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

2 commenti:

  1. Il dottor Vannino Chiti, del quale sarebbe curioso sapere dove e quando ha conseguito la laurea, è un tipo duttile e malleabile che sa adeguarsi alle varie situazioni pur di mantenere (come dice lei Bianchini) il culo al caldo. Il suo percorso politico, a dir poco travagliato, l'ha portato dallo sventolare la bandiera con falce e martello ad andare a
    braccetto con il Vescovo, impartendo lezioni e consigli di vario tipo a destra e a manca con la disinvoltura di un pinocchio; ed in questo l'ha certamente aiutato anche il suo profilo pronunciato. Essendo molto impegnato non può certamente conoscere i problemi che attanagliano le imprese dell'indotto. Il suo ruolo istituzionale lo fa volare alto, i suoi discorsi sono assurdi e talmente tanto lontani dalla realtà dei fatti da risultare persino ridicoli. D'altra parte i suoi impegni lo tengono sistematicamente lontano da Pistoia e le sue origini rappresentano ormai solo un vecchio ricordo. Ha altro a cui pensare e la Breda, che è ormai giunta al definitivo tramonto dopo aver divorato miliardi di euro, probabilmente non garantisce più niente di sicuro a livello politico. Meglio pertanto affidarsi a retorici discorsi di circostanza che, se non altro, hanno il merito di dimostrarci lo spessore dell'uomo politico. Così purtroppo è, e c'è poco da fare. E' arrivato il cameriere con il conto e nessuno lo vuole pagare e per non alzarsi dal tavolo
    e rimanere comodamente seduti (a proposito il sen. Scarpetti ha sempre l'ufficio in via ciliegiole?) andrebbe bene che arrivasse anche Berlusconi. Infine quanto dichiarato da
    Patrizio Zini è a dir poco imbarazzante e dimostra palesemente la sudditanza di certi personaggi.

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  2. Caro Sandro,
    tutto ciò che le interessa su Vannino Chiti, lo può trovare sul suo sito istituzionale: http://www.vanninochiti.com.
    Quanto alla sua carriera scolastica, dopo avere frequentato il liceo classico di Pistoia ed essere stato mio compagno di classe di lingua francese, si è laureato a Firenze in filosofia. Non so bene in che materia specifica.
    Una cosa è certa: che molte delle sue osservazioni sono il frutto dell’uomo di potere, cioè di chi, da sempre, non ha mai avuto contatto con la realtà o perché vissuto al chiuso delle stanze di un partito di cui è stato per anni fedelissimo funzionario, o perché amministratore (senza tregua) di Pistoia prima, di Firenze poi e d’Italia infine.
    È strano che proprio i comunisti, che odiavano gli zar di Russia, si siano trasformati, a loro volta, in zar di fatto: eterni e inaffondabili; sempre lì al timone; incollati alla sedia. Benefattori atemporali dell’umanità – il cui pane mangiano e mangiano.
    Appena due sere fa, durante una cena, a Cracovia, con una signora molto intelligente, colta e bene informata, stavo parlando di Lech Wałęsa. Lo ricorderà anche lei, credo, il capo di Solidarność. Ha fatto la storia.
    E Iwona – questo il nome della signora – ha detto una santa verità: «Una volta andato al potere, Wałęsa fu corrotto dal potere… Diventò come e peggio degli altri: inavvicinabile, dispotico, scostante. Soprattutto indemocratico».
    "Il potere logora chi non ce l’ha", diceva Andreotti. Una volta raggiunto, fa l’effetto-Mida: trasforma tutto in oro. O in cacca – dipende.
    Anche Vannino, che – come dichiarò tempo fa alla "Nazione" – rinunciava a mangiare il panino dello studente per comprare i primi libri da leggere, con una fede da "Libro cuore", passata la soglia delle centinaia di migliaia di euro all’anno di prebende, non sente più il bisogno di dare rigorosa coerenza alle sue credenze e alle sue fedi: può permettersi di dire quello che vuole. E lo fa.
    Tanto uno Zini, che lo àdula e si inchina, lo trova sempre e comunque. E un Tapiro in più o in meno lascia il tempo che trova.
    Grazie per l’attenzione che riserva a questo blog.
    Continui a seguirci.

    e.b. blogger

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