sabato 10 settembre 2011

PER L’UMANITÀ CHE SI È ARRESA




Al termine del secondo conflitto mondiale, Albert Einstein disse, anche: «Non so chi vincerà la terza guerra mondiale, so soltanto che la quarta la combatteranno con le fionde».
Lo poté sostenere, il ribelle ed ineguagliabile genio tedesco naturalizzato elvetico prima e statunitense dopo, dall’alto della propria scienza e conoscenza, tanto della filosofia, quanto della fisica.
Parto da lontano per ricordarvi che oggi, intorno alle ore 18, partirà da Agliana, destinazione Quarrata, per la diciottesima volta, la marcia della Giustizia, sottotitolata «L’etica liberi la politica: restiamo umani».
Una marcia, quella che congiunge Agliana e Quarrata, che all’esordio fu per la pace. Ma visti i tempi, pare proprio che la Giustizia sia più impellente della Pace: o meglio, senza Giustizia, Pace, non ce n’è ed è giusto che non ce ne sia, soprattutto per i sopraffattori, i furbi, i violenti, i disonesti, gli arroganti.
Io ci vado, come ho sempre fatto, del resto.
Ci vado perché ci credo, alla Giustizia, e perché vorrei che almeno per mia figlia Alagia e tutta la sua generazione, il mondo riservasse Pace.
E poi ci vado anche perché lì ritrovo, puntualmente, un sacco di belle persone che spesso, durante l’anno, non ho la fortuna di incontrare: Giancarlo Caselli, Gherardo Colombo, Luigi Ciotti, ai quali stringerò, per l’ennesima e piacevolissima volta la mano.
Quest’anno chiederò lumi, se vorrà darmene, ad Antonietta Potente, teologa domenicana e abbraccerò forte Egidia Beretta Arrigoni, la mamma di Vittorio, il volontario pacifista ucciso, alcuni mesi fa a Gaza, da chi, di pace, non ne vuol sentir parlare, soprattutto perché con la guerra continua ad ingrassarsi.
Parecchie marce fa conobbi Gino Strada, un incontro folgorante che mi indusse a tatuarmi, sul polpaccio della gamba sinistra, la E di Emergency. C’era anche padre Alex Zanotelli, a quell’edizione, se non ricordo male: con lui feci un lungo tratto di strada, restando abbagliato dalla serenità con la quale questo piccolissimo uomo mi parlò tutto il tempo di disperazione e morte, illuminato dalla speranza, dalla certezza e dalla volontà che fosse arrivato il momento di decrescere.
Non capii, quel giorno: ora sì.
Vi invito a partecipare, uomini, donne, vecchi e bambini di buona volontà, quella evangelica e quella laico-comunista, che sono esattamente la stessa cosa, del resto, una volontà per la quale, nel nome della Giustizia e della Pace, occorre fare molto di più di quello che fanno tutti gli altri: dai ciarlatani ai disonesti, dai qualunquisti ai furbi, dai voltagabbana ai falsi predicatori, passando attraverso tutta quell’umanità che si è dovuta arrendere e che si è arresa.
Tocca a noi, ora, tirare la carretta: non possiamo più aspettare, bisogna muoversi: e occorre farlo gratis, rigorosamente, perché possa essere un esempio davvero e possa durare nel tempo.

Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Sabato 10 settembre 2011 – © Quarrata/news, 2011]

È vero: c’è bisogno di Giustizia. E la marcia di oggi rimette il dito nella piaga.
Ed è emblematico che proprio tra questi due Comuni, Agliana e Quarrata, ci siano la partenza e l’arrivo, o – come direbbero i cattolici – l’alfa e l’omega della manifestazione.
Sono due Comuni, Agliana e Quarrata, che di Giustizia ne dovrebbero fare tanta: in prima persona.
Agliana dovrebbe partire con il chiarire – almeno – la vicenda dei due comandanti della polizia municipale, proprio oggi che inaugura una nuova sede dei vigili; Quarrata dovrebbe vedere il suo sindaco chiedere scusa, a capo chino, a chi insultò in pubblico, in consiglio, quando aggredì verbalmente il consigliere Maurizio Ciottoli per una non molto onorevole questione di sostegno politico a favore di un militante della maggioranza. O anche quando l’assessore Gaggioli offese – sempre in pubblico: e non risulta che abbia mai chiesto scusa – il rappresentante dell’Udc, Alessandro Cialdi.
Sì: la Giustizia inizia da qui, cari cittadini ed elettori. Dalla porta di casa nostra.
E poi sale, su su, fino alle porte dei palazzi e della Giustizia stessa.

Che anche in questa Provincia della signora Fratoni, non è la massima virtù – anche se ogni volta che lo diciamo veniamo odiati più di Cristo e rifuggiti più dei lebbrosi.

e.b. blogger

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