giovedì 29 settembre 2011

« PII SINE PIETATE »



Una cosa che mi consola molto è che, quando moriremo – e moriremo tutti, grazie a Dio, anche se io credo che non ci sia –, nessuno ci parlerà più attraverso le frequenze dell’etere: non lo farà il Cavaliere; ma, finalmente, smetteranno di farlo anche i comunisti e i vescovi italiani, ossessionati dai beni di questa terra e ad essi legati in un rapporto strettissimo e mammonico (non da mamma, ma dal biblico mammona: la ricchezza che non rispetta niente e nessuno).
Viviamo nell’epoca dei pii e dei santi che di pietas e di sanctitas, alla fine, non hanno un bel niente, perché nessuno di loro ricorda e adotta, senza battere ciglio, la dottrina di Cristo che, contrariamente a Bagnasco, non interveniva in pubblico con dei j’accuse precisi, vibranti e suonanti (come il cardinale ha fatto con il Cavaliere – non altrettanto fece, però, quando il governo esentò la Chiesa dall’Ici…), ma, dinanzi alla adultera che stava per essere lapidata, affermava con gravità e rigore: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Giov., 8, 7).
No. Oggi è il tempo dei pii sine pietate, cioè dei religiosi senza lo spirito della religione; dei giusti che giudicano, prima di comprendere. E, soprattutto, degli uomini delle gerarchie, che vanno avanti a difendere gli interessi terreni perché, di Cristo, hanno dimenticato proprio tutto.
Guardate cosa dice Bagnasco (vedi) e, sùbito dopo, rileggiamo Matteo (da 26,24 in poi):

24 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.
25 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
34 Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
Mat., 7, 1: Non giudicate, per non essere giudicati;
2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
3 Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?
5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
6 Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

Una cosa che mi consola molto è che, quando moriremo  – e moriremo tutti: anche i politici, i magistrati, i deputati, i ricchi e i poveri, gli alti e i bassi, i magri e i ciccioni, i comunisti e gli anarchici, i religiosi e i laici –, non sentiremo più parlare dalle frequenze dell’etere; non ci saranno più Bagnaschi a insegnarci la via lontana dal sentiero di Cristo, dottrina comunque rispettabile nella sua se non altro indiscutibile pietas e humanitas.
Nella valle di Giosafatte suonerà la tromba, se ci crediamo: non si aprirà il cinescopio di nessuna Tv.
Che bello, poi, il silenzio assoluto, lontano da tutti questi grandi uomini che ora soffiano nei loro tromboni e che, come l’evangelica erba del campo, oggi ci sono, ma domani verranno gettati nel forno ad arrostire.

Peccato, però, solo dopo averci tormentato per un’intera vita!

e.b. blogger

P.S. – Le citazioni evangeliche sono tratte dalla versione C.E.I., quella ufficiale dei vescovi italiani…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 29 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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